« Non lasciate sola Catania » di Fabio Albanese

Quel prete martire ci invita a sperare « Non lasciate sola Catania » Bianco: pochi mezzi contro la mafia L'ARMA E LA CHIESA intatte. E' vero che ben più terribili e sanguinose azioni sono state evitate grazie all'abilità degli investigatori, ma ogni facile ottimismo; ogni previsione di imminente vittoria sarebbe semplicemente irresponsabile. Cosa Nostra è determinata a colpire. E nonostante i colpi subiti ha dimostrato di essere ancora efficiente sul piano militare e capace di uccidere. Lo sappiamo, lo scopo è sempre quello: l'intimidazione e la paura. Per questo nel mirino ha inquadrato quel sacerdote e quella caserma dei carabinieri, ha colpito quei simboli di quella lotta «a tempi lunghi» che non si arresta davanti al dubbio e non si lascia piegare dalla paura. L'ho sempre detto e lo ripeto: la guerra alla mafia sarà ancora sanguinosa. Ma c'è chi è in prima linea. Chi rischia la vita e combatte la sua battaglia quotidiana contro l'illegalità. Il nostro dovere principale a questo punto, è uno solo: serrare le file e stargli vicino. Stiamo vicino al carabiniere, al poliziotto, al sacerdote, a chiunque nel suo piccolo, nella vita di tutti i giorni, in piazza, in chiesa o per la strada, non si rassegna. Non vuole rassegnarsi alla presenza del Male. Antonino Caponnetto CATANIA. Per tutta la giornata è corso da una parte all'altra della città a esprimere solidarietà, chiedere aiuto, invitare a manifestare. Per il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ieri è stata una giornata difficilissima. Prima in ospedale, «ad esprimere la solidarietà della città al sottufficiale dei carabinieri rimasto ferito». Poi in prefettura, per prendere parte alle due riunioni del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, quindi in piazza Verga, davanti a palazzo di giustizia, la caserma del comando provinciale dei carabinieri, per manifestare assieme a buona parte della giunta e a poche centinaia di persone l'affetto della città all'Arma. «E' il più grave atto di intimidazione degli ultimi tempi in città - spiega -, 2 segnale di una escalation che per la prima volta colpisce in modo forte le istituzioni». Nelle ultime settimane c'è stata una serie di atti intimidatori subiti daU'ammini strazione comunale. Può es serci una relazione? «Non lo so. Quelli sono messaggi per ciò che stiamo facendo. Ma qui, ora, c'è da pensare che nei prossimi mesi dovranno essere ce lebrati ben quattro maxiprocessi. EdGtcisl E uno riguarda proprio il clan Laudani, che controlla il territorio di Gravina. Questo attentato è un atto di intimidazione e una vendetta contro l'Arma. Ma soprattutto una intimidazione, che inaugura la strategia stragista a Catania». C'è risposta adeguata da parte dello Stato? «Guardi, io ho visto la risposta delle istituzioni in queste ore, con gli uomini dello Stato che sono subito arrivati, senza fare le solite passerelle. Credo che si stia cominciando a capire che qui si gioca una battaglia importante». Molti commentatori dicono che Catania deve diventare un «caso nazionale», per potere cominciare a vedere risolti i propri problemi. «Lo vado ripetendo da anni. In particolare per quanto riguarda l'amministrazione c'è proprio la necessità che Catania diventi un caso nazionale. Ma non solo. Pensi per esempio ai problemi della giustizia. Qui ci sono 600 persone rinviate a giudizio per mafia, tremila indagati, mille in più che a Palermo. Eppure, i mezzi per combattere la mafia sono pochi. Le faccio solo un esempio: qui ci sono solo 19 sostituti procuratori, contro i 44 di Palermo. E hanno una mole di lavoro almeno uguale». Sabato prossimo verrà a Catania il ministro della Giustizia Conso. Cosa gli dirà? «Voglio fargli toccare con mano questa città. Gli chiederò di far arrivare qui qualcuno di quei 600 nuovi magistrati che sono previsti nelle piante organiche in tutta Italia. Al capo della polizia Parisi, invece, oggi ho detto che non è possibile fare il controllo del territorio con due agenti per volante, quan- do gli equipaggi in zone molto me no pericolose sono formati da al meno tre poliziotti. Qui, comunque, c'è un'ottima squadra: un prefetto che si è distinto per Tazio ne antiracket, un questore ottimo poliziotto. Io sto cercando di fare la mia parte, con la mia squadra». Già, cosa può fare l'amministrazione comunale? «Lavorare, senza guardare in fac eia a nessuno». Fabio Albanese «A Conso chiederò più magistrati In calendario ci sono quattro maxi-processi» Il sindaco di Catania Enzo Bianco «Continueremo a lavorare senza guardare in faccia nessuno»

Persone citate: Antonino Caponnetto, Conso, Enzo Bianco, Gravina, Parisi