«Il problema e' la gente»

«Il problema e' la gente» «Il problema e' la gente» Parla Zanker, il grande archeologo tedesco: E le aree chiuse al pubblico sono in abbandono» N miracolo, puntuale come il sangue di San Gennaro. Anche quest'anno, con un milione e 350 mila turisti (in gran parte stranieri), Pompei è l'istituzione culturale più visitata d'Italia. In questa grandiosa «macchina del tempo» si cammina fra botteghe, taverne, strade e fontane. Si sbircia nel bordello (il «lupanare»), si salta sugli attraversamenti pedonali, non strisce zebrate ma grandi blocchi che svettano sui lastroni ancora segnati dai solchi dei carri antichi. A queste meraviglie Paul Zanker ha dedicato un libro [Pompei, Einaudi), che va in libreria in questi giorni. Zanker, che insegna Archeologia classica all'Università di Monaco e con Einaudi ha già pubblicato, nell'89, Augusto e il potere delle immagini, condivide le preoccupazioni sulla sorte della città: «L'enorme afflusso di gente è un problema, e lo sono an¬ che le erbacce. Molte aree vietate al pubblico, poi, sembrano abbandonate». Spesso i libri su Pompei sono specie di «Tuttocittà», infarciti di dati e date, che seguono passo passo le case e i quartieri secondo uno schema prevalentemente «topografico». Zanker compie invece un'incursione appassionante nella vita di tutti i giorni dei nostri antenati, specie nel secondo saggio, dedicato alla «villa» e al modo di abitare la casa. Il primo si occupa dell'organizzazione urbanistica e delle «tre» Pompei sovrapposte: quella sannitica, quella successiva alla fondazione della colonia romana e quella imperiale. Il professore è un gran curioso, che a tratti pare quasi guardare dal buco della serratura all'interno delle antiche case. Una delle parti più originali del libro riguarda proprio le «occhiate» di pas- santi e visitatori nell'antichità: «Già dalla strada - dice Zanker - si poteva gettare uno sguardo all'interno delle abitazioni. Poi, a seconda del visitatore, il gioco degli sguardi si faceva più o meno approfondito: i clientes avevano accesso solo all'atrio, vedevano il padrone di casa solo nell'ingresso. Gli amici (il termine non ha un senso così confidenziale come quello odierno) vedevano molto di più: gli spazi conviviali erano sempre nell'altro lato della casa, quindi entravano e passava attraverso tutti gli ambienti della casa. Poca privacy, insomma. «Mi domando addirittura se esistesse. Ad esempio, non credo ci fosse una camera da letto in quanto tale. Esisteva il cubiculum, una piccola camera dove però si ricevevano gli amici e si poteva parlare con tranquillità. Altro che talamo coniugale, vita di coppia! Nelle grandi case c'era un andirivieni di servi, schiavi, ospiti e scocciatori». Molti pompeiani erano pretenziosi, ammiravano e imitavano i ricchi come le nostre casalinghe gli eroi di «Dallas». Zanker rivela divertenti «escamotages» architettonici, all'insegna del «vorrei ma non posso»: «Sulle pareti della tomba di Vestorio Prisco - conferma lo studioso - oltre all'ingresso rappresentativo della casa sono addirittura raffigurati i servizi d'argento di famiglia. I benestanti "sognavano" le ville più lussuose: in case minuscole c'erano grandi affreschi con pergole, fontane, statue, giardini meravigliosi, ipa- radeisoi. Nella Casa dell'Ancora c'è un giardino sfarzoso, ma di soli 100 metri quadri». «Ai monumenti antichi - conclude Zanker - bisogna fare molte domande e non accontentarsi di riferire tutto a noi con la solita frase: "Ah, i Romani avevano già inventato anche questo"». Molte domande, però, non hanno ancora risposta e il libro sulla vita quotidiana nell'antichità ha ancora capitoli interi da scrivere. Ma riserverà molte sorprese, tra differenze sconcertanti (come l'importanza delle latrine pubbliche, specialmente quelle enormi di Roma, come punto di socializzazione «Ho un amico che sta scrivendo un librò su questo tema», dice Zanker) e analogie inquietanti, come la mega-rissa che ebbe luogo, ai tempi di Nerone, proprio nell'anfiteatro di Pompei (20 mila posti), fra i «locali» e gli abitanti di Nola in «trasferta». [c. gra.] In un nuovo libro tutti i segreti della vita quotidiana nell'antichità

Luoghi citati: Italia, Pompei, Roma