BAGNOLI meno siamo e meglio è
Il tecnico dell'Inter prima del match con la Lazio: lo so, se perdo mi fanno un processone Il tecnico dell'Inter prima del match con la Lazio: lo so, se perdo mi fanno un processone BAGNOLI meno siamo e meglio è ROMA DAL NOSTRO INVIATO L'Osvaldo è fatto così. A Verona, un bel giorno, la società gli regalò Dirceu e lui s'infuriò: avrebbe dovuto sacrificare Guidolin, e non voleva. A Cagliari, mette in panchina Bergkamp e scoppia la rivoluzione: «Ma solo perché abbiamo perso». Un testone, ecco cos'è. A 58 anni, Bagnoli guida l'Inter e sa di non poter sbagliare. Soprattutto oggi, contro la Lazio. Nemico giurato delle cravatte. Santo protettore (e portatore) di tutti i baschi randagi. E un record difficilmente eguagliabile: mai detto, in vita sua, paninoteca. E neppure look. Fra l'apparire e l'essere ha scelto l'essere. Bagnoli, che differenza c'è tra la provincia e la metropoli? «In provincia fai notizia se vinci. Nella grande città, solo se perdi». Che calcio è, il calcio d'oggi? «Un pentolone sempre più grande dal coperchio sempre più piccolo. Io ci andrei piano». Quali insegnamenti ha tratto da questa settimana piena zeppa di scosse, di tumulti, di assalti alla diligenza? «Che l'esperienza, talvolta, prescinde dall'età. Mi sono comportato come un pivello. Eppure, di anni, ne ho quasi sessanta». Pentito di aver criticato l'Inter anche quando vinceva? «Usi pure il superlativo. Pentitissimo. Inutile fornire spiegazioni di quello che fai se poi la gente esterna alla società fa di testa sua». Allude a noi giornalisti? «Proprio così, alludo a voi». Ma almeno il presidente... «Pellegrini mi ha spronato e rincuorato. Già, almeno lui». I tifosi dell'Inter sono stufi di fare da tappeto alle falangi milanis te. «Herrera, se non sbaglio, vinse lo scudetto al terzo anno. Trapattoni idem. Io, per la cronaca, sono appena al secondo». E' vero che la società ha bloccato l'impiego di Pancev? «Vero. C'è in atto una trattativa (col Siviglia, ndr). Non vogliono correre rischi. Mi adeguo». Mai pensato d'impuntarsi? «E perché? Primo, sta per rien¬ trare Sosa. Secondo, se Schillaci è fuori uso, avanzo Fontolan. Per trovare un posto a Pancev, avrei dovuto togliere un altro straniero: Jonk o Shalimov. Scelta che avrebbe comportato ulteriori acrobazie. Per carità: meno siamo e meglio è. Abbasso l'alternanza». Bagnoli, Zoff: dicono che l'impronta sia uguale. «Non so se sono io che mi avvicino a lui, o lui a me. Di sicuro, siamo uomini di poche parole. Quando la Lazio perde, lo mettono in croce: uguali anche in questo. Però, con la Juve, vinse Coppa Italia e Coppa Uefa. E non era certo una grande Juve». Baggio, Bergkamp: chi ha diritto di precedenza, l'asso oppure il gioco? «Il gioco. E il motivo è semplice: se la mia squadra ha un gioco, posso fare fronte a ogni emergenza, ma se non ce l'ha... Il fuoriclasse non potrà mai essere la torta. Sarà sempre la ciliegina». Come vede il campionato? «Equilibrato. Su 18 squadre, solo tre - Milan, Torino, Foggia sono ancora imbattute». La grande sorpresa? «Un anno fa avrei detto il Foggia. Oggi dico il Torino. Mi ricorda il mio Verona: un'officina specializzata nella riparazione degli "scarti". Gente sveglia, quella che mandavamo in giro a scegliere i pezzi. Il Toro, di suo, ha un'altra cosa: il vivaio». Si profilano all'orizzonte Signori e Casiraghi: perché non rispolverare Festa? «Non è il caso. Paganin e Bergomi sono diffidati. Un giorno o l'altro verranno squalificati. E così toccherà a Festa. Per favore, scrivetelo: mi aiuterete a farglielo capire». Lei passa per un allenatore che parla poco con i giocatori. «Sono stato giocatore anch'io. E quando un allenatore mi imbottiva di nozioni, pensavo che non si fidasse di me, o mi sottovalutasse, e non è che la cosa, fra parentesi, mi desse allegria». Un'ipotesi: la Lazio batte l'Inter. «Se è per questo, ci ha già battuto in precampionato, e pure l'anno scorso. E' un'eventualità da non scartare. Tanto so già come andrebbe a finire». Ce lo può anticipare? «Con un altro processone al qui presente». A chi assegnerà il prossimo turno di riposo? «Per amor del cielo. Mi è stato chiesto se non era il caso di darne uno a Shalimov. Fossi matto. Dopo Bergkamp, non ci casco più. E poi siamo contati. Come il Milan. Solo che noi ci teniamo tutto dentro, mentre loro...». Che tipo è Bagnoli? «Un tecnico che crede di saper disporre i giocatori senza calpestarne le caratteristiche». Eccezion fatta per Dell'Anno e Jonk... «Nessuno è perfetto». Ci parli del turn over. «Sto col Trap. Mi dà fastidio. E poi, diciamolo: non mi risulta che i Baresi e i Maldini, i Rijkaard e i Van Basten, fossero sottoposti a quella roba lì. E se non lo fa il Milan, il turn over, perché dovremmo farlo noi?». Roberto Beccaittini «Sto col Trap: dico no all'alternanza perché le acrobazie non mi piacciono» Dvt^"!roo,o,,fro'*' ■aSSSiSSp-.» ' ,H>e noma ^— o'*' .» g Bagnoli considera il Torino la vera sorpresa del campionato: «Mi ricorda il mio Verona un'officina specializzata nella riparazione degli scarti». A lato Mondonico, sotto il Trap
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