Come fu uccisa Manuela?

La procura di Ivrea ordina nuovi accertamenti ai periti La procura di Ivrea ordina nuovi accertamenti ai periti Come fu uccisa Manuela? // cadavere sarà riesumato «Povera Manu, neanche dopo morta può stare tranquilla. A cosa servono adesso questi esami? Tanto chi me l'ha uccisa sta meglio di me. Lui è in carcere tranquillo, mangia e beve tutti i giorni é lei, invece, non c'è più». Scuote la testa sconsolato Paolo Lombardi, l'ex fidanzato di Manuela Petilli, la quindicenne di Strambino uccisa e bruciata in un vecchio casolare. La notizia che la sua «Manu» sarà riesumata lo lascia indifferente: «Servisse almeno a punire di più chi le ha fatto del male...». Per la Procura di Ivrea, però, questi nuovi esami sul cadavere hanno imo scopo ben preciso, servono ad accertare, una volta per tutte, le cause della morte. Un tassello essenziale nell'inchiesta giudiziaria. A un mese esatto dalla data del funerale, giovedì prossimo, 30 settembre, il corpo di Manuela sarà sottoposto ad un altro esame. Toccherà ai medici legali Carlo Torre e Giorgio Lazzari eseguire la seconda autopsia: l'attenzione sarà tutta rivolta alle ossa. Si cercano tracce di una morte violenta, magari di un soffocamento. Se Manuela fosse morta strangolata, con le mani o con un pezzo di stoffa stretto sulla carotide, sulle ossa del collo e sulle scapole potrebbero esserci segni evidenti. Quasi scartata, invece, l'ipotesi di un accoltellamento: accanto al cadavere non è stata trovata nemmeno una macchia di sangue. La riesumazione del corpo della cjuindicenne sembra fare gioco alla linea di difesa che l'avvocato Ferdinando Ferrerò ha deciso di seguire per tirare fuori dal carcere Ringo, Pietro Ballarin, il nomade sospettato di essere l'assassino. «Se è vero che è stato richiesto un supplemento d'indagine sul cadavere vuol dire che la pubblica accusa non ha la benché minima certezza in mano» commenta Ferrerò. L'avvocato aggiunge: «Vorrebbe dire che, fino ad oggi, non ci sono elementi che provano l'omicidio volontario». Non ci sono più dubbi invece sul fatto che sia stato proprio Pungo a caricare Manuela su uno scooter rosso. La superteste ha riconosciuto Ballarin anche nel confronto all'americana, qualche settimana fa in carcere a Ivrea. Inoltre tutti gli altri testi, tra cui il direttore della casa circondariale di Ivrea, Enzo Testa, hanno giurato di aver visto Ringo in giro con quel motorino rosso. Le testimonianze, in questi ultimi giorni, sono state tutte ricontrollate. Compresa quella del bigliettaio Italo Mazzolin, il primo a ricordarsi di aver visto Manuela, il 2 agosto scorso, giorno della scomparsa. «Era venuta per comperare un biglietto per Strambino, ma il treno era stato sospeso» aveva raccontato ai carabinieri verso la metà di agosto. Ma accanto al cadavere della ragazza è stato trovato un tagliando di sola andata da Ivrea a Strambino: data di emissione 2 agosto '93. Sopra non ci sarebbero le impronte digitali della ragazza. «Sono sicuro: io non ho venduto quel biglietto a Manuela» dice convinto Italo Mazzolin che l'altra mattina, dopo il rilievo delle sue impronte digitali, è stato a lungo interrogato in Procura. Se Manuela non ha comperato il biglietto, allora chi è stato a lasciarlo vicino al cadavere e perché? In ordine di tempo è solo l'ultimo dei misteri ancora irrisolti. Per gli investigatori e il magistrato, invece, è un tassello importante che, a fatica, stanno cercando di inserire nel mosaico di questo assurdo delitto. Lodovico Potette Intanto la superteste ha confermato: Ringo era sullo scooter rosso |? if fg| f| fi ti |§f |§ §| Manuela Petilli |? la quindicenne if di Strambino fg| uccisa f| e bruciata in un fi vecchio ti casolare del |§f Canavese e |§ Pietro Ballarli) §| il nomade in carcere con l'accusa dell'assassinio

Luoghi citati: Ivrea, Strambino