Occhetto: nessun illecito ci denigrano di Susanna Marzolla

Duro comunicato di Botteghe Oscure: un «grave errore» l'arresto di Marco Fredda Duro comunicato di Botteghe Oscure: un «grave errore» l'arresto di Marco Fredda Occhetto: nessun illecito, ci denigrano «A Binasco abbiamo restituito tutto», insiste Greganti MILANO. Una «inaudita aggressione politica, scatenata per presentare la maggiore forza della sinistra italiana come parte di un vecchio regime di potere e di corruzione». Così la segreteria politica del pds definisce quanto sta avvenendo dopo gli arresti di Marco Fredda e Primo Greganti, sulla base delle dichiarazioni dell'imprenditore Bruno Binasco. Un comunicato emesso ieri sera, al termine del lungo interrogatorio a San Vittore di Fredda, responsabile del patrimonio immobiliare del partito. Il pds parla di «campagna che vede accomunati i massimi artefici di Tangentopoli, come Craxi, il leghismo di Bossi che assimila sempre più il rinnovamento con l'eversione, e quanti ricercano un approdo neocentrista e conservatore alla crisi italiana». Questa campagna avrebbe un «obiettivo chiarissimo»: «indebolire, colpire una forza essenziale per il successo di qualsivoglia progetto di rinnovamento e di ricostruzione dell'Italia». Per nulla tenero con gli avversari politici (Martinazzoli è il «leader del partito con il record della maxi-tangenti») il comuni¬ cato cerca di non prendere di petto i magistrati. Si limita infatti a definire «un grave errore» l'arresto di Marco Fredda (non una parola, invece, su Primo Greganti) mentre «ribadisce con assoluta certezza che in nessuna delle vicende all'attenzione dei magistrati di Milano ramministrazione nazionale del pds e il tesoriere sono coinvolti o hanno commesso illeciti di alcun tipo». Di parere diverso, evidentemente, i magistrati milanesi: il gip Italo Ghitti contesta infatti a Fredda e Greganti la violazione della legge sul finanziamento ai partiti «in concorso con l'on. Stefanini Marcello (tesoriere del pds». Tutti e tre, secondo l'accusa, «ricevevano la somma di lire 400milioni circa da Binasco Bruno, rappresentante della Itinera, senza che tale erogazione fosse deliberata dall'organo sociale competente, senza che risultasse iscritta a bilancio, e comunque vietata dalla legge». n mandato di cattura si basa tutto (e, a quanto si legge, unicamente) sulle dichiarazioni di Binasco. L'imprenditore spazia a lungo sui suoi rapporti con il pei prima e il pds poi, iniziati con D tramite di Greganti. E poi racconta la sua versione, ormai nota, del mancato acquisto dell'immobile: la caparra (il miliardo in contanti trovato nell'auto di Greganti), il ripensamento alla vendita proprio nel periodo in cui, dice Binasco, «è opportuno per il mio gruppo imprenditoriale avere buoni rapporti anche con il pei». E a questo proposito cita colloqui con Pollini, predecessore di Stefanini, e il defunto Libertini, allora responsabile dei Trasporti per conto del Pei. «Per mantenere i buoni rapporti - dice ancora Binasco - accettai l'offerta che Greganti mi fece: mi avrebbero restituito il denaro a condizione che io avessi provveduto ad una congrua contribuzione al partito, che io e Greganti concordammo in 250 milioni oltre all'azzeramento degli interessi». In totale 400 milioni, calcola Binasco. «Abbiamo restituito un miliardo e 200 milioni» ha però ribadito ieri Fredda, per tre ore davanti ai magistrati. Non ha cambiato di una virgola, a quanto pare, quanto aveva già dichiarato in veste di testimone. E il suo avvocato, Gianfranco Maris, annuncia battaglia legale: oltre all'istanza di scarcerazione, ha sollevato anche un caso di «incompetenza» da parte della procura di Milano: «territoriale», poiché tutto si è svolto tra Torino e Roma; «di materia» perché il reato di violazione della legge sul finanziamento spetta alla pretura. Il gip Ghitti ha fatto sapere che soltanto oggi deciderà se tenere in carcere Fredda, dopo aver ascoltato Primo Greganti. Ma il «compagno G.» ha già dichiarato, come Fredda, che Binasco ha riavuto tutto e, conoscendo il personaggio, è difficile pensare che il carcere lo spinga a cambiare versione. Sul fronte pds stanno arrivando, comunque, nuove carte da giocare. Un altro manager, Giuseppe Squillaci della «Vianini», ha detto di aver pagato una tangente a Stefanini. Interrogato a Roma, aveva genericamente parlato di una persona che finiva in «ini», dicendo di non ricordarsi altro; a Milano ha prodigiosamente ritrovato la memoria. Susanna Marzolla

Luoghi citati: Binasco, Italia, Milano, Roma, Torino