Tangenti pds ora frema anche il vertice di Susanna Marzolla

Nove detenuti su 10 revocano il difensore Terzo mandato di cattura per Greganti: corruzione «in concorso» con alcuni dirigenti Tangenti pds, ora frema anche il vertice Panzavolta: pagai altri 625 milioni MELANO. Non si sa quale prodigioso ritrovato per la memoria siano riusciti a mettere a punto i magistrati milanesi. Ma è certo che questo ritrovato al pds fa molto, molto male. Dopo Bruno Binasco, dopo l'ingegner Squillaci, i ricordi sono tornati improvvisi anche per Lorenzo Panzavolta, manager del gruppo Ferruzzi. Non era vero, come ha sempre sostenuto, che aveva pagato a Primo Greganti solo la prima tranche (621 milioni) di una tangente destinata al pci-pds. Anche la seconda rata - racconta adesso - era stata saldata: anzi, per un errore di Pino Berlini, l'uomo che curava gli affari in Svizzera per conto dei Ferruzzi, erano stati pagati 4 milioni in più (625). Il racconto di Panzavolta, corroborato dalle dichiarazioni di Berlini, è la base per un nuovo mandato di cattura contro Primo Greganti, il terzo. Lo ha ricevuto ieri in carcere, al termine dell'interrogatorio. Gli vengono contestati la corruzione e la violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti «in concorso con componenti del consiglio di amministrazione dell'Enel e con membri della direzione nazionale del pds». Dietro questa definizione, piuttosto anonima, si possono leggere al momento due nomi: Giovan Battista Zorzoli, già responsabile del settore energia del partito e consigliere dell'Enel, e Marcello Stefanini, tesoriere del pds e, appunto, componente della direzione. Nomi non nuovi nella vicenda: Zorzoli, arrestato prima in base a dichiarazioni di Ottavio Pisante (il mandato era stato subito annullato) era rimasto dentro proprio per una presunta complicità nella tangente (numero uno) di Panzavolta; Stefanini, sempre per quella tangente, aveva già ricevuto un avviso di garanzia che ora pare fuor di dubbio si concretizzi in una richiesta di autorizzazione a procedere. Ma è quell'indicazione al plurale («membri della direzione») che ha fatto suonare il più forte campanello d'allarme per il partito della Quercia: c'è qualcun al¬ tro oltre a Stefanini? In procura lasciano chiaramente intendere che sì, su altri dirigenti ad altissimo livello stanno indagando, anche se per ora è presto per dire se ci saranno provvedimenti. In attesa di nuovi, prevedibili sviluppi, in attesa di sapere se oggi il «compagno G.» manterrà o meno davanti ai magistrati il comportamento per cui è ormai famoso, sarà il caso di ricapitolare la storia di questa tangente e della memoria ritrovata. La prima puntata è a marzo, quando Primo Greganti finisce in carcere la prima volta. L'inchiesta è nel pieno filone-Enel e Lorenzo Panzavolta, presidente della Calcestruzzi, per ottenere gli appalti di desolforazione ha foraggiato diversi partiti: non solo de e psi, come era prassi, ma anche il pei, concordando, a suo dire, una tangente di un miliardo e 242 milioni. I soldi, dice Panzavolta, li ho versati a Primo Greganti, considerandolo emissario del partito, su un conto svizzero chiamato «Gabbietta». «Vero - risponde - Greganti ma quei soldi erano per me, non per il partito: una versione che non ha mai cambiato e che gli è costata tutti e tre i mesi di carcerazione preventiva». Notare, comunque, che si parla sempre di una prima rata: 621 milioni. La seconda, dice testualmente Panzavolta, «non l'ho mai pagata perché nel frattempo era scoppiato lo scandalo delle tangenti e mi era stato detto di lasciar perdere». Poi succede che Pino Berlini, l'uomo che trattava in Svizzera gli affari (di tutti i tipi) per i Ferruzzi viene in Italia dopo lo scandalo Enimont; un lungo interrogatorio e poi subito ai «domiciliari». Tra le tante cose che racconta, si scopre adesso, un versamento a favore del pds, sempre nella persona di Primo Greganti, sempre in Svizzera: 525 milioni. A questo punto ricompare Panzavolta che dice: ho pagato anche la seconda rata; prima 100 milioni in contanti nel marzo del '92, sempre a Greganti, in un bar di Roma; poi ci ha pensato Berlini. Il quale sembra abbia fornito ai magistrati anche la documentazione di quei versamenti. C'è stata una riunione in procura, ieri mattina, prima che il gip inviasse a Greganti il nuovo provvedimento; ce n'è stata un'altra ieri pomeriggio. Il clima però è più teso che euforico. Sanno adesso, di dover rispondere alle polemiche di un partito che, è innegabile, li aveva sempre appoggiati. Anche Borrelli risponde seccamente a Cesare Salvi («senza di noi Di Pietro sarebbe a Campobasso»): «Da 35 anni abbiamo il Csm, i magistrati non sono alla mercè del potere esecutivo né tantomeno dei partiti». Susanna Marzolla « Ili 3 & * **■ Primo Greganti. E' già stato in carcere tre mesi per la «prima rata» di 621 milioni

Luoghi citati: Campobasso, Italia, Roma, Svizzera