La pubblicità anche sulle uova

La pubblicità anche sulle uova A sostenere la novità Inghilterra, Olanda e Germania, contraria la Spagna La pubblicità anche sulle uova Bruxelles sta discutendo la proposta di legge LONDRA dal nostro corrispondente Anche la gallina sarà sponsorizzata, i suoi figli avranno un'etichetta. E' il destino delle cose, se a Bruxelles passerà l'ultima delle futili proposte che troppo sovente impegnano più del dovuto la macchina Cee. L'idea è di fare la pubblicità sulle uova: sui gusci, con moderni procedimenti di stampa a getti d'inchiostro. Immaginate: prima di rompere il guscio dell'uovo alla coque, si potranno leggere i mirabolanti pregi del detersivo a cui non si rinuncia neppure in cambio di due fustini del rivale. Ma ci voiTanno forse estenuanti dibattiti: come accade per le cose brussellesi, anche per quella che potrebbe essere una decisione di poco conto si stanno muovendo gli schieramenti delle grandi battaglie ministeriali. I Dodici ne discuteranno lunedì prossimo nel corso di un Consiglio Agricoltura, dopo un primo acceso ssaggio questa settimana a livello di rappresentanti permanenti. I Paesi dove l'industria delle uova è più sviluppata - Gran Bretagna, Olanda e Danimarca - sono naturalmente favorevoli alla proposta, che potrebbe contribuire a gonfiare i bilanci dei produttori. Ma alla pubblicità sull'uovo, finora proibita come sono proibiti i messaggi commerciali su un gruppo di prodotti ritenuti troppo delicati (soprattutto alimentari), si oppone con veemenza il governo di Madrid. Non che gli spagnoli siano contrari a leggere la pubblicità sull'uovo oltre a quella che già compare sul «Pais». Dicono, semplicemente, che gli inchiostri usati per la stampa del messaggio pubblicitario potrebbero penetrare il guscio e guastare la purezza del prodotto. Niente affatto, ribattono da Londra, dove piace evidentemente l'idea di leggere qualcosa di concreto in alternativa alle «offerte speciali» sulle scatole dei corn flakes: ci sono tecnologie di stampa laser in grado di imprimere messaggi facilmente leggibili, e soprattutto non tossici, sul guscio dell'uovo. C'è anche il pericolo, ribattono gli spagnoli che in questa tenzone hanno l'appoggio dei portoghesi, che sulle uova del breakfast compaiano messaggi poco adatti al desco; e fanno l'esempio di quanto sarebbe poco opportuno pubblicizzare sull'uovo sodo i pannolini per bambini. Viste certe recenti campagne pubblicitarie - e a tutti vengono in mente quelle della Benetton, che non conosce tabù e che ora tocca anche il babau dell'Aids - ci sarebbe davvero da temerlo. E allora ecco, dagli euroburocrati, uno dei compromessi che nel piccolo mondo comunitario garantiscono fama perenne e gloria al suo ideatore: si limiti la pubblicità delle uova a particolari settori mercantili, per non offendere i consumatori di tutte le età, uomini, donne e bambini. Lùnitiamola, per esempio, ai generi alimentari. Ma nessuno ha pensato di chiedere alla mamma: la gallina. lf. gal.]

Persone citate: Pais