IL GIUDICE E LA FAMIGLIA PERFETTA di Franco Lucentini

In due conti intestati alla donna più di un miliardo di tangenti. Avviso di garanzia a Patuelli e Alberto Falck IL GIUDICE E LA FAMIGLIA PERFETTA NESSUNO più di noi apprezza il valore della famiglia. Negli anni non lontani in cui una maggioranza di sconsiderati le dava addosso, la irrideva, ne decretava la nocività, noi insistevamo a scaldarci le mani a quell'obsoleto tepore. Fa venire i complessi? Suscita frustrazioni e rancori? Tarpa le ali ai giovani? Sarà anche vero, ma una vecchia prozia che apre una sua segreta scatola d'argento piena di mentine è - ci dicevamo - indispensabile per la formazione morale e culturale di un bambino. Ben vedevamo anche noi, a lettere cubitali, le controindicazioni: scenate tra marito e moglie, urla tra mamma e papà, rabbie e nevrosi scaricate sui figli, e figli fannulloni, impudenti, ingrati, magari morbosamente gelosi l'uno dell'altro; per non dire dei tradimenti, dei colpi bassi, delle carognerie spicciole provocate dalla convivenza, e per tacere delle funeste liti per la «roba» ereditata nei corso degli anni. Ma dall'altra parte c'era il presepio, c'erano comunioni e matrimoni e onomastici con le candeline, c'era l'amore, l'affetto, la solidarietà pur sempre operante all'interno di quella insostituibile cellula sociale. Sì, il tinello italiano poteva essere un po' soffocante, alquanto rissoso, talvolta amarissimo da mandare giù. Ma cosa mettere al suo posto, su chi contare, tutto ben considerato, se non sulla famiCarlo Frutterò Franco Lucentini CONTINUA A PAG. 2 QUINTA COLONNA