Viaggio nella Patagonia di Sofri tra i disastri dell'uomo bianco di Alessandra Comazzi
r TBVU'&TIVU' Viaggio nella Patagonia di Soffi tra i disastri dell'uomo bianco CHI se lo sarebbe aspettato di ritrovare in televisione come documentarista Adriano Sofri, uomo del Sessontotto, di Lotta Continua e di contestazione, di politica e di accuse giudiziarie? Non c'entra niente, come gli asparagi e l'immortalità dell'anima di Campanile. Eppure ieri sera su Raidue, per «Mixer Speciale», è andato in onda un documentario che Sofri ha realizzato in Patagonia, accompagnato da Enrico Deaglio e da Roberto Pistarino che s'è occupato delle riprese. Come mai proprio là, in quella terra estrema e fuori mano, tormentata da un mare sempre in tempesta, meta soprattutto di disperati o di pensionati ricchi in crociera? Perché ci andò una prima volta, in viaggio, per ragioni che con il cinema non c'entravano niente. Ma l'impressione fu tale da far nascere in lui e nei suoi compagni il desiderio di raccontarlo, quello strano paese che comincia là dove il mondo finisce. La struttura del lavoro non I è narrativa, rappresenta piutI tosto una galleria di perso¬ naggi, situazioni, paesaggi, tutti per noi nuovi. Gli antichi abitanti della Terra del fuoco (il cui primo nome fu «Terra del fumo»), i «fueghini», si sono completamente estinti, abbattuti dalle malattie che portò l'uomo bianco, dai disastri che vennero combinati su di loro, se non deliberatamente, certo per negligenza e ignoranza. Tanto per dirne una: si spalmavano la pelle con il grasso di foca, gli indios, per proteggersi dal freddo. Ma li constrinsero a lavarsi, a non ungersi più, e cominciarono a morire come in una guerra. Li portavano in giro nei circhi, i «fueghini», come dei fenomeni da baraccone, e adesso è sopravvissuta una sola donna, quasi cinquantenne: vive con un italiano che la picchia e che pure non lascia, vorrebbe visitare Firenze, beve un po' troppo. Sofri intervista lei, intervista l'ultima indigena bianca, 93 anni, figlia di un pastore anglicano, intervista una prostituta di origine italiana, una giovane donna che scalda le notti gelide dei pionieri di Ushuaia, la città più a Sud della Terra, do¬ ve il telefono pubblico si chiama «locutorio del fin del mundo». Parlano tanti sacerdoti salesiani, che sono qui per antica tradizione: tra le visioni di don Bosco, vi era, ricorrente, quella che gli indicava la Patagonia come un luogo di missione. Sofri non trae conclusioni, non dà giudizi, non parla esplicitamente dei disastri compiuti dai bianchi in nome di una «civilizzazione» che ha completamente annientato una razza. Ma parlano coloro che vivono là adesso, parlano i filmati d'epoca e soprattutto parlano le immagini di una terra sconosciuta, desolata e bellissima, tempestosa e selvaggia. Molta retorica invece in «Polvere di gloria», un documentario sportivo che trasmette Telemontecarlo il martedì. L'altra sera si parlava di Olimpiadi, e di uno spirito che chissà se esiste ancora, tra anabolizzanti, ormoni e «aiuti» vari. Però erano belle, quelle facce dei tempi eroici, Paavo Nurmi, Zatopek, Owens, Weissmùller... Alessandra Comazzi
Persone citate: Adriano Sofri, Campanile, Enrico Deaglio, Owens, Paavo Nurmi, Roberto Pistarino, Sofri, Zatopek
Luoghi citati: Firenze
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