Quel 2 luglio di sangue e stupore di L. Ca.
Quel 2 luglio di sangue e stupore Quel 2 luglio di sangue e stupore La vendetta di Aidid fa 3 vittime, choc in Italia L'altra volta, la notizia era arrivata come un brivido di gelo in piena estate: un giorno di guerra a Mogadiscio, i somali scatenati contro gli italiani, tre para della Folgore ammazzati, 22 feriti. Erano i primi italiani uccisi in combattimento dalla seconda guerra mondiale. Roma, nei giorni in cui ricorda i bombardamenti americani, 50 anni prima, si ritrova tre bare, adesso. Cinquantamila persone sfilano al Celio a salutarle. Poi la solennità del funerale, il rito delle bandiere e l'emozione vera delle lacrime di Scalfaro. Era il 2 luglio, un altro giorno nero nella storia dolorosa del nostro esercito. Ora il prezzo di sangue della missione di pace si alza. Certo, nei giorni successivi qualche voce si levò a stemperare l'emozione. A ricordare, ad esempio, che suU'Ortigara in un solo giorno erano caduti non tre, ma 15 mila alpini. Ma in tempi di pace i morti di guerra lasciano nei connazionali stupore, rabbia, angoscia. In quel modo, poi. Partiti per una missione umanitaria in una terra affamata e martoriata non da una calamità naturale, ma da un branco di banditi ottusi. Calunniati da giornali e generali stranieri: gli italiani sono codardi, proteggono Aidid, lo pagano per evitare gli attacchi. Poi, quel 2 luglio, la strage. Una mattinata tranquilla, un rastrellamento di routine. Ma in agguato c'erano i partigiani di Aidid, armati di kalashnikov, lanciarazzi e astio, dopo le sberle prese qualche giorno prima, quando un'operazione delle forze Onu aveva distrutto i loro arsenali e preso il palazzo (vuoto) del generale. D'un tratto, dalle catapecchie sfasciate, escono urlando donne e bambini. Sono lo scudo dei guerriglieri. I para sono sotto una pioggia di sassi. Adesso, di fuoco. I miliziani sparano dal tetto delle case e del relitto che un tempo era il pastificio. Il posto di blocco Pasta è travolto. Il generale Loi ordina agli incursori del Col Moschin di avanzare. Sparano fumogeni per nascondere il bersaglio al nemico. Troppo tardi. Un razzo anticarro centra il cingolato M60 e uccide il para Pasquale Baccaro, 21 anni. In pochi minuti cadono il sergente Stefano Paolicchi e il sottotenente Andrea Millevoi. Puri nomi, quando entrano per la prima volta nelle case. Poi si scopre che Stefano doveva sposarsi tra un mese, che Andrea aveva appena telefonato a casa per dire che era contento, che Pasquale sognava di tornare per aprire un bar. [al. ca.]
Persone citate: Aidid, Andrea Millevoi, Loi, Moschin, Pasquale Baccaro, Scalfaro, Stefano Paolicchi
Luoghi citati: Italia, Mogadiscio, Roma
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