Regione: pds e Lega s'alleano di B. Min.

La Quercia ottiene l'aiuto del Carroccio per bloccare le Commissioni La Quercia ottiene l'aiuto del Carroccio per bloccare le Commissioni Regione: pds e Lega s'alleano Pur di battere la giunta Mentre Occhetto invita a spernacchiare Bossi, il suo capogruppo in Regione, Luciano Marengo, si allea con la Lega. «Meglio dire che convergiamo su un obbiettivo comune» puntualizza Marengo. Resta il fatto che da stamattina e per «una settimana», come precisa Roberto Vaglio, capogruppo del Carroccio, la Lega ha accettato di condividere con pds, verdi e Rifondazione la «battaglia delle Commissioni» per impedire che si riuniscano e così bloccare la Regione. La Lega gongola. E' da un paio di settimane che pds, verdi e Rifondazione tentano, ma inutilmente, di bloccare i lavori delle Commissioni «per dimostrare con i fatti che la giunta Brizio non ha più i numeri per governare». Un insuccesso dovuto in parte anche alla Lega, sempre presente: «Il pds ci ha offeso non volendoci alla riunione nella quale ha deciso il boicottaggio delle Commissioni» aveva spiegato Vaglio. Il pds si è convinto di venire a più miti consigli. «Da giorni mi cercavano - racconta Vaglio - ma io ho detto che avrei parlato solo con Marengo». L'incontro è avvenuto ieri pomeriggio nel corridoio che porta alla bouvette di Palazzo Lascaris, mentre l'assemblea discuteva del centro commerciale «Le gru». Ma perché una settimana? «Perché fra una settimana ci incontreremo per capire come af¬ frontare la fase di transizione che si aprirà quando questa giunta cadrà». Un incontro concordato dopo che il pds ha «garantito» alla Lega che «non ha la volontà di far arrivare questo Consiglio a fine legislatura; che mai si accorderà con la de; che si andrà al voto anticipato solo quando ci saranno le nuove regole elettorali». La terza «garanzia» cozza un po' con la prima, ma evidentemente ai due partiti premono le cose non dette alla bouvette di Palazzo Lascaris: il pds ha ora qualche arma in più per vedere realizzate le sue minacce e può sperare di uscire dall'angolo in cui si è cacciato; la Lega si toglie dalla posizione, politicamente scomoda, di «puntello» del pentapartito. In più il pds riesce a togliere il sorrisetto dalla bocca di de, e parte del psi, che guardavano con «simpatia» all'iniziativa dei 6 «autoconvocati» che, ieri, hanno presentato ai colleghi di Palazzo Lascaris le loro proposte per creare un «governo del presidente». Iniziativa sulle cui chances di successo scommettono, per ora, in pochi. Il lavoro dei 6, però, permette alla maggioranza - finché l'iniziativa sta in piedi di prendere tempo e mantenere i «contatti» con il liberale Marchini e il psdi Goglio, entrambi tra gli «autoconvocati» e da tempo critici con la giunta. Beppe Minello Da sinistra il capogruppo della Lega Roberto Vaglio e il capogruppo pds Luciano Marengo msi alla Regione Piemonte. Un successo editorial-politico di tutto rispetto visto che la giunta regionale, oggetto degli strali, l'anno scoreo ha fatto addirittura un suo contro-libro per contestare le accuse dei consiglieri Marco Zacchera e Gaetano Majorino. A rendere più credibili le accuse dei due c'è il fatto che alcune delle tante battaglie condotte in consiglio regionale si sono trasformate in inchieste giudiziarie. Nelle 54 pagine del libro c'è di tutto e, forse, anche qualche svarione. Ma colpiscono i 218 milioni per la mostra dedicata a Pinot Gallizio «che non è un vino - ironizzano i missini - ma, leggiamo, un artista di statura europea». Oppure i 173 spesi per la mostra: «Vita e tradizioni della montagna d'Albania». «Chissà cosa ne dicono le nostre Comunità montane» si domanda il msi. Risparmiamo i commenti sui 37 milioni e mezzo per pubblicizzare il Piemonte sul catalogo della Scala, mentre alla Settimana musicale di Stresa, la più importante rassegna concertistica del Piemonte, la Regione dà meno della metà. Oltre alla Giunta spende anche la presidenza del Consiglio che dal suo budget ha prelevato, ad esempio, i 300 milioni per rifare la portineria al milioncino per «Animai Amnesty di Milano» e la mostra «Il pelo della discordia», [b. min.]

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