Lacrime amare per il popolino; il Far West corre sui binari del Sud

Lacrime amare per il popolino; il Far West corre sui binari del Sud lèttere AL GIORNALE Lacrime amare per il popolino; il Far West corre sui binari del Sud De Felice e il lusso della democrazia De Felice è un coraggioso storico contro-corrente, che ci è stato molto utile per l'esercizio dello spirito critico. Tuttavia nella sua ultima polemica con Bobbio mi sembra trascuri verità elementari. Chi fa politica ha il dovere di esercitare il potere conferitogli dalla situazione giuridica o di fatto in cui si trova, e questo esercizio è l'oggetto specifico della sua funzione. Chi non vuole usare il potere deve non fare politica, per non ingenerare pericolosi equivoci per la comunità che lo ha delegato, e non diventare perciò egli stesso un problema. Ora se le nomine non le avesse fatte il Cln, rispettando quell'equilibrio stesso che gli permetteva di esistere e svolgere il suo decisivo ruolo, chi le avrebbe dovute fare? Gli alleati, in modo da far intendere subito una realtà di dipendenza che era per l'appunto ciò contro cui era nato il Cln? O forse non le doveva fare nessuno visto che gli italiani sono un popolo angelico che si autogoverna? Il problema ovviamente è un altro, ma fa specie che uno storico come De Felice confonda volutamente partitismo con partitocrazia secondo la moda corrente e un po' terroristica, non volendo dichiarare che come è giusto condannare la seconda - e proprio perché, essendone una degenerazione, ha ucciso il primo quest'ultimo ha costituito per questo mezzo secolo il fondamento dello sviluppo di una vita democratica che non aveva eguali nel mondo. Democrazia partecipata e allargata che ha favorito in modo decisivo lo sviluppo della nostra economia, e che dopo il referendum elettorale ha la lingua tagliata. D'altra parte, forse proprio per questo il golpe all'italiana che ha avuto il suo epicentro nel referendum l'ha abbattuta in un momento di accesa competizione economica. E forse proprio per questo il popolo italiano (o forse meglio il popolino) la piangerà con lacrime amare. Anzi mi pare che il pianto sia già cominciato. Forse però De Felice pensa che 50 anni di vera democrazia sono già stati un bel lusso per l'Italia. Se non lui, certo lo pensa Miglio. Filippo Fiandrotti, Torino Sepoltura in patria per Annibale e i Savoia Dunque le ceneri di Annibale torneranno a Cartagine, traslate dalla Turchia in un apposito museo. Mi permetto di ricordare il mio romanzo storico La fine di Annibale ed. Gastaldi, Anni '60. Questo fatto mi fa pensare che sarebbe il momento opportuno che le salme di Vittorio Emanuele III, della regina Elena, di Umberto II trovassero degna sepoltura in Italia e che fosse consentito, abrogando la relativa norma costituzionale, di vivere in Italia al principe Vittorio Emanuele ed a suo figlio Emanuele Filiberto. Fattore, questo, pure di coerenza storica. dott. Teresio Raineri Pinerolo Poche «vocazioni» per le Forze armate Ci riferiamo alla lettera pubblicata l'il settembre sulla questione dei Volontari per le Forze armate. La previsione dell'assorbimento automatico dei veterani che nell'Esercito e nelle altre Forze Armate abbiano prestato 3 o 5 anni di meritevole servizio è iniqua sotto molti aspetti. Il provvedimento che prevede il reclutamento di volontari nelle Forze Armate è operante fin dal 1986, ma «ha finora dato risultati insoddisfacenti consentendo il reclutamento di volontari in numero esiguo (circa 6000) e di qualità modeste» (da Volontari, a firma del gen. Goffredo Canino, in Rhnsta Militare n. 4). Perché queste carenze di vocazione per il servizio alle armi, mentre non vi sono problemi per gli arruolamenti nell'Arma dei Carabinieri e negli altri corpi di polizia? I vertici delle Forze Armate affermano che ciò si verifica proprio perché ai giovani non veniva offerta alcuna concreta possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro al termine della ferma. Ed è