Brinda l'Ancien Règime

Il leader dell'ex pc dopo il trionfo: non sarò premier. Varsavia preoccupata, «che dirà l'Ovest?» Il leader dell'ex pc dopo il trionfo: non sarò premier. Varsavia preoccupata, «che dirà l'Ovest?» Brinda l'AncienRegime Polonia, verso una grande coalizione VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO «La Polonia sotto choc», «Il gusto amaro della democrazia», ((Abbiamo risuscitato l'ancien regime», «All'estero ci volgeranno le spalle». C'è da rabbrividire nello scorrere i titoli dei principali quotidiani della capitale sulla Vistola, il giorno dopo dello sconvolgente voto elettorale. Sembra quasi che il terremoto di sinistra abbia spaventato in ugual misura vinti e vincitori, dagli ex comunisti ed alleati sconvolti dall'ampiezza del successo e preoccupati di accedere al potere, ai centristi moderati dell'antica roccaforte cattolica franata miseramente, dilaniati dal dubbio se schierarsi all'opposizione o scendere a patti con il tradizionale nemico. E, mentre in un Paese che ha ancora poca dimestichezza con i computer si procede lentamente allo spoglio delle schede, le previste assegnazioni dei seggi in Parlamento non lasciano adito a dubbi. L'Alleanza della sinistra democratica, discendente diretto del vecchio partito operaio unificato, otterrà non meno di 170 seggi alla Camera dei deputati, che, assommati ai 130 ipotizzati per il partito contadino, anch'esso ex marxista, assicurano ima maggioranza schiacciante al blocco estremista: 300 su 460 posti al Sejm. Brindano dunque gli apparaticki dell'epoca totalitaria a partire da Jerzy Urban, un tempo cinico portavoce dei governi jaruzelskiani, adesso ritratto raggiante con la coppa di champagne in mano. Però «Trybuna», organo dei neocomunisti, invita alla prudenza, anzi addirittura lancia l'appello «a non cedere alla voglia di rivincita verso coloro che hanno trattato il popolo della sinistra come cittadini di seconda classe». E lo stesso richiamo di cautela traspare dalle dichiarazioni rese a caldo dai principali responsabili dell'Alleanza Sld. Sparge acqua il leader Aleksander Kwasniewski quando afferma: «In primis non intendiamo nuocere a nessuno» e rincara la dose il suo potenziale partner Waldemar Pawlak, capo degli agricoltori rossi, nel promettere «trattative a 360 gradi». In sostanza, sostiene un diplomatico occidentale, la sinistra vuole dimostrare di non aver alcuna fretta a mangiare la torta che si è cucinata nella convinzione che ingoiarla per intero «farebbe venire l'indigestione all'Ovest». Cioè che l'Europa potrebbe essere spinta a distanziarsi da Varsavia con conseguenze gravissime per la sua ripresa economica oltre ad invogliare il Fondo monetario internazionale verso la revisione in negativo delle linee di credito finora concesse generosamente. D'altronde lo stesso timore dell'isolamento emerge dalle parole pronunciate dal premier Karma Suchocka («Mi chiedo se la Polonia meriti questo brutale verdetto»), soprattutto da Bronislaw Geremek, il maitre-à-penser di Unione democratica a quota 69 deputati: «La Polonia non può permettersi il lusso di una sinistra al potere che non risponda agli standard occidentali. Bisogna pertanto scacciare la tentazione di lasciarla friggere nel suo brodo. Non siamo animati da appetiti ministeriali ma pronti a ritornare al governo in modo responsabile». Pure la Chiesa, per bocca del segretario della Conferenza episcopale Pieronek, dimostra la disponibilità al compromesso ricordando che «la gerarchia cattolica aveva esplicato la propria missione in svariate situazioni. Non vedo motivo per cui non possa continuare a svolgerla». Di certo il passato diventa improponibile nelle vecchie formule. L'eventuale duopolio Alleanza-contadini sarebbe la fotocopia, anche se riveduta e corretta, dell'odiato regime crollato nel 1989 e Adam Michnik nell'editoriale di «Gazeta» sollecita il ricupero della ciambella di salvataggio rappresentata «dalla grande coalizione che deve essere presa in considerazione perché la società ha ragione anche quando ha torto marcio». Secondo il calendario costituzionale il presidente Lech Walesa ha trenta giorni per decidere a chi affidare le sorti del governo e gli incontri incrociati fra i principali protagonisti delle sei forze entrate nell Assemblea nazionale, compresi il suo blocco apartitico per le riforme Bbwr (20 seggi), l'Unione del Lavoro vicina a rinnovatori di Solidarnosc (43) e la Confederazione di destra Kpn (24), dovrebbero agevolare il compito del Premio Nobel. Ossia i soliti tempi lunghi per la soluzione dell'ennesima crisi polacca, [p. d. g.] AKldn!| b1 Jdd Aleksander Kwasniewski leader del partito neocomunista !| bacia la moglie 1 Jolanta dopo la notizia della vittoria elettorale ( 170 seggi su 460) A fianco il premier uscente Hanna Suchocka Il suo programma di rigore è piaciuto al Fondo monetario ma non agli elettori che hanno bocciato anche Walesa (in basso)

Persone citate: Adam Michnik, Aleksander Kwasniewski, Bronislaw Geremek, Hanna Suchocka, Jerzy Urban, Lech Walesa, Pieronek, Suchocka, Walesa

Luoghi citati: Europa, Polonia, Varsavia