quintino sella

QUINTINO SELLA SONO Vittorio Turletti, classe 1910 torinese abitante ad Alpignano (tel. 011/96.76.357), in via.Pietre 15, dal periodo dello sfollamento, cioè dal 1943. Fui iscritto da mio nonno materno Enea Zuffi al primo anno dell'Istituto Commerciale Quintino Sella, omettendo la frequenza d'obbligo all'anno preparatorio, perchè l'istituto commerciale di Intra, dove risiedevo a quell'epoca, mi aveva dichiarato ammissibile al primo anno. Frequentai con diligenza i vari anni di studio nell'attuale edificio di via Montecuccoli, e rivendendolo, mi rievoca nostalgici ricordi. Eravamo giovani e molto affiatati, spensierati, ma diligenti e, diciamolo pure, talvolta assillati dalle esigenze di taluni professori che a noi sembravano eccessive». Turletti, pittore per hobby (suo nonno Celestino fu un famoso acquafortista torinese), laureato in scienze economiche nel 1940, lavorò alla Watt Radio e alla Magnadyne, (fino alla pensione), perchè la sua vera passione non erano tanto i nùmeri ma la radiofonia, tanto che nel 1939 fu multato di 500 lire per «trasmissioni radio abusive». Insieme all'amico Bigliani progettò i primi apparecchi per radiotelefonia tra Roma e Torino, per il corpo dei Vigili del Fuoco. Fu poi radioamatore, autorizzato, fino agli anni '50. «A distanza di anni, - scrive ripensando al corpo docente, non ebbi mai a ricordare se non in bene, il loro operato: erano preparatissimi, severi, giusti e qualificati, tutti anche quelli che avevamo negli anni precedenti a quello della fotografia. Noi però, d'altro canto, eravamo ossequienti, disciplinati, rispettosi. La parola dei profes sori, a differenza di oggi, non era mai oggetto di discussioni o contestazioni, perchè si vedeva in essi un essere superióre che guidava con saggezza ed esperienza le nostre menti. Il preside prof. Gay aveva una posizione di preminenza su tutti, anche sui professori di cui controllava l'operato e anche...l'orario. Nel nostro mondo di studi i divertimenti erano scarsi e V soldini pochi...Più di una volta con i compagni andai a sciare in collina; la scuola organizzò una volta una visita alla Fiera di Milano. Tempi lontanissimi che non torneranno più, ma di cui, forse per l'età stessa, continuo a nutrire un'immensa nostalgia. Eravamo felici, pur accontentandoci di quel poco che la vita di allora poteva offrire. Ecco i nomi, in ordine alfabetico, dei ragazzi raffigurati nella foto: Bovio, Bassi, Bianchi, Beccaris, Barosi, Baravalle, Bigotti, Cognati, Corte, Chiarelli, Caligaris, Dassetto, Della Casa, Foà, Falco, Girelli, Gori, Gianelli, Gozzelino, Galluzzo, lingua, Lossa, Moraschi, Meyer, Mortara, Massa, Malabaila, Nervo, Pautassi, Peretti, Pizzio, Pessione, Porta, Richetta, Ravasio, Rissone, Rocco, Strumia, Strolla, Salamon, Toletti, Turletti, Vanara, Veiluva. Ho rivisto tempo fa un compagno di scuola, mentre di un altro compagno di gite, serbo sempre nel cuore la tristissima fine: già anziano cadde da un albero mentre lo potava e morì poco dopo. Vari altri fecero una felice carriera conquistando posti preminenti; di molti non seppi più nulla. La guerra contribuì ad allentare i legami. Svariati altri, immagino, godranno oggi la felicità dei «Campi Elisi». Allego la foto dei licenziandi 1930/31. Come eravamo tutti giovani e illusi! QUINTINO SELLA Iprofessori erano giusti e severi Noi, giovani, disciplinati. E illusi spettosi. La parola dei profes sori a differenza di oggi, non

Luoghi citati: Alpignano, Intra, Massa, Milano, Roma, Torino