proprio muovendo da queste considerazioni che lo stato maggiore dell'Esercito ha individuato una soluzione che considero l'unico modo per risolvere tali problemi: riservare l'accesso alle forze di polizia e corpi assimilati esclusivamente ai giovani che abbiano svolto almeno 3 anni di servizio volontario nell'Esercito senza demerito. Non vogliamo fare polemica, ma soltanto sottolineare l'inesattezza delle affermazioni sopra riportate, che meritano una precisa puntualizzazione: a) l'Arma recluta i carabinieri effettivi riservando il 25% dei posti ai carabinieri ausiliari, e il 35% ai volontari in ferma prolungata dell'Esercito e delle altre Forze Armate; b) in merito all'affermazione secondo cui lo Stato avrebbe la possibilità di migliorare anche il reclutamento nelle forze di polizia, che arruolerebbero giovani più maturi, più motivati e militarmente addestrati, ci si domanda qual è questa maggiore motivazione di cui sarebbero portatori i volontari delle Forze Armate, se per reclutarli in esse è necessario motivarli con la certezza del futuro assorbimento nelle forze di polizia. E perché nell'Arma dei Carabinieri non è necessario alcun motivo materialistico per attrarre i giovani a venire a prestare servizio, ancorché precario? Perché vi sono motivi ideali, spirituali e di prestigio, quegli stessi che spingono le famiglie a mandare i propri figli a prestare il servizio di leva nell'Arma dei Carabinieri. Perché i vertici delle Forze Armate, specie dell'Esercito, non cercano di costruire un profilo operativo da «professionista» per il soldato e non fanno altrettanto per la figura del militare a lunga ferma, attraendo giovani più qualificati? Sarà così per loro più facile poi guadagnarsi un posto di lavoro sicuro nella pubblica amministrazione, partendo anche da un punteggio maggiore acquisito con il servizio militare. Ten. col. Leotta, Roma Seguono 16 firme Delegati Cocer Carabinieri «Tra Roma e Napoli il crimine è legale» Su La Stampa del 14/9, si legge che molti treni impiegati per il servizio sulla tratta Roma-Napoli e oltre, sono abitualmente teatro di episodi criminosi: furti, borseggi, rapine, minacce e aggressioni. L'Unione consumatori propone: «Poiché il regolamento ferroviario non prevede risarcimenti ai clienti derubati, è almeno doveroso che questo rischio-delinquenza si concretizzi in una ridu¬ zione forfettaria dei prezzi dei biglietti per i viaggi nel Sud Italia». Con questa proposta, per il malcapitato passeggero l'unica consolazione potrebbe essere: derubare sì, ma a «tariffa ridotta», con tacita legalizzazione alla delinquenza. Anziché ridurre le tariffe che, alla resa dei conti, si tramutano in altre stangate a carico della comunità, si aumenti la vigilanza riqualificando personale eccedente in altri settori, prima che i nostri treni diventino scenari da Far West. Luigi Quaglia, Torino Buche e precipizi sulle strade di Francia Riguardo la lettera «I francesi capiscono anche a occhi chiusi» vorrei dare il mio contributo e rispondere al sig. Maggi. Ho avuto modo di girare l'Italia e parte dell'Europa per turismo, e devo dire che le strade italiane non sono così male come vorrebbe far capire il signor Maggi. Bisogna invece tenere assolutamente gli occhi aperti quando si viaggia in Francia, a me infatti è capitato di percorrere la strada S.S. D81 e posso assicurare che due macchine di grossa cilindrata si incrociano a stento, è priva di qualsiasi segnalazione orizzontale e verticale, è priva di barriere di protezione (precipizi a destra e sinistra), manto stradale sconnesso a voler essere buoni. Mi sembra di non aver mai percorso una strada così in nessun Paese d'Europa, anche nei più poveri. Ma anche altre strade statali francesi lasciano a desiderare specie nel Sud della Francia. Ma ormai credo che siamo abituati a questo vezzo nazionale dei francesi di credersi migliori degli altri, salvo poi, di tanto in tanto, rimediare figuracce in tutto il mondo. Lettera firmata, Carbonia