«Sei tu? Torna, ti prego» di Gianfranco Quaglia

«Sei tu? Torna, ti prego» L'ANGOSCIA £>l UN'ATTESA «Sei tu? Torna, ti prego» Palego telefona e la moglie ha un malore PNOVARA RONTO, sono Angelo Palego, mia moglie Wilma Minelli è ricoverata da voi. Mi trovo in Turchia dove i curdi mi hanno liberato questa mattina. Posso parlare con Wilma?». E' mezzogiorno. Nella casa di riposo di Trecate, a pochi chilometri da Novara, la telefonata dell'ostaggio italiano appena rimesso in libertà è raccolta dalla direttrice Italia Balletti. Qualche attimo di perplessità, ma la voce di Palego è chiara, la comunicazione appena disturbata dal brusio che proviene dalla sala dove i 62 ospiti dell'istituto comunale stanno pranzando. Fra loro c'è anche la professoressa Wilma Minelli, costretta su una sedia a rotelle da una sclerosi multipla progressiva. La direttrice: «Signor Palego, potrebbe richiamare fra dieci minuti, appena il tempo di avvertire la signora e avvicinarla alla cornetta?». Poi Italia Balletti va dalla moglie dell'ingegnere chimico testimone di Geova preparandola con cautela. La tensione delle ultime settimane ha influito sulle precarie condizioni di salute dell'ex insegnante che ha cercato di ingannare l'attesa scrivendo oppure dando qualche lezione. «Ma allora non era uno scherzo?» sussurra Wilma, e si ricorda che verso le 9 un'altra ospite. Maria Saporiti, si era affacciata alla sua cameretta portandole la notizia della liberazione, dopo averla ascoltata al giornale radio. Poi viene condotta all'apparecchio telefonico. Puntuale, dieci minuti dopo, il marito richiama. La direttrice alza la cornetta e l'appoggia alla guancia della signora. «Sono Angelo, sono io, sto bene, chiamo dalla Turchia. Mi hanno liberato sai... ci vediamo fra tre o quattro giorni. Pronto? Ma mi senti?». Wilma non riesce a pronunciare parola, ascolta bloccata dall'emozione. La voce del marito le giunge viva e vera, dopo i giorni dell'angoscia, quell'alternarsi di notizie contraddittorie. Deve intervenire ancora la direttrice, vede la donna in tumulto come se scoppiasse in lacrime. Rincuora la signora Minelli, che finalmente riesce a parlare: «Come stai? Stai bene?». Palego: «Sto bene, non preoccuparti». Ancora qualche attimo di silenzio: ((Angelo, torna a casa... ti prego». Poi scoppia in un pianto dirotto. Adesso la direttrice abbraccia la donna e la conforta: «Ha visto? E' finita, è proprio finita». Poi saluta Palego e riappende la cornetta. Accompagna la donna nella sua cameretta. Al passaggio della sedia a rotelle gli altri anziani applaudono e le si stringono attorno. Nei lunghi giorni dell'attesa tutti avevano partecipato all'angoscia di questa signora silenziosa, che da anni condivide e segue a distanza le imprese del suo compagno di vita, ingegnere chimico in pensione, sorretto da una fede incrollabile che lo ha portato ripetute volte sul Monte Ararat, alla ricerca dell'Arca di Noè. Nel pomeriggio il centralino della casa di riposo è tempestato di chiamate da ogni parte d'Italia. Sono giornalisti e amici, molti testimoni di Geova che - dopo la solidarietà - adesso vogliono esternare la loro gioia. Ma la signora Wilma Minelli, salita alla ribalta della cronaca controvoglia, si chiude in camera a riposare e non riceve nessuno. La direttrice svolge le funzioni di filtro e con molta amabilità interrompe ogni tentativo di contatto. Soltanto il sindaco di Trecate, ingegner Giuseppe Magnaghi, che subito dopo il rapimento aveva inviato un telegramma alla Farnesina, ha libero accesso alla camera della moglie di Palego. Spiega il sindaco: «Inutile dire che tutti quanti a Trecate tirano un sospiro di sollievo. E' un nostro concittadino e abbiamo trepidato per lui. La signora ha bisogno di riposo, ha subito troppi stress in queste ultime settimane. Adesso si tratta soltanto di aspettare qualche giorno, abbiamo disposto che rimanga nell'istituto oltre il previsto. Quando si rimetterà potrà tornare a casa con il marito». 'E' molto provata Wilma Minelli. C'è stato un momento, durante le scorse settimane, in cui ha avuto paura, ha provato il terrore di perdere il marito, di non rivederlo più. Lo ha confessato alle altre ospiti. E per evitare altre tensioni, la direttrice cerca di bloccare le notizie che nel pomeriggio rimbalzano da Ankara, secondo cui gli ostaggi italiani sarebbero stati arrestati dalla polizia, accusati di collaborazionismo con i curdi. Un'altalena di voci che non arriveranno mai a Wilma. Nel frattempo anziani e giovani di Trecate hanno organizzato una piccola festa per venerdì alla casa di riposo. Se tutto andrà bene, potrebbe esserci anche Angelo Palego. Gianfranco Quaglia Wilma Minelli, attualmente in una casa di riposo di Trecate, ha ricevuto la prima telefonata del marito Angelo Palego appena rilasciato dai guerriglieri curdi che lo avevano rapito il 19 agosto mentre si trovava vicino al monte Ararat

Luoghi citati: Ankara, Italia, Novara, Trecate, Turchia