Moeller non teme sorprese di Fabio Vergnano

Moeller non teme sorprese Moeller non teme sorprese «Moscoviti ignoti, però saranno loro oggi a doversi preoccupare» BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Diciottomila biglietti venduti in prevendita confermano che stasera la Juve non sarà sola. Costretta all'esilio bolognese dall'eccessivo entusiasmo dei suoi tifosi durante la finale Uefa con il Borussia Dortmund al Delle Alpi, la Signora ha scelto per il debutto la città e la regione in cui ha più innamorati. Freddini i fans di Torino, ultras a parte, poco propensi a sobbarcarsi seicento chilometri tra andata e ritorno per stare vicini a Baggio e compagni, eccitati i tifosi della Padania e della costa adriatica, pronti ad aiutare la Juve contro il misterioso Lokomotiv Mosca. Bologna, condannata al purgatorio della serie C, respirerà così per una sera l'aria dei grandi appuntamenti. I russi, che per le partite di coppa hanno trovato uno sponsor italiano grazie alla società di spedizioni Galleano di Savona, nella mente dei giocatori juventini possono essere raffigurati come un grande punto interrogativo. Nessuno li conosce, lo stesso Trapattoni ha referenze legate a una videocassetta e niente più. Problemi? In teoria nessuno. Il Lokomotiv è per tradizione soltanto la quinta squadra moscovita, ma proprio il fattore sorpresa diventa in certi casi l'arma dei disperati. Non resta che andare in campo per scoprire pregi e difetti dell'avversario. Disagi? Moeller non trema: «Capita ogni volta, al primo turno, di imbattersi in squadre poco conosciute, ma questo non può essere né un alibi né un motivo di preoccupazione. Dopo pochi minuti capisci che aria tira, ti adegui alle esigenze della partita, anche se in questo caso saranno loro a doversi preoccupare. La nostra esperienza internazionale ci mette al riparo da brutte sorprese. Ma ricordiamoci che la Dinamo Mosca ha eliminato il Toro». Riprende l'avventura europea e il pensiero ritorna subito alla vittoria della scorsa stagione, quando, conquistando la Coppa Uefa, la Juve cucì un bel rattoppo su un'annata deludente. Acqua passata. Oggi l'obiettivo è lo scudetto e la coppa diventa per forza un traguardo di secondo piano. Lo dice Trapattoni, lo sostengono un po' tutti. Moeller va di fretta, roso dalla smania di vivere un campionato di vertice. Secondo il tedesco, la Juve dovrebbe raggiungere posizioni più adeguate al proprio ruolo tradizionale: «Sembra che il tempo si sia fermato. Guardo la classifica e lassù vedo sempre il Milan. E no, sono stanco di inseguire. Quarti, terzi, quinti: ma quando primi? Bisogna cambiare. Basta con gli errori, basta con i punti gettati via come all'Olimpico con la Roma. Le prossime due partite contro Reggiana e Lecce dovranno essere il nostro trampolino di lancio». Errori a Roma, ma soprattutto a Foggia. Anzi, proprio il pareggio con i pugliesi dovrebbe far meditare il tedesco brontolone. Due palle-gol divorate in maniera incredibile, errori fatali che non gli sono abituali. Un po' di autocritica non guasterebbe. Moeller ci prova, ma non gli piace la parte del colpevole: «Nelle prime tre giornate ho sempre fatto gol. Volete fucilarmi perche a Foggia ho sbagliato? Capita a campioni come Baggio, capita a tutti di trovarsi lì e non metterla dentro. Ho sbagliato tanti gol in passato, altri ne sbaglierò in futuro. Ma l'importante è arrivare spesso davanti alla porta avversaria. Quest'anno la Juve ci riesce con una certa facilità. Ma è fuori casa che dobbiamo cambiare atteggiamento. Ha ragione Vialli: bisogna saper osare di più, giocare da Juve anche in trasferta. Come riuscirci? Non ho la bacchetta magica, giro la risposta a Trapattoni». La coppa gli offre un'immediata occasione di riscatto. Manca Vialli ma, seppure a denti stretti, ci sarà il Codino. Ecco Baggio: senza di lui che Juve è? Se lo chiedono in tanti, se lo domanda anche Moeller, come Vialli legato a doppio filo con il Fenomeno: «Con Robi - dice arrotando la erre - c'è un'intesa perfetta. Ci capiamo al volo, soltanto lui sa come lanciarmi, soltanto lui riesce a darmi la palla nella maniera giusta. Botte ne prende tante, ma stringerà i denti e anche stasera sarà in campo». Baggino lo scruta alzando la visiera del cappellino bianconero dei Dallas Cowboys, uno dei pezzi pregiati della sua collezione. In attesa dell'ultimo provino, se la cava benissimo a carte, sotto lo sguardo di Alberto Tomba, ospite di riguardo dei bianconeri. Moeller lo osserva e sbotta: «Se gioca a ramino può giocare anche a calcio. Con i piedi è più facile che con la testa». Fabio Vergnano