Al Conservatorio Sei cerbiatte per Plèiades di Xenakis

BOLOGNA 28 Settembre - 3 Ottobre 1993 Al Conservatorio Sei cerbiotte per Pléiades li Xenakis TORINO. Una coda a Settembre Musica, il Festival musicale torinese appena terminato. Sei ragazze francesi guidate dal direttore Sylvio Gualda formano il gruppo «Les Pléiades» hanno suonato al Conservatorio. La prima parte del concerto, interamente ripreso dalle telecamere della Rai, era quanto mai «soft»: trascrizioni di Bach, Vivaldi, Stravinskij, Bartok per xilofoni, vibrafoni, marimbe suonati con mazze di feltro che producono risonanze morbide e vellutate. Nella seconda parte, invece, con «Pléiades» di Iannis Xenakis si sono scatenati l'uragano e il terremoto: vale a dire una potenza sonora resa tanto più impressionante dalla precisione con cui le sei ragazze dominano l'apparato percussioni, saltando da uno strumento all'altro come cerbiatte. Mescolanze, Tastiere, Metalli e Membrane sono i titoli dei quattro movimenti di «Pléiades», quarantacinque minuti di fantasia sfrenata nel modulare ritmi, nel combinare timbri, nel disporre i suoni in profondità secondo straordinari effetti prospettici che le suonatrici del complesso francese dosano con millimetrica attenzione. Risultato, un ascolto avvincente per gli spettatori convenuti al Conservatorio e ammirati di fronte a questo pezzo magico e selvaggio, dove l'eredità nettissima della «Sagra della primavera» (visibile soprattutto nell'ultimo movimento) costituisce lo spunto per divagazioni inattese: i meravigliosi effetti di carrillon, come frullar di birilli in vasi di cristallo, nel secondo movimento; le iterazioni ipnotiche che ricordano la musica orientale nel terzo; il prolungamento del suono percosso al punto da imitare con la percussione il timbro dei fiati; le grandi ondate sonore prodotte dalla valanga dei martelli impazziti; la tremenda barbarie dei tamburi che si scatena nell'ultimo movimento e che Xenakis tiene in pugno, incanalandola nella ferrea geometria delle sue forme basate su calcoli matematici. La sintesi di ordine e forza ancestrale, trasparenza aerea e densità tellurica, luce e buio, ghiaccio e fuoco si risolve in una modernità che sembra celebrare il potere dominatore del calcolo nei confronti della spaventosa energia nascosta nella materia. [p. gal.)

Persone citate: Bach, Bartok, Iannis Xenakis, Stravinskij, Vivaldi, Xenakis

Luoghi citati: Torino