Il volo a Amburgo balzo della destra di Emanuele Novazio

Crollano spd e cdu, raddoppio dei verdi GERMANIA Crollano spd e cdu, raddoppio dei verdi Il volo a Amburgo balzo della destra BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Frana di consensi per socialdemocratici e democristiani, balzo dell'estrema destra xenofoba (che per un soffio non è entrata in Parlamento per le divisioni al suo interno), forte avanzata dei Verdi. Le elezioni regionali di Amburgo - considerate un test politico nazionale di grande importanza, alla vigilia dell'«anno elettorale 1994» che conterà venti appuntamenti al voto hanno confermato la crisi dei grandi partiti popolari, incapaci anche in Germania di convogliare le richieste e le tensioni di una società in movimento, e la presenza di una solida base di consenso per la destra radicale e xenofoba. Un voto di protesta, dunque. Il crollo dell'Spd - che scivola al 40,4 per cento perdendo quasi otto punti e, dopo trentasei anni, anche la maggioranza assoluta dei seggi - e la caduta rovinosa della Cdu, che perdendo dieci punti e assestandosi al 25,1 per cento dei suffragi ottiene il risultato peggiore del dopoguerra, sono certo i dati più significativi delle elezioni di ieri, nella prospettiva del rinnovo del «Bundestag» e della scelta di un nuovo Cancelliere. Da notare comunque, a proposito della Cdu, che il partito di Helmut Kohl è stato penalizzato anche da una nuova formazione locale, lo «Statt Partei»: costituito nei mesi scorsi dal «ribelle» Markus Wener (proprio al suo ricorso si deve il voto di ieri, a due anni dalle precedenti elezioni annullate per irregolarità), ha ottenuto quasi il 5,6 per cento, entrando in Parlamento. Ma la sconfitta al fotofinish dei «Republikaner» - che per una manciata di voti non hanno superato lo sbarramento del cinque per cento - non deve ingannare. I partiti xenofobi in gara, ad Amburgo, erano infatti due: i «Republikaner» di Franz Schoenhuber appunto, e la «Deutsche Volksunion», una formazione molto solida nel Nord della Germania dove è già presente nei parlamenti locali dello Schleswig-Holstein e di Brema. Ieri la «DVU» si è fermata intorno al tre per cento, ma nell'insieme i due partiti della destra radicale hanno compiuto un balzo significativo, arrivando quasi all'otto per cento e confermando una tendenza nazionale. Segno che, sia pure frammentati, i consensi per chi presenta programmi a forte colori¬ tura xenofoba sono in aumento. I «Republikaner», in particolare, sono passati dall'1,2 al 4,8 per cento, mentre la «DVU» non era presente alle elezioni di due anni fa. L'altra sorpresa del voto di Amburgo sono i Verdi, che raddoppiano quasi i suffragi balzando dal sette al 13,5 per cento proponendosi come forza di governo, mentre i liberali - alleati della Cdu nel governo nazionale - si fermano al quattro per cento, perdendo oltre un punto in percentuale, e restano dunque esclusi dal parlamento regionale. I liberali, indicano i sondaggi compiuti ieri all'uscita dei seggi, sono stati penalizzati soprattutto dallo «Statt Partei», che non ha eroso consensi soltanto alla Cdu, collocandosi al centro di un'area moderata in crisi. I Verdi, al contrario, avrebbero ottenuto voti e seggi soprattutto a spese dell'Spd, penalizzata anche dall'avanzata dell'estrema destra: ma il partito che fino a ieri era al governo della città e del Land - mostrano i sondaggi non ha perso suffragi soltanto fra le frange intellettuali e in quelle cosiddette «di movimento», le più vicine agli ecologisti; anche nei quartieri operai i socialdemocratici hanno perso fra i quattro e i cinque punti. Pur con il loro indùbbio valore «politico», quelle di ieri restano elezioni regionali. Influenzate, dunque, anche da fattori locali che avranno certo minor peso quando si dovrà rinnovare il «Bundestag», nel '94. Ma due elementi del voto di Amburgo la caduta verticale di consensi per i grandi partiti e il successo dell'estrema destra, in una parola la protesta degli elettori ritornano puntuali ad ogni appuntamento elettorale da almeno un anno. Pur con tutte le dovute correzioni «nazionali», se si votasse adesso per il nuovo «Bundestag» probabilmente questa duplice tendenza sarebbe confermata. Se dunque le ripercussioni a Bonn non saranno dirette e immediate, Helmut Kohl e il suo avversario nella corsa alla Cancelleria, Rudolf Scharping, non potranno non tenerne conto. Lo ammettevano i responsabili locali dei due grandi perdenti, ieri sera: «Se vogliamo fermare la frana, dobbiamo aumentare la nostra disponibilità e la nostra attenzione per i problemi della gente». Ma il tempo è poco, Amburgo è stato «l'ultimo avviso». Emanuele Novazio

Persone citate: Brema, Franz Schoenhuber, Helmut Kohl, Holstein, Land, Markus Wener, Rudolf Scharping, Verdi

Luoghi citati: Amburgo, Bonn, Germania