Brandon da Beverly Hills all'amore per Marilyn

Parla l'attore Jason Priestley, indiscusso divo «under 20», protagonista del serial più seguito dai giovani di tutto il mondo Parla l'attore Jason Priestley, indiscusso divo «under 20», protagonista del serial più seguito dai giovani di tutto il mondo Brando», da Beverly Hills all'amore per Marilyn In un film sarà un ragazzo degli Anni Sessanta ossessionato dalla Monroe LOS ANGELES. Per chi ha più di 20 anni, il nome Jason Priestley non significa granché. Ma rivolgetevi a milioni e milioni di teenagers in ogni angolo del globo e automaticamente, con un misto di adorazione e riverenza, vi parleranno di Brandon. Brandon Walsh, uno dei protagonisti di «Beverly Hills 90210», lo show televisivo che, da due anni, è il più seguito e amato dalla popolazione giovanile. Come tanti prima di lui, Jason Priestley ha deciso di tentare il passaggio dal piccolo al grande schermo. Lo ha fatto accettando il ruolo del protagonista di «Calendar Girl», la storia di tre ragazzi ossessionati da Marilyn Monroe. Invece di sognare, rubano la convertibile di papà e partono per Hollywood, dove cercano di convincere la mitica star a uscire con loro. E dove trovano un'occasione per farci tuffare nell'America innocente inizio Anni '60 e esplorare quel periodo dell'adolescenza durante la quale si cementano le relazioni e le ami- cizie più forti e indimenticabili. Abbiamo intervistato Jason Priestley in un albergo situato a due passi dal campus della Ucla. Si è presentato in completo marrone, cravatta rossa e la stessa aria di ragazzino perbene del Brandon di «90210». Questo è il suo primo vero film da protagonista. Non teme di fare la fine ingloriosa di tante altre star passate senza successo dalla tv al cinema? «Sappiamo tutti che molti attori televisivi hanno provato a fare film e sono falliti. Ad altri è andata bene. Spero di essere tra questi ultimi». Perché, tra tanti progetti, ha scelto proprio questo? «Intanto, ho girato anche un western con Kurt Russel chiamato "Tombstone". Di "Calendar Girl" mi è piaciuta la storia e sono stato affascinato dal mio personaggio. E poi, è stato filmato in un periodo durante il quale ho potuto facilmente sganciarmi da "90210"». Chi è più vicino al vero Jason Priestley, il Brandon-bravo ragazzo dello show televisivo o il Roy avventuroso del film? «Devo dire che mi sento più vicino a Roy. E' uno che rischia, che insegue i suoi sogni. Io penso che la vita deve essere vissuta, altrimenti che cosa ci facciamo qui?». Le è mai capitato di perdere la testa per una donna come a Roy? «Solo una volta, per una maestra in prima media». In compenso sa bene che cosa significa venire inseguiti dai fan in adorazione. «Questo è stato in effetti un altro aspetto interessante del film, la possibilità per una volta di stare dall'altra parte e di essere quello che insegue e non quello che viene inseguito. Spesso sono in macchina e per scappare sono costretto a fare manovre spericolate. Non posso andare al cinema, non posso andare a Disneyland, non posso mettere piede in molti ristoranti. E così finisce che la sera resto a casa a giocare con i miei cani». Vuol dire che con tutte le donne che potrebbe avere, se ne sta da solo? «No. Ho una girlfriend, si chiama Christine Elise, è un'attrice anche lei. Sposarmi? Non ho niente contro il matrimonio, ma in questo momento non fa per me». Parliamo di «Beverly Hills 90210». C'è chi sostiene che ha ormai fatto il suo tempo e che adesso che ve ne andate tutti al college non verrete più altrettanto seguiti. «L'ultimo episodio dell'anno scorso, quello della cerimonia per la Fine del liceo, ha battuto tutti i record di ascolto della Fox, la rete su cui andiamo in onda. E' andato benissimo anche il primo episodio al college, anche se, certo, sappiamo che gli show ambientati nei college tradizionalmente non funzionano. Rispetto alla prima stagione, il formato è cambiato molto. Adesso stiamo su un problema per quattro-cinque episodi». In Italia, siete ancora all'apice della popolarità. Che cosa ricorda della sua visita romana in primavera? «La totale follia. Dovunque andavo, venivo inseguito da un codazzo di paparazzi. Comunque, a Roma sono stato benissimo. La gente era calda e amichevole e il mangiare... incredibile. Ma come fate»? Cosa c'è nel suo futuro prossimo? «Mi piacerebbe lavorare in altri film. Il cinema ti dà più tempo per fare le prove, per recitare personaggi più completi e definiti. Ho diretto la scorsa stagione due episodi di "90210" e devo dire che mi piacerebbe anche fare il regista. Poter creare qualcosa sin dall'inizio è un'esperienza molto gratificante». Lorenzo Sorìa Sopra Marilyn. A destra Jason Priestley, divo di «Beverly Hills» e fan della Monroe

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