E la teen-ager rinuncia alle mutandine

E la teen-ager rinuncia alle mutandine Sempre più giovani smettono di portarle. Le aziende confermano: vendite in calo E la teen-ager rinuncia alle mutandine La moda lanciata dall'Inghilterra fa scuola anche da noi COSTUMI UNA TENDENZA SCANDALO L. ROMA m INGHILTERRA fa tendenza. Giorni fa la rivista «Forum» aveva suscitato clamore annunciando l'esito di un sondaggio secondo cui il 15 per cento delle teen-agers britanniche ha rinunciato a indossare le mutandine. E il costume sembra aver fatto scuola anche nel nostro Paese. A rivelarlo sono le maggiori case produttrici dell'intimo, che denunciano un preoccupante calo delle vendite senza però riuscire a spiegare se si tratti di uno dei tanti effetti della crisi economica oppure della scelta di liberarsi da un «orpello» ormai considerato dalle giovani puramente voluttuario. La moda alla Sharon Stone (l'attrice che fece scandalo per la scene di «Basic Instinet» girate senza slip) preoccupa i responsabili della Imec: «Da un po' di tempo regi- striamo una domanda svogliata dicono alla direzione dell'azienda . I dati che abbiamo registrato al rientro dalle vacanze non fanno sperare nulla di buono. Speriamo sia solo un momento e che non capiti come nel '68 quando le donne rifiutarono il reggiseno. Il nostro è peraltro uno dei settori che risente maggiormente della recessione. Mutande e reggiseni vengono ancora considerati beni voluttuari». Ma c'è anche chi, di fronte a questo costume, ha reazioni di tutt'altro tenore. Un nome? Marina Ripa di Meana: «Non c'è nulla di male se le ragazzine non usano più le mutande. Se questa tendenza è vera significa che le adolescenti di oggi sono tutte Marina in erba, perché io non le ho mai portate». Forse in questa affermazione c'è un «ma» di troppo, ricordando la volta in cui la moglie dell'ex rninistro rivelò di essere stata aggredita in un cinema da un uomo che voleva strapparle le mutandine. Secondo Moana Pozzi gli slip sono invece una preziosa arma dì seduzione e invita le ragazze a riflettere: «Certo, sotto certi abiti bene non stanno, però esistono delle mutandine particolari, come i tanga, che non traspaiono. Ma è soprattutto un fatto igienico e poi, non dimentichiamo che agli uomini le mutandine piacciono molto». Ancora più decisa Eva Robin's, che non rinuncerebbe mai all'indumento: «Non potrei permettermelo», dice l'ermafrodita più famoso d'Italia. E come giudica questa pratica diffusa fra le giovani? «In Inghilterra non esiste neppure il bidet, quindi non mi meraviglio. Gli inglesi da sempre non curano troppo l'igiene. Che lo facciano le giovani mi fa pensare che vogliano imitare le star del cinema per sentirsi più trasgressive». Roberto D'Agostino, esperto di look e regista di un film intitolato «Mutande pazze», ritiene che le mutandine siano uno schermo, rappresentino «la potenza femminile degli Anni Novanta. E' un segnale che oltrepassa di molto la semplice disponibuità erotica. Non mettendosi le mutande la donna non solo dice di essere disponibile, ma anche attiva. Questo, invece di incoraggiare, impaurisce l'uomo. In America le chiamano "nazifemmine", sono donne che hanno capacità di esternare un'aggressività che prima non esisteva. Ora anche in Italia molte donne assumono questo atteggiamento». [r. cri.] Marina Ripa di Meana (sopra) ha confessato di non aver mai portato le mutandine A fianco Moana Pozzi e a • destra Eva Robin's

Persone citate: Eva Robin's, Imec, Marina Ripa, Moana Pozzi, Roberto D'agostino, Sharon Stone

Luoghi citati: America, Inghilterra, Italia, Meana, Roma