Anche Fini sulla strada di Rutelli di Fabio Martini

Roma, la candidatura del leader missino spiazza il segretario della de Roma, la candidatura del leader missino spiazza il segretario della de Anche Fini sulla strada di Rutelli Martinazzoli ancora senza un nome E rispunta l'ipotesi di Buttiglione ROMA. Nella città del Papa la de è sempre più sola e disarmata: alle 8 di stasera da una delle piazze «nere» di Roma, piazza Tuscolo, Gianfranco Fini annuncerà al popolo missino la propria «disponibilità» a candidarsi a sindaco. Una scesa in campo quella del leader missino sussurrata per mesi, ma fino a ieri per nulla scontata. «Questa - confidava qualche giorno fa Gianfranco Fini - sarà la prima campagna elettorale a Roma senza Giulio Andreotti e anche per questo c'è uno straordinario movimento nel mondo imprenditoriale, tra i commercianti, nelle parrocchie. Me ne sono accorto, perché mi sono venuti a cercare in molti...». E così, a 38 giorni dai nastri di partenza, la campagna per la conquista del Campidoglio si è accesa per davvero. La quasi certa candidatura di Fini è una pessima notizia per Mino Martinazzoli, divorato dall'incertezza sul candidato de: con Fini in campo la Roma benpensante e reazionaria - una riserva di voti tra il 15 e il 20% - troverebbe la sua bandiera e si stringerebbe sempre più lo spazio per quella candidatura di centro che la de tarda a far decollare. «Capisco tutti i problemi che ci sono - dice il democristiano Pierferdinando Casini - ma se non prendiamo una decisione, a Roma si andrà a un ballottaggio Rutelli-Fini». Una mano a Francesco Rutelli e a Gianfranco Fini l'ha data ieri anche Funari: il mattatore trasteverino ha annunciato che la corsa alla conquista del Campidoglio non lo riguarda più, perché lui preferisce continuare a fare televisione. Ma nella sua rinuncia c'è un'involontaria (forse) frecciatina per Umberto Bossi, che gli aveva chiesto di candidarsi e che più volte aveva dato per fatta l'operazione. «Con il sostegno del solo Bossi - ha detto Funari - non ce la farei e quindi...». Il prevedibile forfeit di Funari è uno smacco per i Lumbard e il presidente dei deputati della Lega Roberto Maroni minimizza («Era solo un petalo, arriverà qualcun altro»), ma poi è lui stesso ad annunciare che il candidato sindaco della Lega «sarà un romano de Roma e sarà annunciato l'ultimo giorno utile», il che dimostra un certo affanno, una difficoltà a trovare l'uomo giusto, visto che manca un mese all'«ultimo giorno utile». E così, con un msi pronto a fare il pieno dei voti di centrodestra, col generale Angioni che alla fine spera di essere lui il candidato del centro, per Mino Martinazzoli la scelta si fa sempre più diffìcile, sempre più stretta. Anche se, due giorni fa, in una serie di colloqui privati, si è improvvisamente riaperto uno spiraglio per un «cavallo» che sembrava oramai fuori pista: il filosofo Rocco Buttiglione. Domenica sera, dopo essersi affrontati in un dibattito pubblico a Calitri nell'Avellinese, Rosy Bindi e Pierferdinando Casini sono stati invitati da Ciriaco De Mita nella sua casa di Nusco e davanti al famoso provolone demitiano quelli che ormai sono i leader delle due ali contrapposte del partito si sono scoperti d'accordo su diversi punti e su uno in particolare: per come si sono messe le cose, il miglior candidato possibile per la de a Roma potrebbe essere proprio Buttiglione. Lui, l'amico del Papa, il filosofo che si è messo in politica, va ripetendo da diversi giorni che «il discorso è chiuso», ma se la de tirasse fuori dal cilindro Buttiglione, la mossa potrebbe provocare qualche scossa anche a destra. «Certo - dice Teodoro Buontempo, probabile capolista missino - se la de candidasse Buttiglione, un uomo che guarda al centro-destra, tutto tornerebbe in discussione». Certo, alla sinistra democristiana piacerebbe molto l'idea di lanciare nella mischia Pierre Camiti, come candidato di un grande cartello dc-pds-Alleanza democratica, ma l'ex capo della Cisl continua a ripetere: «O corro io o corre Rutelli. Siamo troppo simili». E Rutelli - si capisce - non ha nessuna intenzione di ritirarsi, al punto che ieri ha invitato i giornalisti nel¬ la sede della stampa estera per parlare del suo viaggio di studio di una settimana a Barcellona, Londra, Parigi e Francoforte. Per ora nello schieramento prò Rutelli c'è soltanto qualche scricchiolio. Dice il segretario del psi Del Turco: «Se si candidasse Camiti, sarei il primo a ripensare l'appoggio a Rutelli». Ma anche il psi - che alle elezioni romane dovrà dare qualche segno di vita - ha i suoi grattacapi: Del Turco ha offerto di capeggiare la lista del garofano a Vittorio Emiliani, ex direttore del Messaggero e a Walter Pedullà, ex presidente della Rai, ma sta faticando moltissimo a strappare un sì. Fabio Martini A sinistra, Francesco Rutelli, deputato verde appoggiato da pds. Alleanza democratica e psi A destra il segretario missino Gianfranco Fini: la destra a Roma conta fra il 15 e il 20% dei voti