La Regione paralizzata di Beppe Minello
L'opposizione non partecipa più alle riunioni delle commissioni L'opposizione non partecipa più alle riunioni delle commissioni La Regione paralizzata «La giunta si ostina a governare senza i numeri» La replica di Brizio: «Comportamento inaudito» Le opposizioni vogliono paralizzare la Regione. «Così dimostreremo al presidente Brizio che non ha più i numeri per governare» dice il capogruppo del pds, Luciano Marengo. Se pds, verdi, rifondazione e antiproibizionisti manterranno fede alla minaccia, non parteciperanno più ai lavori delle quattro Commissioni consiliari facendo mancare il numero legale e bloccando ogni legge e delibera. Oggi, in III Commissione, la prima verifica. «Un comportamento inaudito: in dieci anni di opposizione abbiamo penalizzato le istituzioni una sola volta, perché offesi, abbandonando il Consiglio» protesta il de Brizio. «Ma voi - ribattono Riba e Dameri del pds - non vi siete mai trovati di fronte a una giunta che si ostina a governare non avendo più i numeri». «Vedremo - dice il capogruppo de Rolando Picchioni - ma fino ad oggi la maggioranza ha vinto tutte le battaglie». La sicurezza del pentapartito è di facciata. Da giorni si tessono trattative con Eugenio Maccari e Nereo Croso, i due socialisti implicati in Tangentopoli, affinché si dimettano. «Se non tutti e due, almeno uno» conferma il capogruppo psi, Angelo Rossa, riferendosi a Nereo Croso al cui posto entrerebbe il vercellese Mandrino. Nel caso di Maccari, invece, subentrerebbe Franco Mollo passato al pri. Due voti essenziali visto che la maggioranza può contare solo su 29 voti e, forse, nemmeno su quelli. I capigruppo del pli, Sergio Marchini, e del psdi, Giuseppe Goglio, fanno parte del gruppo degli «autoconvocati» (gli altri sono Giancarlo Tapparo diventato socialista indipendente, Franco Ferrara dimessosi da capogruppo pri, l'antiproibizionsita Enzo Cucco e il verde Massimo Marino) per i quali è necessaria la nascita di una nuova giunta «del presidente». La de aveva accolto positivamente l'iniziativa del gruppo, perché sembrava alleggerire la sua posizione di fronte al pds che pretende una giunta istituzionale e un rinnovo pressoché totale della compagine governativa. Un favore giustificato dalla segreta speranza che gli «autoconyocati» alla fine si sarebbero uniti all'attuale maggioranza rinforzandola. Invece, alla riunione indetta ieri dal gruppo dei sei per vedere chi condivide la loro proposta, il psdi Goglio è stato netto: «Da mesi ripeto che questa giunta è inadeguata e Brizio non può sostenere il contrario». La posizione di Marchini è più sfumata. Tenuto conto che gli altri 4 neanche ci pensano a fare «la ruota di scorta del pentapartito» dice Marino, c'è il rischio che la maggioranza da 29 scenda a 28 o a 27 e per la giunta Brizio sarebbe il capolinea. «Venerdì - dicono Cucco, Marchini e Ferrara - stenderemo il programma di massima del governo che proponiamo. Entro il prossimo Consiglio di martedì lo sottoporremo a tutti e ci conteremo». «Ho sentito tante buone intenzioni - ha commentato il de Picchioni al termine della riunione alla quale ha presenziato in silenzio come il socialista Rossa - e se i sei peccano di eccessiva fantasia politica forse noi pecchiamo di eccessivo realismo politico. Per quanto riguarda il pds, la realtà è che pretende cose impossibili per cambiare nulla e arrivare alle elezioni di primavera facendo opposizione dura. Al loro posto faremmo anche noi così. Però le opposizioni sono più divise di noi: dov'erano il msi e la lega?». C'erano. La Lega ha però abbadonato l'aula dopo mezz'r—: «Vogliono cercare il nuovo con il vecchio - ha detto, sprezzante, il capogruppo Vaglio - invece il nuovo arriverà solo con le elezioni anticipate». Beppe Minello Maccari e Croso pressioni: devono dimettersi A fianco Goglio (psdi), sotto il verde Marino Luciano Marengo, capogruppo pds: «Brizio non ha più i numeri per governare»
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