Crosetto accusato di fatture false di Alberto Gaino

E' figlio dell'imprenditore rapito e ucciso E' figlio dell'imprenditore rapito e ucciso Crosetto accusato di fatture false L'imprenditore Giuseppe Crosetto è accusato di aver emesso e utilizzato fatture false per 2 miliardi e di aver violato la legge antimafia sugli appalti. Per questi reati il pubblico ministero Luigi Marini ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Crosetto ha ereditato la florida azienda di famiglia (con un fatturato annuo di oltre cento miliardi nel campo delle costruzioni) dal padre Lorenzo, che fu rapito e ucciso da una banda di sequestratori della 'ndrangheta nel luglio 1981. L'inchiesta è nata da una verifica fiscale sulla contabilità di un'impresa: la Cave Moncalieri, il cui rappresentante legale è Livio Boccardo. Anche per costui è stato chiesto il rinvio a giudizio, così come per Albino Bernasciuti, Cesare Damiani, Ruggero Maddalò, della Salesgroup spa, e per Fiorenzo Sigot, della Sicos spa, anch'essi inquisiti come amministratori delle rispettive società. Sia la Cave Moncalieri che le altre aziende fanno parte del gruppo Crosetto. Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare che queste imprese, in particolare la Cave Moncalieri, emettevano o utilizzavano fatture per dimostrare contabilmente il rispetto delle norme che regolano gli appalti. In buona sostanza, le «fiamme gialle» hanno presentato un rapporto al sostituto procuratore Marini dal quale risulta che la società-madre si aggiudicava un appalto pubblico e poi lo affidava, senza avere l'autorizzazione, alle imprese collegate. In alcuni casi sarebbe invece avvenuto il contrario. Ecco perché l'accusa di aver aggirato la normativa antimafia sugli appalti. Per quanto riguarda il secondo reato contestato - fatture false va precisato che i lavori sono sempre stati eseguiti, ma vi sarebbe stata una violazione fiscale, nel periodo dal '90 al 1992. L'impresa di Giuseppe Crosetto avrebbe subappaltato illecitamente o svolto questo ruolo per conto di altre aziende in almeno due altri casi. Il primo interessa un procedimento penale dello stesso magistrato: la vicenda della «stradina d'oro» di Rosta, la cui costruzione venne affidata alla Portalupi di Ticineto Po e che invece è stata realizzata in parte dalla Crosetto, senza che vi sia traccia nella documentazione dell'appalto. La solita fattura falsa ha «coperto» l'operazione. Il dottor Marini ha chiesto il rinvio a giudizio anche dei rappresentanti legali della Portalupi, Andrea e Luigi Muzio. L'ultimo stralcio del processo riguarda un subappalto irregolare che ha coinvolto anche la Vialit spa e il suo amministratore Giovarmi Martinengo. L'impresa Crosetto fu creata dal padre dell'attuale amministratore, Lorenzo, che venne sequestrato la sera del 3 luglio di dodici anni fa mentre giocava a carte nel bar «Ponte Barra» di corso Casale. Si diceva che fosse vittima di estorsioni, i rapitori lo portarono via chiedendo un miliardo di riscatto. I familiari rac- colsero in fretta 672 milioni e li lasciarono come prima rata sotto un viadotto dell'autostrada Sestri Levante-Livorno. Crosetto era già morto e il suo corpo fu rinvenuto solo due anni dopo dalla Finanza, in un boschetto dell'Astigiano. Nel 1986 furono giudicati in 57 per il suo sequestro e omicidio. In tre vennero condannati all'ergastolo. Lorenzo, morto a 62 anni, era un imprenditore fattosi da sé, che aveva cominciato a lavorare come cavatore di ghiaia sul Po nell'immediato anteguerra. Nel 1981, quando l'imprenditore venne rapito, la sua azienda oc¬ cupava un centinaio di dipendenti, avendo esteso l'attività dai lavori di scavi e arginature dei fiumi ad importanti appalti stradali, fra cui, nel Torinese, parte della direttissima di Caselle e della tangenziale. Dopo qualche anno di crisi per la scomparsa del capofamiglia, la «Lorenzo Crosetto» si è ripresa, sviluppando il proprio fatturato. Oggi sta realizzando l'imponente sottopasso nella zona delle Molinette. Anche la struttura societaria si è articolata, come ricorda la stessa indagine giudiziaria. Alberto Gaino L'imprenditore Giuseppe Crosetto avrebbe emesso fatture false per 2 miliardi

Luoghi citati: Livorno, Moncalieri, Rosta, Sestri Levante, Ticineto