Larini e Alfa a tutto gas di Enrico Biondi

Larini e Alfa a tutto gas A Hockenheim, il toscano in 8a fila per un problema in prova Larini e Alfa a tutto gas C'è in gioco la Coppa Costruttori HOCKENHEIM DAL NOSTRO INVIATO Ieri pomeriggio, al termine delle prove cronometrate per determinare la griglia di partenza dell'ultima prova del Dtm, il campionato superturismo tedesco, Nicola Larini aveva un diavolo per capello. E' successo infatti che il pilota dell'Alfa Romeo, fresco vincitore del titolo domenica scorsa a Berlino, non abbia potuto neppure scendere in pista con la 155 V6 Ti. Questo perché, all'ultimo momento, al suo box si erano accorti di aver montato le gomme sbagliate, non punzonate. Il cambio è stato effettuato velocemente ma non abbastanza per permettere a Larini di presentarsi al via nel tempo assegnato. Morale: la gaffe gli è costata l'ultimo posto tra i Top 15, ovvero ottava fila e un regalo insperato alla Mercedes che vede aumentare le possibilità di vincere la Coppa Costruttori. Larini appariva scosso: «Se dicessi che non mi dispiace sarei un bugiardo. Io qui ero venuto per vincere. Sì, anche a giochi fatti e con il titolo in tasca. Ci manca la Coppa Costruttori? Parliamoci chiaro: a farla diventare una cosa importante sono stati i tedeschi della Mercedes, così vincono qualcosa anche lo- ro poverini, ma se la vinciamo noi è ancora meglio». Larini quando parla è un torrente in piena: non ama i giri di parole, va dritto al problema. Esempi? Eccoli. Sui piloti Mercedes: «Non ho mai avuto a che fare con loro direttamente: partivo in testa e non li vedevo più. Debbo dire che un po' mi hanno aiutato, rubandosi punti a vicenda. Ho buoni rapporti con Schneider, lui è un signore mentre altrettanto non posso dire di Ludwig. Poverino, lo capisco. Al Nurburgring voleva vincere, gli ho rovinato la festa». Sull'Alfa 155. «E' una vettura pressoché perfetta: c'è stato subito un grande feeling e i risultati sono arrivati in fretta. Ma il merito è di tutti e l'errore di ieri, che non deve ripetersi però, non cambia il mio giudizio: tutti hanno fatto un grande lavoro; un grazie poi ai miei compagni, Nannini, Danner e Francia, eccezionali, soprattutto Sandro che non mi tiene il broncio neppure se, come successo ieri in un Autogrill qui vicino, prima hanno riconosciuto me e poi lui, ro¬ ba da matti, dico io». Sulla Formula 1. «Nell'ambiente ci sono e ci rimango, grazie alla Ferrari. I miei meriti nel risultato di Monza? Certo, il primo a girare sono stato io, il lavoro di base è mio. Ma poi Alesi ha fatto la differenza. Diciamo che mi sento un po' partecipe del successo. Mi fanno ridere quei piloti, come Andretti, che si lamentano di non conoscere le piste. Io nell'88 con la Osella, nelle prequalifiche, avevo solo un'ora per dimostrare il mio valore. L'abilità di un pilota si vede in questi frangenti». E per concludere in bellezza Larini dedica il titolo a due persone: a Mauro Forghieri, suo ds ai tempi della Lamio «che per anni è andato a dire in giro che non ero capace di mettere a pun to una vettura» e a Jean-Pierre Paoli, ex ds della Ligier «che ha rotto un contratto già firmato e di fatto danneggiando irrimediabilmente la mia carriera in Formula 1. Di gente così competen, te ne avrei fatto volentieri a meno. Rivincite? Vendette? Macché, ma amore della verità sì. Per questo sono grato all'Alfa: la vittoria nel Dtm mi ha permesso di rimettere le cose a posto: Larini sa guidare, eccome». Enrico Biondi Nicola Larini (foto in alto), già vincitore del titolo Dtm, dovrà compiere una grande impresa con l'Alfa 155 V6TI (alato) per conquistare anche la Coppa Costruttori

Luoghi citati: Berlino, Francia, Hockenheim, Monza