In Cgil sale la tensione

Salta la conferenza organizzativa, aperta la successione a Trentin Salta la conferenza organizzativa, aperta la successione a Trentin In Cgil sale la tensione E Bertinotti fa le valigie ROMA. Dopo tre rinvii salta definitivamente la conferenza d'organizzazione della Cgil prevista per i primi di ottobre, giovedì e venerdì prossimi si dovrebbe invece riunire il comitato direttivo, mentre c'è l'ipotesi di tenere entro fine anno una conferenza di programma nella quale Bruno Trentin annuncerebbe la sua uscita al 13° congresso, che si svolgerà dopo le elezioni politiche. Torna quindi a salire la tensione all'interno della più grande confederazione sindacale italiana dove «l'autoriforma» è divenuta esigenza insopprimibile tanto che potrebbe essere messa all'ordine del giorno e varata dal prossimo comitato direttivo. Si aprono i giochi per la successione di Trentin al quale comunque spetterà l'onere di indicare il prossimo leader della Cgil e di comporre la nuova segreteria riducendo il numero dei componenti e riqualificandola con nuovi ingressi. Trentin, stando alle voci, non lascerebbe la Confederazione ma diventerebbe Presidente di una fondazione della Cgil con compiti di promozione culturale, editoriale e di formazione e sovrintendente del neocentro del Pischello. In corsa per la segreteria generale della Cgil ci sono: Sergio Cofferati, che pare essere il candidato con le maggiori chances di centrare l'obiettivo; Alfiero Grandi e come outsider il leader della Cgil dell'Emilia, Giuseppe Casadio il quale comunque sarà nella nuova segreteria confederale. A fianco di Cofferati, il dirigente nuovo protagonista dell'accordo del 31 luglio 92 e del 3 luglio 93, sarebbero schierate le categorie e i territori più significativi dai metalmeccanici (Damiano numero due Fiom) ai tessili (Megale il leader Filtea); dai chimici (Guarino numero due Filcea) agli edili (Cantone leader Fillea); dagli alimentaristi (Benzi leader della Flai) al commercio (Amoretti numero uno della Filcams), ai pensionati (Restelli numero uno dello Spi) e nelle strutture dal Piemonte (Claudio Sabattini) alla Campania (Gianfranco Federico) dal Lazio (Fulvio Vento) alla Liguria (Andrea Ranieri). Con Alfiero Grandi stanno invece il segretario confederale Paolo Lucchesi e conta sull'appoggio, tra le categorie, della Funzione Pubblica (Nerozzi numero due) e dei Trasporti (Brutti numero due) e tra le strutture territoriali della Toscana (Franco Martini), della Lombardia (Mario Agostinelli), di Milano (Giorgio Ghezzi) e di Bologna (Duccio Campagnoli). Corsa a sé fa Giuseppe Casadio il quale, oltre che diventare segretario confederale, potrebbe esser candidato alla segreteria generale della Cgil proprio da Trentin. Acque agitate in quel che resta della ex componente socialista fortemente ridimensionata (nella segreteria confederale sono in due da quattro). Molti dirigenti sono usciti dal Psi e hanno costituito i centri culturali Labour, altri infine pur restando nel Psi hanno aderito ad Alleanza Democratica. Infine la componente di minoranza «Essere Sindacato», con a capo Fausto Bertinotti, prossimo a dirigere Rifondazione Comunista e a lasciare quindi la Cgil. Al suo interno non c'è unità tanto che Giorgio Cremaschi, segretario regionale della Fiom Piemonte iscritto al pds, parla esplicitamente di «scioglimento» della componente in quanto «si è chiusa una fase e Esser Sindacato non può diventare la corrente comunista della Cgil». Da parte sua invece Bertinotti pensa di lasciare la Cgil avendo definito posti ed incarichi per «Esser Sindacato». [r. e. s.) A sinistra Bruno Trentin sopra, Fausto Bertinotti

Luoghi citati: Bologna, Campania, Emilia, Fiom Piemonte, Liguria, Lombardia, Milano, Piemonte, Roma, Toscana