Scuola al via, ed è subito caos

Scuola al via, ed è subito caos Primo giorno di lezione per Piemonte, Lombardia, Friuli e Toscana Scuola al via, ed è subito caos Entro il '96scompariranno 46 mila cattedre ROMA. Inizio d'anno scolastico con l'incubo dei «tagli». Sono quasi 10 milioni gli studenti italiani che, da oggi, tornano tra i banchi di scuola. Stamane, la simbolica campanella è suonata per quelli di Piemonte, Lombardia, Friuli e Toscana; gli ultimi, martedì 22, saranno i ragazzi siciliani. Ma l'anno scolastico si annuncia inquieto, tra polemiche sul decreto «mangiaclassi», proteste per gli ulteriori sacrifici imposti dalla nuova legge finanziaria, agitazioni sindacali già annunciate e rivendicazioni per la riapertura di un contratto bloccato da oltre tre anni. Il Capo dello Stato, nel tradizionale messaggio agli studenti, scrive: «Il vostro dovere oggi è quello di saper studiare mettendoci tutta la buona volontà, sentite già oggi la responsabilità di essere cittadini, cioè parte viva della patria comune; c'è davanti a voi un domani di probità, di responsabilità, di doverosi impegni privati e pubbli- ci». E anche Rosa Russo Jervoiino, quasi a smorzare le polemiche, insiste sull'esigenza di «formazione culturale e civile dei giovani» ed annuncia un opuscolo per incenti-' vare lo studio dell'educazione civica. Severo, invece, il giudizio di Giovanni Spadolini: «Forse, una maggiore attenzione da parte della classe politica verso la scuola osserva il presidente del Senato avrebbe evitato certi errori». Errori (e problemi) con i quali, oggi, occorre fare i conti. Il disegno di legge che accompagna la Finan¬ ziaria '94 prevede l'autonomia per tutte le scuole di ogni ordine e grado; ma già si calcola che le disposizioni contenute nel provvedimento ridurranno l'occupazione del settore di almeno 46 mila unità nel giro dei prossimi due anni. E mentre i sindacati programmano agitazioni (sit-in dei Cobas il 25 settembre; astensioni dal lavoro Unicobas l'8, il 9, il 19 e il 29 ottobre; sciopero Gilda il 27 ottobre; sciopero di una giornata «entro il 10 ottobre» di Cgil Cisl Uil; lo Snals farà conoscere oggi le sue decisioni), esplode la polemica su orario di lavoro e stipendi dei docenti italiani. Secondo una ricerca EurydiceCee, i nostri maestri e professori lavorano come i colleghi tedeschi, olandesi e danesi, e più di quelli inglesi e spagnoli. In compenso, stando ai dati di un'indagine dell'Unione banche svizzere, sono pagati peggio degli altri. Nella hit parade degli stipendi sono soltanto al nono posto. [m. tor.l li ministro della Pubblica Istruzione Rosa Russo Jervoiino

Persone citate: Giovanni Spadolini, Rosa Russo

Luoghi citati: Friuli, Lombardia, Piemonte, Roma, Toscana