«Ma la sinistra non farà miracoli»
r ANALISI «Ma la sinistra non farà miracoli» T | RYBUN, l'organo dell'ex pc polacco, annuncia in toni osannanti il trionfo dell'Alleanza della sinistra democratica nelle elezioni parlamentari del 19 settembre. Dall'opposizione si risponde in toni isterici: «Torna il comunismo nel Paese simbolo dell'anticomunismo». Mi chiedo se veramente il partito postcomunista può vincere la prossima tornata elettorale. Sì, è possibile, però l'euforia è una cattiva consigliera nell'agone politico specie quando domina l'incertezza. Lo scenario di ottimismo che prevedeva nel 1989 il debutto dell'era della libertà e del benessere sta franando in tutti i Paesi dell'Est europeo, non si tratta quindi di una specificità polacca. Oggi non c'è traccia di quell'euforia nel campo avversario. Sono invece euforici quelli che quattro anni fa avevano perso il potere. Ma il comunismo non tornerà. In ogni caso le formazioni postcomuniste resteranno sulla scena politica nazionale per svolgere un ruolo politico importante. L'opposizione anticomunista ha lottato per anni affinché la gente abbia il diritto di votare per chiunque, compresi i postcomunisti. Ognessuno ha il diritto di ri- ■ comp Igine mettere in questione il verdetto espresso dalla società civile in modo democratico. Eppure chi vota a sinistra è animato dalla ricerca di un miracolo che non avrà mai luogo. Sono gli stessi che hanno creduto nel miracolo promesso da Walesa nel 1990. La Polonia non è quindi minacciata dalla ricomunistizzazione. Essa è minacciata invece dalle formazioni estremiste, cioè dal populismo postcomunista e dall'anticomunismo di tipo medioevale. Chi fa parte dell'Alleanza della sinistra è accomunato dalla stessa biografia di opposizione all'anticomunismo ma si diversifica in mentalità, opinioni politiche ed interessi personali contrastanti. Il successo finirà per dividere il campo comunista. A noi toccherà dibattere una nuova strategia tattica nel quadro di una situazione mutata, se prendere il potere o attestarsi all'opposizione, se cercare una nuova coalizione o qualche altra forma di compromesso. Per quanto mi riguarda rimango attestato sulle mie antiche posizioni dell'anticomunismo dal volto umano, il che significa il rigetto della politica totalitaria in favore della ricerca del dialogo. Voterò perciò per l'Unione democratica del primo ministro Suchocka, un partito ragionevolmente di centro. E' di ciò che la Polonia del domani ha bisogno. Adam Michnik nik | Adam Michnik, direttore dei giornale «Gazeta», è stato uno dei fondatori di Solidarnosc. Negli ultimi anni ha spesso polemizzato con l'ex compagno di sindacato Lech Walesa.
Persone citate: Adam Michnik, Lech Walesa, Suchocka, Walesa
Luoghi citati: Polonia
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