Il bel tramonto distrae gli amministratori le leggende seducono la Rai

«Inesistente» per volontà dello Stato (LETTERE AL 77 bel tramonto distrae gli amministratori, le leggende seducono la Rai Abituati a pagare di tasca nostra In una delle zone più attraenti della nostra Filadelfia c'è una stradetta che va dal vecchio carcere alla strada principale di periferia, da dove si può contemplare un panorama altamente suggestivo. Al tramonto, quando il cielo diventa purpureo, il mare luccicante e le ombre si allungano, il fascino è tale che ogni spettatore sente il bisogno di sostare in silenzio, preso com'è da un senso di smarrimento. Eppure quasi tutti gli amministratori d'ogni tempo hanno lasciato quella stradetta tra due siepi di rovi e di erbacce, dove le bisce sono di casa. E per rimanere in tema: qualche mese fa per un lavoro eseguito da un'impresa (non si sa per quale Ente pubblico) nella piazzetta sovrastante alla stradetta in questione è stato «strozzato», involontariamente, un tubo dell'acquedotto che portava l'acqua al caseggiato sottostante, lasciando all'asciutto otto famiglie in piena estate. Avviliti, si sono rivolti più volte alle autorità competenti, ma sono stati calmati con giustificazioni illogiche. A questo punto sono stati costretti ad agire a loro spese: hanno dovuto sborsare circa L.260.000! E non è tutto! La pioggia provvidenziale di qualche giorno fa ha abbassato il terreno scavato creando dei fossati che rendono quasi impraticabile la viabilità. A questo punto c'è da domandarsi: dobbiamo fare una seconda colletta familiare per completare il «risanamento» di un danno causato da un Ente pubblico? Ormai siamo abituati a tappare i «buchi» con le nostre risorse economiche! Francesco Sisca Lamezia Terme (Cosenza) Le vecchie targhe un aiuto per la polizia Su La Stampa dell'I 1 settembre ho letto la lettera intitolata «Quanta fretta nel cambiare le targhe» con cui sono perfettamente d'accordo. Come maresciallo dei CC in pensione, posso dire che poter leggere la sigla della provincia d'immatricolazione sulla targa di una macchina costituisce per le forze di polizia un validissimo aiuto nelle indagini di qualunque tipo. A volte è sufficiente proprio la sola sigla della provincia, insieme a qualche altro elemento per risalire a chi è intestata un'auto e a chi la guida in un certo luogo, giorno e orario. Per leggerla basta una frazione di secondo a chiunque. Mi auguro che il ministro dei Trasporti, ripensi a questo provvedimento e tenga conto, magari, del sistema adottato in Germania che, mi sembra, risolve il problema in maniera ottimale. Giuseppe Di Natale Alessandria «A Eurodisney regna la gioia» Siamo due studentesse del liceo classico «C. Botta» di Ivrea e vorremmo richiamare l'attenzione sull'articolo apparso su La Stampa il 18 agosto dal titolo «Incidenti, sabotaggi e risse. Amara la favola di Eurodisney». Nell'articolo vengono riferite informazioni, a nostro avviso, non corrette ed opinioni che non condividiamo. Noi due, dopo essere state visitatrici del parco Eurodisneyland più volte nel corso dell'anno passato, entusiaste dell'atmosfera di gioia che il parco ci aveva trasmesso, quest'estate siamo andate a lavorare lì. In questo modo abbiamo potuto riscontrare una realtà oggettiva decisamente diversa da quella descritta nell'articolo. Si compone un quadro di fatti erronei (es.: non esiste il «castello» di Alice, quasi tutti i personaggi citati non esistono; la lingua più usata all'interno del parco è il francese e non viene richiesta «la perfetta anglofonia», e tanto meno viene richiesta «l'avvenenza fisica») e si cita un atto di ipotetica violenza nei con- fronti di tre visitatori da parte degli addetti alla sicurezza del parco. Quest'ultimo fatto non inquadrato in un contesto oggettivo dà indicazioni tendenziose. Quello che vogliamo capire è come un aneddoto venga usato per dare un valore a una situazione. Entrando