Caccia al via senza controlli
Caccia al via senza controlli La protesta rientra solo ad Alessandria, Asti e Cuneo: appello alla prudenza Caccia al via senza controlli In provincia sciopero delle guardie venatorie Oggi si riapre la caccia ed è, come sempre, polemica. Agli attacchi degli ambientalisti contro le doppiette quest'anno si aggiunge lo sciopero delle guardie venatorie, che in provincia di Torino potrebbe creare qualche problema. Da stamane all'alba sono 56 mila i cacciatori piemontesi che batteranno le campagne. Inizialmente allo sciopero avevano deciso di aderire anche i guardacaccia delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Ma venerdì lo hanno revocato. Fermi nella protesta sono rimasti solo quelli di Torino. Nella nostra provincia le doppiette sono circa 16 mila. L'assessore provinciale alla caccia Livio Besso Corderò è preoccupato «anche perché possono già sparare ai cinghiali i proprietari di fondi che sono pure cacciatori». E raccomanda la massima prudenza. Per limitare le conseguenze dello sciopero sono state mobilitate le guardie giurate delle associazioni venatorie (Federcaccia, Arcicaccia). Collaboreranno i forestali, i carabinieri e la Guardia di Finanza. Perché questo sciopero? «Con l'abolizione dei controlli sull'ambiente da parte delle Usi dicono Cgil, Cisl e Uil - le competenze sono passate alla Provincia. Occorre un riassetto organizzativo: la vecchia figura del guardacaccia o guardapesca è superata». Il nuovo corpo di «polizia provinciale» dovrebbe comprendere le guardie venatorie e ittiche con nuove mansioni di tutela ambientale, il servizio di vigilanza ecologica, di repres¬ sione frodi e dei controlli sui trasporti. Queste guardie, ognuna per il proprio settore, sono anche agente di polizia giudiziaria. Contro l'apertura della caccia e il calendario venatorio preparato dalla Regione le associazioni ambientaliste avevano presentato ricorso al Tar (Tribunale regionale amministrativo): protestavano contro il permesso di abbattere 16 specie di uccelli protetti dalla Regione stessa. Ma il Tar ha respinto la loro istanza. I protezionisti s'appelleranno al Consiglio di Stato, che l'anno scorso aveva dato loro ragione sul ricorso contro il calendario venatorio. La Regione dovette modificarlo quando ormai la stagione venatoria era avviata.
Persone citate: Livio Besso
Luoghi citati: Alessandria, Asti, Cuneo, Torino
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