Petra la prostituta era anche poetessa di Angelo Conti
Il montanaro di Sant'Ambrogio che ha ucciso a martellate l'amante si era quasi rovinato per lei Il montanaro di Sant'Ambrogio che ha ucciso a martellate l'amante si era quasi rovinato per lei Petra/ la prostituta era anche poetessa Nei versi appena pubblicati aveva descritto ilpensionato «in una valle di streghe» Racconta un amico dell'assassino: «Quella donna gli costava 3 milioni al mese» Lui ex ferroviere, ma soprattutto montanaro, legato alla sua valle, alla famiglie, alle mandrie di mucche che ogni tanto andava ad accudire agli alpeggi di Chianocco. Lei una prostituta, una maitresse, sposa bambina, poi donna contesa da molti uomini, ma anche poetessa sensibile, romantica, disincantata. Sorprende scavare nella personalità dei protagonisti del crudele omicidio di lunedì sera: lei uccisa a martellate per gelosia, lui prima accecato dalla passione poi incapace di darsi la morte, che pure voleva. A Sant'Ambrogio, all'imbocco della valle di Susa, Michele Pognant lo conoscono tutti. Sino a due anni fa era normale trovarlo alla stazione, dove si occupava del movimento dei treni. Poi aveva scelto di andare in pensione, ancora giovane «per fare quello - confidava agli amici che non ho ancora avuto tempo di fare». In fondo era un uomo solo: in paese ricordano qualche sua amicizia femminile, ma nessuna storia con la esse maiuscola, nessun amore. «Passava il suo tempo fra i treni ed i campi» racconta Cesare Micellone, gestore della pompa Q8, a dieci metri dalla cascina dei Pognant, in corso Moncenisio 35. Ma il maggior tempo a disposizione lo aveva cambiato: «Da un anno aveva una donna a Torino - racconta l'amico - anche se ne parlava poco. Qualche mese fa, una sera, me l'ha mostrato in foto, orgoglioso». Non sembrava, però, un rapporto tranquillo: «Recentemente era molto nervoso, teso. Probabilmente aveva grossi problemi finanziari: da quando aveva conosciuto quella donna non ho fatto altro che cambiargli assegni. Gli costava almeno 2-3 milioni al mese. Troppi per un pensionato delle ferrovie. Da qualche settimana aveva anche cominciato a lavorare in una ditta di Avigliana, per arrotondare la pensione». Proprio a Micellone Michele Pognant ha fatto una telefonata venerdì intorno alle 19, forse pochi istanti dopo aver ucciso la donna: «Qualcuno mi ha chiamato ed ho sentito una voce, con ogni probabilità la sua, balbetta¬ re qualcosa fra le lacrime. Poi ha riagganciato». La ferocia del delitto sbalordisce: «Michele non aveva il coraggio neppure di ammazzare un coniglio. Quando c'era da farlo, in cascina, chiamava qualcun altro». Petra Bellone, la vittima, aveva recentemente pubblicato un libro di poesie. L'aveva fatto pri¬ ma dell'estate, per i tipi della Pentarco Edizioni di Torino. Il suo «Perdersi e ritrovarsi» è un volumetto singolarmente piacevole. «Era venuta da me - racconta il prof. Giuseppe Nasillo della Pentarco - per propormi la sua raccòlta di poesie. Mi disse che erano la storia della sua vita, mi ha raccontato del suo matri¬ momo in tenera età, della morte del marito, di un figlio. Non avrei mai pensato facesse la vita, mi aveva spiegato che faceva la modista». Nei versi traspare un profilo di Michele «ragazzo senza nome/venuto da un paese lontano/da una valle remota, incantata/popolata da streghe e folletti» ed anche un sofferto profilo dell'amore «come è difficile viverlo/e tenerlo in vita./ Aiutaci Signore./Aiutaci ad aiutarci./Aiutaci a vivere in due.». Angelo Conti cina recente foto di Petra Bellone e la copertina del suo libro
Persone citate: Cesare Micellone, Giuseppe Nasillo, Micellone, Michele Pognant, Petra Bellone, Pognant
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