Noi attori giurassici come Emma Bovary

Noi attori giurassici come Emma Bovary LA DIFESA Noi attori giurassici come Emma Bovary Sta uscendoJurassic Park, dall'idea al film, di Shay e Duncan (Bompiani). Ecco un brano della postfazione di Enrico Ghezzi N una delle scene di Jurassic Park, questo libro (ovviamente nell'edizione originale americana) cade da uno scaffale nel¬ la hall del centro visitatori devastata dai velociraptor. Cade insieme con gli scheletri di dinosauri lì esposti. Un ritorno al futuro folgorante, in pochi secondi, in un'immagine. Il più grande e impressionante degli animali estinti, estinto non si sa (ancora) perché, vive di nuovo e si incontra col proprio reperto fossile e col libro futuro che spiega il suo stesso muoversi tecnico di quel momento. Situazione pirandelliana, e comica, per il dinosauro. Vertiginosa per noi. Non c'è una fenditura, un punto di fuga dalla spirale. L'ombra imprigiona e eterna la zanzara dal cui sangue fossilizzato si ricostruisce il Dna dei dinosauri. Il film, il cinema, è il fossile ambrato e fragile cui da un secolo si affida (o in cui da un secolo resta impigliato) il Dna del nostro immaginario. Nel parco, ancora, non ci sono spettatori. I pochi che partecipano al giro di prova diventano subito attori, creature del parco a contatto e in lotta con le altre creature. Non è (più) possibile essere spettatori senza prestare opera di attori nello spettacolo. E Jurassic Park (il libro, il film, il libro che spiega la costruzione del film) siamo noi, ancor più di Madame Bovary. Scoprire (nel libro) che alcuni degli animali, anzi il più terribile 0 Tyrannosaurus Rex superstar, sono spesso disegnati e generati dal computer, immagini sintetiche, ci conferma il disagio quasi esaltante della visione. In quale tempo si proietta e ci proietta questo film? In quello delle proiezioni domenicali della nostra infanzia, la vera arca perduta di tutti i film di Spielberg. In un'età (il Giurassico) prima studiata, poi immaginata, ricostruita, filmata (momenti diversi). In un futuro tecnologico dove quest'età può essere riprodotta biologicamente, come vivente, anzi: vivente. In un presente dove tutto questo è già possibile, verosimile e vero senza bisogno di esserlo. Dove il cinema da sempre (un sempre che non ha ancora cent'anni) fa sospettare che il vivente sia come vivente e viceversa, e che un imperatore romano d un cowboy o Margherita Gauthier e Greta Garbo non siano meno dinosauri di una brachiosauro, e noi non meno virtuali di loro, le ombre. E oggi per la prima volta, mentre partecipiamo alla solita avventura, ci appare la possibilità che si tratti anche di un documentario. Che, se non ora, in un domani già superato ciò sia possibile. In uno straordinario lontano film di Hawks, Susanna, il gioco dei sentimenti si svolgeva accanto allo scheletro di un dinosauro, visione di fragilità e eternità insieme, radiografia in rilievo di un'ossatura sentimentale goffa, inadatta, forse fortunatamente non evoluta oppure costretta a evolversi. Con Jurassic Park, distruggiamo quello scheletro, imbarazzati come il volto irresistibilmente comico di Cary Grant. Corriamo infine il rischio che non restino più segni, tracce, reperti, da leggere o classificare, origini da inseguire, ma solo corpi e immagini istantanei, con dentro tutte le età già stratificate, tutti gli stati fisici e mentali. Il trucco finale di Jurassic Park è proprio quello semplicissimo di darci insieme stati e tempi diversissimi della vita delle immagini.!...) Quando tra cent'anni o mille si discuterà delle cause dell'improvvisa comparsa e scomparsa del cinemasauro, il libro film cui si riferiscono queste poche parole (o né il libro né il film, l'insieme di informazioni ridisposte in uno zingaresco Cd-Rom) potrà essere per gli E,T. (o le Ava Gardner o i Gary Cooper) che lo leggeranno una traccia utile e beffarda. Enrico Ghezzi zzi

Persone citate: Ava Gardner, Cary Grant, Emma Bovary, Enrico Ghezzi, Gary Cooper, Greta Garbo, Hawks, Margherita Gauthier, Spielberg