Sui rifiuti «tassa» psi di Claudio Cerasuolo

L'ex assessore Arrestati l'ex segretario amministrativo e un consigliere Sui rifiuti «tassa» psi Dm mesi fa Vultima tangente Era il psi, nelle persone dell'ex segretario amministrativo regionale del partito socialista e di un ex assessore socialista di Moncalieri, il destinatario finale della tangente di 230 milioni, pagata nel'91 da un consorzio di imprese, l'Aimeri e la cooperativa Arciere, che si era aggiudicato l'appalto del servizio raccolta rifiuti a Moncalieri. E le mazzette continuavano a correre fino a due mesi fa, in piena Tangentopoli, con un politico che aveva lasciato il partito ma non aveva perso il vizio. Ieri i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno eseguito due ordini di cattura firmati dal procuratore aggiunto Marcello Maddalena e dal sostituto procuratore Vittorio Corsi. Sono finiti alle Vallette con l'accusa di concussione Emilio Trovati, 65 anni, abitante a Nichelino in via Silvio Pellico 15, attualmente capogruppo socialista in Provincia, già segretario amministrativo regionale del partito, e Valter Ferrerò, 35 anni, assessore socialista all'ecologia a Moncalieri fino al '92. Emilio Trovati è stato dall'80 al '90 assessore alle Finanze e poi alla Caccia e Pesca della Provincia, e attualmente ricopriva la carica di rappresentante delle Province nella commissione scientifica del comitato tecnico faunistico nazionale. Ferrerò, dopo essere uscito dal psi, è pas- sato nelle fila dell'Unione democratica di rinascita, ed era consigliere fino a due settimane fa quando si è sciolto il consiglio comunale di Moncalieri perché commissariato. I due avevano ritirato la tangente raccolta da Maurizio Calvi, socio accomandatario della «Ria Mazars», società di revisione contabile con sede in via Colli 20 a Torino, e da Umberto Vertamy, 43 anni, abitante a Cuneo in via Dalmastro, contitolare di una società di consulenza di Cuneo ed ex dirigente dell'Ispa, una delle maggiori ditte di raccolta di rifiuti solidi urbani del Cuneese. L'arresto di Calvi è stato reso noto ieri ma le manette erano scattate per lui tre giorni fa, quando erano stati catturati Vertamy e Giancarlo Garetto, anch'egli ex dipendente di una azienda che lavora nel campo raccolta rifiuti. Il giudice delle indagini preliminari ha convalidato i tre arresti ma soltanto Maurizio Calvi è ancora detenuto. A Vertamy e Garetto, difesi dagli avvocati Calogero La Verde e Fulvio Gianaria, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Tutti e due avrebbero fatto qualche ammis- sione e hanno insistito soprattutto su un punto: «Si è trattato di un episodio isolato. Non era nostra abitudine andare a chiedere tangenti in giro nei paesi». Una tesi che ha convinto solo in parte i magistrati. L'inchiesta è alle prime battute ed è destinata ad avere ulteriori sviluppi. La tangente di 230 milioni raccolta da Calvi e Vertamy è per l'appalto raccolta rifiuti di Moncalieri del '90-'91. Garetto invece sarebbe implicato nella tangente chiesta allo stesso consorzio di imprese per l'appalto '92-93: 410 milioni una tantum, con l'impegno di versare altri 60 milioni all'anno. Le ultime richieste concussive risalgono a due mesi fa. Una circostanza allarmante, perché l'inchiesta mani pulite a Torino va avanti da più di un anno. Anche questa tangente era destinata a politici, probabilmente dello stesso partito in cui militano Emilio Trovati e Walter Ferrerò. Già domani potrebbero esserci clamorosi sviluppi su questo fronte di indagini. Nella prima tangente di 230 milioni il ruolo più importante sarebbe stato quello di Vertamy. Dopo essersi licenziato dall'Ispa, il geometra cuneese aveva bussato alle porte della cooperativa Arciere e della società Aimeri, offrendosi come consulente. Vertamy avrebbe fatto capire di essere in grado di far vincere la gara d'appalto per la raccolta rifiuti a Moncalieri: «Ma bisogna versare un contributo per i nostri amici politici in Comune». Una richiesta concussiva alla quale i titolari si sarebbero piegati dopo aver cercato di diminuire l'importo della tangente. A ritirare materialmente il denaro sarebbe stato Maurizio Calvi, presentatosi come «referente» del partito socialista. Calvi avrebbe passato la tangente a Emilio Trovati. Il capogruppo socialista della Provincia avrebbe trattenuto una parte della somma destinandola al partito, il resto sarebbe finito a Valter Ferrerò. I due ultimi arrestati compariranno davanti al giudice delle indagini preliminari domani per la convalida della misura cautelare. Claudio Cerasuolo L'ex assessore era uscito dal partito ma incassava ancora Emilio Trovati (da sin.) e Valter Ferrerò

Luoghi citati: Cuneo, Moncalieri, Nichelino, Torino