Questo PICCOLO GRANDE schermo
Scambi tv-cinema: su Italia 1 i telefilm «Highlander» e i primi video-show dei Monty Python Scambi tv-cinema: su Italia 1 i telefilm «Highlander» e i primi video-show dei Monty Python Questo PICCOLO GRANDE schermo MILANO. Il grande schermo si fa piccolo e la tivù di casa diventa cinema. A giocare con le pellicole e con le immagini è Italia 1 che, a distanza di poche settimane, propone due cicli che rimandano alla storia della cinematografia, recente e recentissima. L'immortale Duncan MacLeod, protagonista di «Highlander», si divide in 22 puntate per stare in tv. Ogni domenica alle 20,30 (oggi c'è il secondo appuntamento) il mitico personaggio interpretato da Christopher Lambert negli «Highlander» I e II cinematografici di Russell Mulcahy rivive tanto lui c'è abituato - in episodi che ripropongono gli ingredienti del film. Con il procedimento contrario, dal 4 ottobre sulla stessa rete si potranno vedere le puntate di uno show che la Bbc propose all'Inghilterra nel 1969, «Flying circus». Protagonisti erano sei giovani dalia comicità demenziale ed eccentrica, ancora sconosciuti al mondo dello spettacolo. Per poco: al mitico gruppo dei Monty Python si aprono presto le porte al successo. La trasmissione diventa un cult e nel '79, a furor di popolo, dopo tre serie e mezzo e 5 anni di programmazione in tv, si fa film. Per tre volte. Televisione e cinema, invece di farsi concorrenza, si danno la mano. Alla Mostra di Venezia è appena stato presentato «Il fuggitivo» di Davis, interpretato da Harrison Ford, che è il rifacimento di una seguitissima serie televisiva americana. Non è un caso: i prestiti tv-cinema (nei due sensi) spesso funzionano. Il pubblico, in platea o sul divano di casa, ritrova personaggi già visti e si accende il meccanismo del riconoscimento, della familiarità. Highlander. La serie televisiva segue sostanzialmente la falsariga dei film. Christopher Lambert ha introdotto la puntata pilota, impersonando il ruolo di tutore che nella pellicola era di Sean Connery. Il Duncan MacLeod del piccolo schermo è invece Adrain Paul, lunghi capelli neri stretti in un codino, fisico prestante, occhi intensi: un personaggio che non ha nulla da invidiare al fratello cinematografico. Anche qui duelli su duelli - in ogni puntata c'è un immortale cattivo che vuole far fuori l'eroe positivo nell'unico modo possibile, tagliandogli la testa con un colpo di spada - la lotta tra il Bene e il Male, un po' d'amore e tanta musica. La colonna sonora è dei Queen dell'«immortale» Freddy Mercury, come nei film, e la sigla d'apertura e di chiusura è quella della pellicola, che ammicca: «Who wants to live forever». Dal mondo della musica arrivano anche sei rockstar che compaiono in diversi episodi, per la gioia del pubblico giovane. Stasera la seconda puntata, intitola¬ ta «La giovane immortale» ha per protagonista Joan Jett, leader del gruppo hard-rock femminile Runawais. Poi toccherà a Vanity, al cantante dei Fine Young Cannibals Roland Gift, al bassista degli Spandau Ballet Martin Kemp. Nella serie, il cantante degli Who Roger Daltrey e Dee Dee Bridgewater, la soul-singer prediletta da Ray Charles. Le avventure, girate tra il Canada e la Francia, sono ricche di flash back che spaziano dal '700 inglese all'epoca della Cina imperiale, passando dalle pianure del Far West ai grattacieli della New York di oggi. Monty Python. Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Paliti, i terribili pitoni, imperverseranno su Italia 1 al lunedì sera tardi. La rete li ha voluti in terza serata, alle 23,45, perché, dicono i responsabili, «si tratta di una scommessa». Gli interrogativi sono il gusto prettamente inglese del programma e la sua età, «veneranda» rispetto ai ritmi che scandiscono la vita della televisione. A favore dell'esperimento c'è però la modernità della trasmissione, che precorreva di molto i tempi già al suo debutto. Il segno della comicità firmata Monty Python è il demenziale, caratteristica ora diventata quasi di norma sui palcoscenici del cabaret e dello schermo che ride. Nella prima puntata farà la parte del leone un finto tg all'insegna del surreale, oggi un cliché dell'umorismo in televisione. L'anchor man presenta con faccia impassibile servizi impossibili e imprese folli (tipo: Picasso risorto che dipinge un quadro andando in bicicletta, con tanto di cartina del percorso) ed ecco comparirgli di sotto la scrivania il naso rosa di un porcello. E ancora, giornalisti che intervistano personaggi della cultura chiedendo loro tutto fuorché ciò di cui si occupano, salvo poi mandarli via a calci quando finalmente gli ospiti incominciano a parlare della loro attività. Uno sketch, fra tanti, impressiona per la sua attualità. In una classe di lingue per adulti c'è un gruppo di studenti un po' asini. Non sono inglesi ma nostri connazionali e la loro difficoltà è appunto l'italiano, che ciascuno parla con accenti dialettali spiccatissimi. Il professore inglese deve tradurre gli interventi, la classe sembra una babele. C'è il siciliano con la coppola in testa, il milanese bauscia, il napoletano con il mandolino a tracolla e l'altoatesino che si serve di un bagno particolare per non mescolarsi ai compagni: tutti si guardano in cagnesco. Lo scherzo data 1969: ma la Lega, nella gag, sembra vicinissima. Cristina Caccia Tra gli immortali della serie televisiva anche sei rockstar Il varietà demenziale, datato 1969, è ancora attualissimo Da sinistra Christopher Lambert nella serie televisiva e il gruppo Monty Python
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