Il «giallo» delle Ferfin di Zeni

Tra soffiate, smentite e indiscrezioni Piazza Affari teme qualche «bruciatura» Tra soffiate, smentite e indiscrezioni Piazza Affari teme qualche «bruciatura» Il «giglio» delle Ferfin // titolo oscilla, la Consob indaga MILANO. La Consob indaga. In silenzio, senza troppa pubblicità, persino con qualche cautela di troppo viste le tensioni sul mercato: ma attorno al su e giù delle quotazioni del titolo Ferfin gli uomini di Enzo Berlanda stanno tentando di vederci chiaro. Hanno chiesto informazioni a molti operatori. Hanno preteso spiegazioni sul perché degli acquisti (prima) e delle vendite (poi) persino ad alcune tra le principali Sim bancarie. Per ora, nemmeno i segugi della Consob sembrano esser riusciti a venire a capo di molto in questo giallo Ferfin. Nelle loro risposte, operatori e Sim si sono limitati ad ammettere di aver eseguito ordini sulla base di richieste provenienti dai borsini. Carta canta, dicono: dai tabulati delle transazioni effettuate risulta che gli ordini sono molto frazionati: blocchi da 20/25 mila Ferfin ordinarie alla volta. Nessuna «grande manovra», dunque. 0 così pare. Si dà da fare la Consob. Ma nel secondo giorno di crollo - dopo il meno 21% di lunedì, ieri le ordinarie Ferfin sono scese di un altro 9,9% - la polemica aumenta. Mario Borghezio, il deputato leghista, apre le danze: «Basta con l'immobilismo della Consob sulla Ferfin». Poi parte lancia in resta contro Enzo Berlanda e i suoi commissari: «Il titolo Ferfin va sospeso immediatamente e tutti i membri della Consob vanno dimessi per manifesta incapacità di controllo». Ma dalla Consob, già in fibrillazione per le dimissioni del commissario Artoni da molti collegate al caso Ferfin, tutto tace. Mentre gli ispettori cercano lumi sull'altalena del titolo tra le carte di alcune Sim, Berlanda tace. Tacciono i commissari. All'esterno filtrano solo le preoccupazioni di chi teme che in tanto gioco al massacro qualcuno possa rimanere incastrato. Il gioco si fa pericoloso, dice chi sa. I movimenti di questi ultimi giorni potrebbero essere causati dalla necessità di sistemare le posizioni in vista dei riporti in programma per oggi. Ma nella corsa sfrenata innescata dalla speculazione, fatta di voci e soffiate su quanto starebbe per succedere (tra ricapitalizzazioni, smobilizzi e piani-Cuccia) nell'ex gruppo Ferruzzi, non tutti potrebbero uscirne senza scottarsi le dita. Per non parlare dei misteri gonfiati ad arte sui possibili cavalieri bianchi in soccorso alla famiglia di Ravenna. O di quelle altre indiscrezioni di chi vede proprio nella famiglia i protagonisti nella corsa alle vendite allo scoperto di Ferfin. Misteri. Gialli. Polemiche. E mentre il resto del listino va su (con rialzi di tutto rispetto per Sip, Sme, Toro, Rinascente e per l'Alleanza il cui aumento di capitale ha trovato parecchi consensi) tutti a vendere Ferfin e nessun a comprare. Quasi 40 milioni gli ordini di vendita inseriti ieri nei computer della Borsa telematica, solo 2,4 milioni gli ordini di acquisto. Risultato: due ore quasi di blocco prima che offerta e domanda verso mezzogiorno riuscissero a incrociarsi dando finalmente un prezzo (363 lire) alla Ferfin. Esito ampiamente prevedibile fin dai tempi - a metà agosto - in cui tutti compravano Ferfin e pochi vendevano spingendo all'insù senza alcuna spiegazione se non di natura speculativa le quotazioni di un titolo dal valore nominale sbriciolato. E se la Ferfin ordinaria scende, sale (di un 10%) la risparmio. Perché? Ma perché, spiegano in Borsa, le azioni di risparmio saranno per forza di cose privilegiate nel prossimo aumento di capitale della holding Ferruzzi. Elementare, no? Armando Zeni Le ordinarie ancora in calo risparmio in su Enrico Cuccia Guido Rossi

Persone citate: Artoni, Berlanda, Enrico Cuccia, Enzo Berlanda, Guido Rossi, Mario Borghezio

Luoghi citati: Milano, Ravenna