Asprilla: il Toro primo test per lo scudetto di Franco Badolato

Gli eurogol in Svezia non distolgono il colombiano dal traguardo che il Parma insegue quest'anno Gli eurogol in Svezia non distolgono il colombiano dal traguardo che il Parma insegue quest'anno Asprilla: il Toro primo test per lo scudetto «Solo con Metti al mio fianco divento davvero irresistibile» L'ULTIMO URLO DELLA PANTERA E' il Giamburrasca del calcio. Una ne pensa e cento ne combina. Detesta i ritiri, appena può scappa, ne sanno qualcosa in Colombia. Guida come gioca, in auto e in campo dribbla e rischia senza pensare alle conseguenze dell'impatto. Le capriole di gioia per i gol non gli bastano più, in Svezia ha esperimentato anche il brivido del tuffo dalla barca. Ride delle sue marachelle la pantera di Tuluà, Faustino Asprilla detto Tino, ride della vita che l'ha arricchito nel calcio. Neppure la partita con il Torino toglie il sorriso ai suoi spensierati 23 anni. «Il Toro? Ah, sì, non lo avevo inserito tra le squadre che puntano allo scudetto». Poi, con garbo: «Ma sbaglio, è giusto dare ai granata l'importanza che meritano, non solo per la classifica. Per il Parma sarà questo il primo vero test sulla strada tricolore. Se vogliamo il titolo non possiamo fare a meno di battere Osio e compagni». Asprilla lancia la sfida al Toro con lo stesso apparente distacco col quale sta in campo. Ma Mondonico ha già preso le contromisure. Il tecnico granata non si fida, anzi è certo che il colombiano non sarà solo in attacco, ma affiancato da Melli, con Zola sulla trequarti. Toccherà ad Annoni bloccare il sudamericano. Mondonico spera che sia più fortunato di Apolloni, lo stopper del Parma che non è riuscito a impedire a Tino il tuffo nel lago svedese. I gol segnati al Degerfors? «Una conferma del suo valore, non sono per nulla meravigliato», sostiene il tecnico torinista. Già, forse è Scala quello che sta sognando a occhi aperti. E che si lancia addirittura in un pronostico affascinante: «Al di là dei risultati che potrà ottenere la Colombia, ritengo che Tino possa diventare la stella del Mondiale in Usa. Anche se con caratteristiche diverse può essere, come Maradona nell'86 in Argentina, l'uomo immagine del torneo americano». Che poi Asprilla possa essere per il Parma quello che Maradona ha rappresentato per il Napoli è quasi naturale pensarlo. Due ex compagni di Diego in azzurro, Zola e Crippa, ne sono convinti. Crippa, con cautela, lo avvicina per ora più a Caniggia «di cui possiede la stessa velocità, ma ha enormi margini di miglioramento». E Zola lo ritiene «un fenomeno in grado di fare le fortune del Parma, oltre che della sua nazionale». Lui, sempre disponibile, estroverso, ha saputo integrarsi senza problemi nella realtà del Parma. «E, credetemi, non mi sono espresso ancora al massimo. Per me è un problema adeguarmi ora alla Colombia ora al Parma. Là si gioca un calcio più compassato, i due o tre tocchi sono normali. Qui si viaggia a ritmi eccezionali, un tocco e via. Spesso io perdo la concentrazione necessaria ed esito, magari con un dribbling in più, che è quasi sempre impossibile contro le difese italiane». «Ma contro il Toro - spiega Tino - se il Parma mi aiuterà, colmerò lo svantaggio di una condizione non ottimale. Spero di avere al mio fianco Melli. Con lui ho più spazio, e partendo da lontano divento irresistibile. Giocare con un'altra punta è basilare. Spero che il mister mi dia questa opportunità». Da due anni e mezzo Asprilla gioca praticamente senza soluzione di continuità, tranne una sosta, forzata, per l'infortunio alla gamba che gli pregiudicò la finale di Wembley. Ma la delusione per aver mancato l'appuntamento a cui teneva di più è già stata cancellata dalle capriole svedesi. Due gol capolavoro che gli hanno spalancato nuovamente le porte del Parma: «L'anno scorso non è stato facile, solo adesso ho capito che cosa significa il vostro campio nato e credo di aver dimostrato di essere indispensabile». Tra lo scudetto e la Coppa delle Coppe ha già scelto il pri mo («meglio vincere qualcosa di nuovo»). Tra il sogno di un Mondiale in vetrina e una vetrina tutta sua nel Parma non ha dubbi: «L'avventura in Usa sarà uno stimolo, credo che per ogni partecipante sia così, ma tutto dipende da come andrà questa stagione. E io voglio portare il Parma al tricolore, < forse più arduo ma le cose diffi cili non mi spaventano. Non so che cosa sia lo stress, solo ad aprile ho trascorso dei giorni brutti, quando morì mia madre». E abbassa lo sguardo, una lacrima riga il viso color ebano. Franco Badolato II colombiano Tino Asprilla, 23 anni: «Non so che cosa significa la parola stress»

Luoghi citati: Argentina, Colombia, Svezia, Usa