Mondo: noi come Vasco Rossi

38 Granata in Coppe col Lillestroem a Oslo, bianconeri in Uefa a Bologna col Lokomotiv Mosca Mondo; noi come Vasco Rossi «Il nostro motto, vivere pericolosamente» TORO E JUVE IN EUROPA E IN TIVÙ' OSLO ANGIA il gelato, è squisito». Mondo s'è lasciato convincere dall'addetto stampa Chiuminatto e ci ha guadagnato una notte insonne. «Così, per ingannare il tempo, mi sono inventato un giochetto: abbinare un cantante alle squadre di A. Per il Parma l'ideale è Pavarotti, per il Milan i Queens di "We are the champions", per la Juve Sinatra, e per noi il Vasco Rossi di "Vivere pericolosamente"». Con questa fantasia calciomusicale l'allenatore risponde a quanti chiedono un parere sul deferimento del Toro per il caso Palestra. Meno immaginifico l'amministratore delegato, Giacomo Randazzo: «E' cosa estranea all'attuale gestione societaria, riguarda fatti di due anni fa, credo subiremo una multa. Che si possa, addirittura, essere penalizzati di uno o due punti? Via, è incredibile, sarebbe assurdo». Eco di Mondonico: «Ci mancherebbe questa e potremmo dire di avere sperimentato tutto». Coi giocatori si parla solo della nuova avventura europea che s'inizia stasera nel vento freddo di Oslo col Lillestroem, nel commento generale «formazione certo non di nome e di sicuro non trascendentale ma da prender con le dovute cautele, il football norvegese è in crescendo». Galli è l'unico che un'esperienza col calcio vichingo l'ha fatta: «Otto anni fa, a Lecce, quando ero in Nazionale, beccammo 2-1 dalla Norvegia. Allora era considerata niente, adesso è quasi qualificata ai Mondiali, lascerà fuori da Usa '94 Inghilterra o Olanda. Quindi, cautela: questo calcio è la vera novità degli ultimi anni, non scordiamo che l'Italia ha perduto qui a Oslo anche due anni fa» (giugno 1991, il 2-1 significò l'addio al girone finale degli Europei, ndr). Galli è uno dei quattro alfieri di Coppa di questo Toro assieme a Mussi, Fusi e Osio. Il portiere e il terzino hanno conquistato la Coppa Campioni '89 col Milan; il capitano ha vinto la Uefa '89 col Napoli; Osio, a maggio, è stato l'artefice del successo di Coppa Coppe col Parma a Wembley. «Fu la mia più bella prestazione in Europa - ricorda Osio - e, in assoluto, una delle migliori col Parma. Forse, gli è superiore l'incontro con la Juve, quando superammo i bianconeri con due miei gol, proprio dopo la stupenda notte di Wembley». Domenica lei tornerà da ex a Parma: potesse scegliere, preferirebbe ripetere quella grande partita contro i vecchi compagni o contro i norvegesi? La risposta è immediata: «Contro la mia ex squadra, sarebbe una soddisfazione immensa. Per carità, non parlo per spirito di rivalsa, che non ho alcuna rivincita da inseguire. Comunque, ora bisogna pensare a questo Lillestroem che ci attende sognando il colpo grosso. E' anche l'avversario più ostico capitato alle italiane in Europa: questa di Oslo è la sfida più vera. La Juve ha di fronte un complesso di fama maggiore, il Lokomotiv Mosca, attenzione, però: mentre i norvegesi sono espressione di un football in espansione, i russi sono in declino. Nell'avventura di Coppa, il Toro ha i numeri per far bene». Fusi, solito prudentone, non azzarda pronostici sul cammino internazionale: «Due anni fa giungemmo alla iellatissima finale Uefa con l'Ajax perché eravamo quasi imbattibili, tant'è vero che solo tre pali ci negarono la vittoria. L'anno scorso invece uscimmo al secondo turno, per mano della Dinamo Mosca: non eravamo pronti a combattere sul doppio fronte campionato-coppa. Adesso, a quanto pare, abbiamo trovato in A una nostra identità ben precisa, potrebbe essere di buon auspicio per l'Europa». Si badi bene che per «nostra identità ben precisa» Fusi intende che «abbiamo scoperto di non essere inferiori a Piacenza, Napoli, Atalanta, Udinese»: chissà se davvero crede alle amenità che dice serio serio. Claudio Giacchino Il portiere Galli: «Il calcio norvegese è in netta ascesa mentre quello russo ha fama maggiore ma ora è in declino» Osio è stato protagonista con il Parma nella vittoriosa finale di Coppa delle Coppe '93 Andy Moeller dà ragione a Vialli: «Questa Juve deve osare di più»