nella specificità del caso, a nostro parere, deve essere approfondita la dinamica con correttezza: la legge per tutti è che, alla fine di un'attrazione, se si vuole ripetere l'esperienza, nel rispetto degli altri, ci si rimette in coda (cosa che sembra che i turisti citati nell'articolo non abbiano voluto fare). Inoltre un solo fatto del genere, rapportato a decine di migliaia di visitatori giornalieri, non mette in discussione l'armonia di Eurodisneyland, anzi la avvalora ancora di più. Marta Lanfranco Alexandra Frontalini Ivrea La situazione descritta nell'articolo non è una impressione sog¬ gettiva, ma si inquadra nel contesto di un'aspra polemica intorno a Eurodisney che si è sviluppata negli ultimi mesi sulla stampa francese. lg. b.] «lo inviato speciale ferito in Vietnam» Leggo su La Stampa di martedì 14 settembre a pagina 8, in un pezzetto firmato Maria Grazia Bruzzone, che io «famoso per le sahariane, improvvisavo scene di guerra nel giardino dell'hotel, con rumori di fondo che sembravano presi dal vivo». Ora, a parte la palese stupidità della storiella, come vi permettete di scrivere tali offensive falsità sul mio conto? Per vostra regola io sono stato uno dei pochissimi inviati che le guerre le ha fatte sul serio, in tempi in cui si andava sul posto e non si stava in albergo come forse succederà agli inviati che conosce la Bruzzone, che più che inviati sono raccomandati politici; e come parimenti e spesso, io lo so, avviene anche per i colleghi dei giornali stampati. Io non mi sono fatto male a un dito, e non ho preso una scheggia di rimbalzo, bensì sono stato gravemente ferito in battaglia, in Vietnam, riportando circa 40 ferite da mortaio, schegge in tutto il corpo con mesi di ospedale uno dei quali a Saigon, e due difficili operazioni. Inoltre, non so se ero famoso per le sahariane, ma la gente che mi seguiva e che ancora oggi ricorda i miei servizi, non credo l'abbia fatto e lo faccia per il mio abbigliamento. Marcello Alessandri inviato e corrispondente Rai Mi spiace che il collega Alessandri se la prenda tanto. Nelle aziende circolano sempre delle leggende. Io mi sono limitata a raccoglierne qualcuna, sottolineando che di leggende, appunto, si tratta. [m. g. b.] Gli elogi del «disturbatore» Ho letto su La Stampa del 2 settembre, nella rubrica «Nomi e cognomi» di Alberto Staterà un articolo intitolato «Disturbatori incastrati. Basta bluff in assemblea». L'opinionista omette (o ignora) alcuni fatti: dei quattro «disturbatori» condannati per estorsione in danno del fallito Banco Ambrosiano, uno (Jarach) il giorno 22/6/93 all'assemblea della Toro, società «sorella» de La Stampa in quanto controllata anch'essa dalla Fiat, ha preso la parola (direbbe Staterà) per «magnificare le doti preclare degli amministratori». Il giorno 30/6/93 all'assemblea della Fiat ha compiuto un intervento a favore della società un altro dei «disturbatori» con dannati (Bertuzzi). Sempre in tale occasione un terzo condan nato, e condannato da pochi giorni, Caradonna, ha evidente mente delegato la propria figlia a compiere un intervento ostentatamente elogiativo. Riccardo Malvano, Torino Chi ha in cura Fellini Nell'articolo «Fellini, ricomin ciò bambino», pubblicato su La Stampa del 14 settembre, è stato erroneamente indicato come primario del Centro di Riabilita zione S. Giorgio dell'Arcispedale S. Anna - che ha in cura il sig. Federico Fellini - il prof. Mirko Carreras invece del reale primario, nonché fondatore ed organizzatore dello stesso centro fin dalla sua nascita, il prof. Nino Basaglia che è altresì il Presi dente della Società scientifica medica «Società Italiana di Me cucina Fisica e Riabilitazione» che raccoglie tutti i medici riabi litatori italiani. prof. Nino Basaglia, Ferrara primario del Centro di Riabilitazione San Giorgio dell'Arcispedale S. Anna

Luoghi citati: Alessandria, Cosenza, Filadelfia, Germania, Ivrea, Saigon, Torino, Vietnam