Medie a tutti i costi «Anche nel Terzo Mondo»

Al test partecipano 942 studenti per 300 posti Al test partecipano 942 studenti per 300 posti Medie! a tutti i casti «Anche nel Terzo Mondo» «Se ce la faremo, saremo medici a tutti gli effetti - dicono Serena e Paola - non prima del 2003. Allora, magari, ci sarà qualche posto in più negli ospedali. Ma per noi, per chi inizia gli studi oggi, la motivazione deve essere una: la passione». Serena Sant e Paola Moscoloni fanno parte di quell'esercito di 942 ragazzi (1037 gli iscritti) che ieri ha affrontato il test per i 300 posti di Medicina (250 a Torino, 50 al San Luigi). Una prova - questo il parere generale - non troppo difficile, anche se qui e là un po' ambigua. Le due ragazze (una aspirante pediatra, l'altra cardioioga) sono convinte. «Potremmo anche andare a lavorare in un Paese in via di sviluppo. Noi la professione del medico la intendiamo al fianco di chi soffre di più». A fine mattina, dopo quattro ore a testa china sul test (altrettante di batticuore per i numerosi genitori rimasti ad aspettare), nel corridoio di Palazzo Nuovo i più tranquilli, quelli con il futuro più tracciato, sono gli stranieri (33 per 25 posti). Starros Spiliopoulos, greco, è uscito tra i primi. «Se ce la farò, finiti gli studi tornerò a lavorare nel mio Paese». Stesso obiettivo per Eveline Niiena, camerounese. «Voglio specializzarmi in pediatria e tornare in Africa». Roberto Cirulli è un ragioniere pentito. «La medicina mi appassiona e credo che per una vita serena sia meglio dar retta alle proprie inclinazioni. So che di medici c'è abbondanza, però non m'importa». Barbara Roncarolo, maturità classica da 50/60, è una «professionista» del test. Ma anche, lo ammette lei stessa, un esempio lampante della scarsa capacità della scuola nell'indirizzare verso gli studi più adatti. «Lo scorso anno ho fatto il test a Ingegneria, poi mi sono iscritta a Biologia: non va, non mi appassiona. Adesso no provato Medicina - mi piacerebbe specializzarmi in psichiatria ■ ma nel frattempo sto seguendo un corso Cee per diventare "addetta di redazione televisiva". Forse continuerò lì». Silvia Astorino, 50/60 allo scientifico, non si lascia spaventare né dalla disoccupazione di migliaia di laureati in Medicina né dall'eventuale esclusione: «Se non va mi iscrivo a Biologia e l'anno prossimo ritento». Tra gli aspiranti medici, un po' per convinzione, un po' per contraddire il padre che non sostiene la sua scelta, c'è Carol, figlia del dottor Christian Zohoungbogbo, il medico degli obesi. Anche per lei, l'alternativa è Biologia. E ieri pomeriggio la commissione s'è messa al lavoro. «I risultati - conferma il professor Mario Portigliatti Barbos, presidente - ci saranno entro martedì. Non perderemo un attimo». Professore, qualcuno continua a te- mere le raccomandazioni. «E' una possibilità che non esiste: il sistema - fin dall'elaborazione delle domande - è all'insegna della trasparenza totale. Nessuno ha potuto conoscere in anticipo i quesiti messi a punto dai colleghi». Maria Teresa Martinengo Roberto Cimili «Medicina mi piace» Da sinistra Barbara Roncarolo è una professionista dei test e Silvia Astorino «Se non va ritenterò l'anno prossimo»

Persone citate: Christian Zohoungbogbo, Maria Teresa Martinengo Roberto, Mario Portigliatti Barbos, Paola Moscoloni, Roberto Cirulli, Roncarolo, Serena Sant, Silvia Astorino

Luoghi citati: Africa, Torino