Rai scoppia il caso Locatelli di Maria Grazia Bruzzone

Rqi# scoppia il caso locatelli La moglie avrebbe guadagnato 125 milioni con la finanziaria di Leati Rqi# scoppia il caso locatelli Pds, Verdi e Rete: «Demattè deve rispondere» ROMA. Pidiessini, Verdi e Rete vogliono veder chiaro nella vicenda Locatelli e chiedono al presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza che il presidente della Rai Demattè fornisca tutte le delucidazioni necessarie, nella riunione della Commissione convocata per il 28 settembre. Locatelli era stato coinvolto, sia pure indirettamente, nel caso Lombardfìn sul quale da giugno sta indagando a Milano il sostituto procuratore Francesco Greco. Una storia ancora poco chiara per la quale si era cominciato a sussurrare di un capitolo «Penne Pulite», nel grande filone di Tangentopoli. Sul computer della finanziaria di Francesco Paolo Leati, fra i 55 conti intestati a giornalisti o loro consorti, era apparso il nome di Anna Maria Rossi. Lo stesso nome della moglie dell'allora direttore del Sole. L'indagine va avanti. Finché lunedì scorso, il settimanale II Mondo, riferendosi a un rapporto delle Fiamme Gialle per i magistrati, non rivela un movimento sul conto Anna Maria Rossi che risale al marzo 1988. Una compravendita di azioni del Loyd Adriatico, in coincidenza con una oscillazione del valore del titolo mentre si tratta la vendita della società, che frutta all'intestataria 125 milioni. I giornali ne parlano. L'Usigrai chiede chiarimenti. E Locatelli chiarisce la sua posizione, riferendo che .fino a poco tempo fa ignorava l'esistenza di quel conto e dei suoi movimenti, dal momento che sua moglie lo aveva ereditato dal suocero, il cavaliere del lavoro Mario Rossi. Adesso l'iniziativa dei parla¬ mentari «di sinistra» in commissione, i pidiessini Elisabetta di Prisco e Carlo Rognoni, Gaspare Nuccio della Rete e il verde Mauro Paissan, che della commissione di vigilanza è vicepresidente. «Sugli organi di stampa si sta sviluppando una polemica potenzialmente devastante sulla figura del direttore generale» scrivono preoccupati al presidente della Commissione Radi. E, premettendo di aver evitato finora di esprimere giudizi in merito «non conoscendo la realtà dei fatti», pur dicendosi consapevoli «del carattere deflagrante dell'apertura di una "questione morale" a pochi mesi dall'esordio del nuovo consiglio», chiedono un chiarimento definitivo. «Non è tollerabile, a rischio di vanificare la riforma, che sulla persona del direttore generale gravi un'ombra di inaffidabilità o di scorrettezza nei rapporti con gli organismi sindacali», spiegano i quattro deputati. Alludendo all'equivoco di giugno. Quando venne fuori il caso Lobardfin e sulla stampa era apparso il nome del direttore del Sole, del quale si parlava come il più probabile candidato alla massima poltrona della Rai, Locatelli, davanti al cdr del Sole che sollecitava un chiarimento, si era infatti tirato fuori dalla vicenda, spiegando che si trattava di un caso di omonimia. Così almeno avevano riportato i quotidiani. «La nostra non è una richiesta di dimissioni - spiega Vincenzo Vita del pds - Almeno per ora. E' un'esigenza di chiarezza, il desiderio di andare fino in fondo in una questione così delicata». Maria Grazia Bruzzone Caso Lombardfìn «Nessuna ombra deve gravare sul direttore» Il direttore generale della Rai ed ex direttore del quotidiano «Il Sole 24 Ore» Gianni Locatelli

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