Eliminato dai boss degli appalti

Eliminalo dai boss degli appalti Eliminalo dai boss degli appalti «Aveva denunciato le imprese alleate con i capiclan» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una caccia per ora senza esito, resa ancora più difficile dalla mancanza di testimoni. L'omicidio, avvenuto mercoledì sera a Palermo, di don Giuseppe Puglisi, parroco del rione di Brancaccio, potrebbe restare impunito come tanti altri. Boss e killer (che come ieri pomeriggio ha confermato l'autopsia ha sparato un solo colpo di pistola con effetto mortale dietro all'orecchio destro del sacerdote) hanno dalla loro la paura e l'omertà della gente. Un velo, questo, che si riuscirà infine a squarciare? Nessuno al momento può dirlo nella città che, attonita, assiste con sdegno all'ennesimo delitto eccellente. Nessun dubbio sulla matrice mafiosa. In questo senso il giudice Lorenzo Matassa, uno dei sostituti del procuratore della Repubblica Gian Carlo Caselli, è stato esauriente. «Più mafia di così si muore», ha commentato il giudice incaricato di coordinare la prima fase dell'inchiesta, che ha ricordato che i boss non potevano più tollerare «quel prete che educava i ragazzi del quartiere alla cultura antimafiosa». Ma sarà possibile stavolta scoprire gli assassini? Matassa ha buttato lì una frase che dà fiato a qualche speranza: «Abbiamo basi concrete su cui fondare le nostre indagini», ha detto senza però aggiungere nulla. L'allusione forse è all'appalto per importanti restauri nella chiesa di San Gaetano danneggiata dal terremoto nel 1968 e da 25 anni con il tetto gravemente lesionato, pieno di crepe. Si dice che alcuni impresari interessati all'appalto ma sospettati di esser vicini alla mafia fossero stati scartati negli uffici competenti su segnalazione del parroco che della mafia non voleva sentir neppure l'alito. Un appalto aggiudicato poi da un'impresa di Bagheria gradita al sacerdote. Forse per questo motivo recentemente era stato incendiato il portone della chiesa e in al- tra occasione era stato appiccato il fuoco a un furgone della ditta. Pohzia e carabinieri stanno interrogando decine di persone, parte delle quali convocate in ufficio e invitate a fornire chiarimenti. Le prediche di don Puglisi, la domenica, erano ispirate a un'ampia visione ecumenica e a principii di saldo contenuto morale e spesso si concludevano con il rinnovato anatema ai boss. «Certo che alla mafia dava fastidio!», ha esclamato uno degli inquirenti durante una mani¬ festazione promossa da vari movimenti e gruppi tra cui il «Comitato dei lenzuoli» davanti alla chiesa di San Gaetano mentre la salma dall'istituto di medicina legale dopo l'autopsia veniva portata in cattedrale. Qui alle 21, presenti il cardinal Pappalardo e il clero della Curia con tanti fedeli e autorità, è cominciata una lunga veglia notturna. Il programma è stato fissato dallo stesso Pappalardo con il vescovo ausiliare monsignor Salvatore Gristina e i vicari della Curia. Il solenne rito funebre sarà officiato oggi, alle 17, nella chiesa di San Gaetano. Non si contano le reazioni indignate di politici, sindacalisti, gente comune. Ed è anche questo la parte di un copione scritto ormai da tanti anni e che qui si ripete, puntualmente, dopo ogni crimine delle cosche. La senatrice Pina Grassi ha rivolto una interpellanza al rninistro Mancino, eludendo perché don Puglisi non fosse protetto. Antonio Ravidà II capo della polizia Vincenzo Parisi

Luoghi citati: Bagheria, Palermo