Il Comune sfratta tremila vetture di Angelo Conti

Cinque ditte devono lasciare il terreno destinato a edilizia: rischio di licenziamenti Cinque ditte devono lasciare il terreno destinato a edilizia: rischio di licenziamenti Il Comune sfratta tremila vetture Sgomberò per l'officina che ospita corpi di reato Tremila corpi di reato rischiano lo sfratto, cinquanta persone il licenziamento. E' la conseguenza del provvedimento di sgombero preso dal Comune nei confronti di cinque ditte che occupano il quadrilatero tra via Cigna, via Cervino, corso Vigevano e via Banfo. Quindicimila metri quadrati, trent'anni fa di proprietà della Ceat, poi passati alla Provincia, infine al Comune. Decenni di assoluto abbandono, con la manutenzione dell'area affidata alle cinque aziende in possesso di contratti a vario titolo: quasi tutti di comodato, ma a titolo oneroso, alcuni in scadenza solo fra 2 e 3 anni. E con una richiesta-limite di 86 milioni annui per indennità di occupazione ad un autosoccorso che ospita 3000 vetture «corpi di reato», alcune delle quali un tempo appartenenti ai principali boss della mala torinese. Il Comune vuole quell'area subito. Nel quadrilatero ex Ceat nasceranno 110 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, un'area verde ed alcuni capannoni-magazzini. Tan- ta fretta è giustificata dal dover cominciare nuovi lavori entro il 17 ottobre (un ritardo farebbe perdere lo stanziamento da parte della Regione). A dover sloggiare sono cinque ditte: la Roberto Sport di via Banfo 7(12 addetti), la Iret di via Banfo 11 (6 addetti), la carrozzeria Vigevano (di corso Vigevano), l'Autosoccorso 280.000 di corso Vigevano 17(5 addetti) e la Facit Abbiglia¬ mento di corso Vigevano angolo via Cigna ( 10 addetti). Solo a quest'ultima azienda è stata promessa una ricollocazione nell'area, una volta terminata la costruzione. Le altre quattro ditte dovranno risolvere da sole il problema del trasloco. «Che per me - spiega Valerio Sabbioni, titolare del 280.000 - è assolutamente impossibile ospitando, in quest'area, oltre 3000 auto e 1000 motocicli posti sotto sequestro dalle forze dell'ordine». Non ci sarebbe, infatti, un solo sito, in tutta la città, in grado di ricoverare questa marea di lamiera. A meno che il Comune non intervenga prospettando una soluzione idonea. Stessa situazione per la Carrozzeria Vigevano. Spiega il titolare, Ezio Se ali se: «Senza di noi qui sarebbe già crollato tutto da un pezzo, dopo trent'anni di abbandono». Anche l'azienda di Giuseppe Avoliero, la Iret, che è lì da trent'anni, non ha alternative: «Ci sono presse praticamente intrasportabili» Sulle intenzioni del Comune vengono anche avanzati dubbi. «C'è l'esempio di una casa di edilizia popolare, proprio nel comprensorio, su corso Vigevano spiega Avolieri - che è stata iniziata sei anni fa ed è tutt'ora in costruzione, dopo il fallimento di due aziende. Non sarebbe il caso di terminare ciò che è stato cominciato, prima di pensare a progetti faraonici?». Angelo Conti Non si sa dove trasferire le vetture ospitate dall'autosoccorso

Persone citate: Giuseppe Avoliero, Valerio Sabbioni