Non ha votato? Si discolpi di Lorenzo Mondo

Non ha votato? Si discolpi Il pretore di Savona convoca cinquemila elettori «assenteisti» Non ha votato? Si discolpi LA pretura di Savona ha deciso di seccar le glorie ai cittadini che alle elezioni politiche del 1992 si sono astenuti dal voto: entro 15 giorni dovranno presentare ricorso al prefetto allegando certificati di malattia, tracce di soggiorno all'estero, traviamenti passionali o altre cause di forza maggiore. In mancanza di giustificazione, il loro nome sarà affisso in un albo di pecore nere, come in effetti la legge consente. Un tempo prevedeva perfino la «macchia», non priva di conseguenze pratiche, sul certificato di buona condotta. Ma anche il residuo appare assai discutibile se non superato nella coscienza comune. E' vero infatti che appartiene ai diritti e ai doveri del cittadino partecipare responsabilmente alla vita del Paese attraverso i suoi rappresentanti eletti, ma è altrettanto vero che non può essere irreggimentato e spinto a colpi di decreti (o di knut) alla cabina elettorale. Vecchie e consolidate democrazie si rassegnano, senza drammi, a percentuali anche basse di votanti. Del resto, chi si astiene vota a suo modo per il partito della scheda bianca, esprime malanimo, disaffezione, sfiducia. E non merita di essere additato alla pubblica riprovazione. Oggi poi, con la caterva di autorizzazioni a procedere contro gli onorevoli, con le manette che sferragliano nei loro sogni. Ma non è tutto. La decisione del pretore di Savona oltre a risultare - limitiamoci a dire - intempestiva sul piano dei principi lo è anche di più su quello dell'opportunità e della pubblica utilità. Ci dicono che i renitenti di Savona sarebbero almeno cinquemila. Li vedete questi cittadini, spesso in età avanzata come suggerisce il clima incoraggiante della riviera, trascinare i loio acciacchi in una ennesima esperienza di code e sportelli, di imprecazioni e passi perduti? Non bastavano i bollini di deprecata memoria, le tasse intimate, abbuonate, reiterate, a tormentare il prossimo? Mettiamoci pure dall'altra parte del fronte, e immaginiamo allora l'intasamento degli uffici, l'impazzimento di messi e funzionari, l'uso scriteriato di computer, macchine da scrivere, o chissà, semplici matite biro. Pensavamo ingenuamente che la magistratura dovesse occuparsi soprattutto dei ladri e dei malandrini. Che il prefetto dovrebbe avere per la testa soprattutto i problemi dell'occupazione o deU'ordine pubblico. E' questo che turba la comunità dei cittadini, dispostissimi ad assolvere i responsabili del non voto, anche se godessero di gamba lesta e di buona salute. A metterla giù tutta e brutta, vien da pensare che a palazzo di giustizia e in prefettura, o non sono così oppressi dal lavoro o si sono dati al buontempo. Lorenzo Mondo

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