Neon, ora piccolo è bello di Michele Fenu
Neon, ora piccolo è bello Neon, ora piccolo è bello Test con la berlina americana STOCCARDA DAL NOSTRO INVIATO Eccola qui la Neon, la «piccola» americana che negli Usa vuol sfidare la Gm Saturo e nella Cee i modelli di categoria media (il termine di paragone è la Opel Vedrà). La Chrysler, che intende produrne 300 mila pezzi all'anno (ma ricorrendo agli impianti in Messico si potrebbe salire a 365 mila unità), la affida a un gruppo di giornalisti europei per un test tra Stoccarda e BadenBaden, con la speranza di ricavare anche utili suggerimenti. E già, perché per la Casa di Detroit la sfida è di quelle che contano. Si tratta di dimostrare, sfatando tanti vecchi pregiudizi, che anche gli americani possono costruire un modello di dimensioni contenute e di eccellenti prestazioni, guadagnandoci pure. Proprio come fanno gli europei o i giapponesi. Alla Chrysler mettono prudentemente le mani avanti: «Attenti, sono esemplari di pre-serie, molte cose saranno cambiate, specie negli allestimenti, da qui alla commercializzazione». La quale partirà in Europa verso giugno. Gli americani contano di vendere 10-15 mila Neon all'an- no, per cominciare, di cui seimila proprio in Italia, affidandosi alle abili mani di Luigi Koelliker. Nel '92 la Casa che fu di Iacocca ed ora è affidata a Bob Eaton ha distribuito nella Cee 45 mila auto; nel '93 toccherà quota 60 mila: numeri contenuti, ma tendenza positiva in tempi di crisi. E, allora, quali le prime impressioni? La Chrysler ha fatto un buon lavoro, perché la Neon è una berlina a 3 volumi e trazione anteriore che non ha nulla da invidiare alle concorrenti disponibili oggi in Europa. Gli esemplari che abbiamo provato, con carrozzeria a 4 porte (la 2 porte arriverà negli Usa tra un anno), erano già tarati per i gusti dei guidatori tedeschi o francesi o italiani: rapporti al cambio più corti di quelli scelti per le versioni americane, sospensioni più dure, sterzo meno dolce. «E' da mesi che ci lavoriamo sopra, la Neon deve anche essere europea» dicono i tecnici. A vederla su strada è graziosa, con un design non privo di personalità (la parte anteriore è stata rifatta in extremis spendendo 35 milioni di dollari perché Eaton la trovava troppo anonima). E il suo comportamento complessivo non ricorda certo le sof¬ ficità tipiche delle auto made in Usa: tenuta eccellente, anche sul bagnato, frenata ben equilibrata, prestazioni briose grazie al due litri 16 valvole (132 Cv), cui si aggiungerà nel '95 una versione bialbero di 145 Cv, cambio a 5 rapporti rapido e preciso. Sicura (doppio airbag e cinture attive, Abs, scocca rinforzata, barre nelle porte) ed ecologica, come i tempi comandano, la Neon (lunga 436 cm e larga 171) è divertente da guidare. Si sta seduti un po' in basso, quasi come si fosse su un coupé, la plancia ha un disegno piacevole e la visibilità è eccellente. Abitacolo spazioso, con tante piccole chicche (i tappetini hanno dei gommini per non scivolare). Ma certi materiali sono da rivedere («Cambieremo le plastiche della plancia» assicurano in Chrysler) e bisognerà aggiungere la chiusura centralizzata delle porte e gli alzacristalli elettrici. La vettura è comoda e in quinta a 140 km/h e 3900 giri è silenziosissima. Tirando, U motore si fa sentire, ma con garbo. Sfonderà in Europa? La Neon è competitiva, ma non rivoluzionaria, tutto dipenderà dal prezzo. Michele Fenu
Persone citate: Bob Eaton, Eaton, Iacocca, Luigi Koelliker
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