« Poniamo fine a un dramma storico »

«Rendo omaggio a chi ha lavorato per la pace» « Poniamo fine a un dramma storico » «Rendo omaggio a chi ha lavorato per la pace» IL PRESIDENTE AMERICANO «Primo ministro Rabin, presidente Arafat, ministro degli Esteri Peres, signor Abbas, presidente Carter, presidente Bush, egregi ospiti. A nome degli Stati Uniti e della Russia, copatrocinatori del processo di pacificazione del Medio Oriente, diamo il benvenuto a questa grande circostanza di storia e di speranza. «Oggi noi portiamo testimonianza di un atto straordinario in uno dei drammi che hanno fatto !a storia...Ma poi, 14 anni fa, il passato cominciò a perdere terreno, quando proprio in questo luogo e su questo stesso tavolo tre uomini che vedevano lontano misero la loro firma sull'accordo di Camp David. Oggi, noi onoriamo la memoria di Menachem Begin e di Anwar Sadat, e rendiamo omaggio alla saggia guida del presidente Jimmy Carter. Allora, come oggi, noi ascoltammo coloro che dissero che quel conflitto sarebbe tornato presto. Ma la pace fra Egitto e Israele ha resistito. Come allora, questa nuova, coraggiosa impresa di oggi, questa forte scommessa con il futuro può resistere, e meglio che nel passato. «Due anni fa, a Madrid, un altro Presidente compì un grande passo sulla strada verso la pace, portando insieme Israele e tutti i suoi vicini, per avviare trattative dirette. E oggi esprimiamo anche il nostro profondo ringraziamento all'abile guida del presidente George Bush. «Sempre, da quando Harry Truman per primo riconobbe Israele, ogni Presidente americano, democratico o repubblicano, ha lavorato per la pace fra Israele e i suoi vicini. Oggi, sono gli sforzi di tutti coloro che si sono affaticati prima di noi ad averci portato a questo momento, un momento in cui abbiamo l'ardire di impegnarci per ciò che sembrava difficile perfino da immaginare...Oggi, i governanti di Israele e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina firmeranno una dichiarazione di principii sull'autogoverno provvisorio palestinese. Esso delinea il percorso verso la riconciliazione fra due popoli che hanno entrambi conosciuto l'amarezza dell'esi¬ lio. Oggi entrambi si impegnano a lasciarsi alle spalle i vecchi rancori e le inimicizie, ed a lavorare per un futuro comune, dettato dai valori della Torah, del Corano e della Bibbia. Rendiamo omaggio oggi anche al governo della Norvegia, per il suo notevole ruolo nel favorire questo accordo. Ma fra tutti, al di sopra di tutti, dobbiamo oggi rendere omaggio ai governanti che hanno avuto il coraggio ai portare i loro popoli verso la pace, allontanandoli dalle cicatrici della battaglia, dalle ferite e dalle uccisioni del passato, verso un domani più luminoso. Il mondo oggi ringrazia il primo ministro Rabin, il ministro degli Esteri Peres ed il presidente Arafat. La loro tenacia e lungimiranza ci hanno donato la promessa di un nuovo inizio. «Ciò che questi governanti hanno fatto deve ora essere fatto da altri. La loro conquista deve fare da catalizzatore per il progresso su tutti i fronti del processo di pacificazione. E coloro che fra noi li sostengono devono essere presenti, per contribuire su tutti i fronti, perché la pace deve rendere più sicuri i popoli che l'hanno fatta. Una pace dei coraggiosi è alla nostra portata. In tutto il Medio Oriente c'è un grande anelito perché si realizzi il miracolo tranquillo di una vita normale. Sappiamo che c'è una strada difficile da percorrere. Ogni pace ha i suoi nemici, coloro che ancora preferiscono le facili abitudini dell'odio alle dure fatiche della riconcilia¬ zione. Ma il primo ministro Rabin ci ha ricordato che non è con gli amici che bisogna fare la pace. E il Corano ci insegna che se il nemico propende per la pace, anche tu propenderai verso la pace. Pertanto, decidiamoci a fare in modo che questo nuovo riconoscimento reciproco costituisca un processo che non si fermi, nel quale le parti trasformino il modo stesso con il quale si considerano e si capiscono. Facciamo in modo che quanti sono scettici nei confronti di questa pace si ricordino ciò che una volta esisteva fra questi popoli... «Signor Primo ministro, signor Presidente, questo giorno appartiene a voi. E grazie a ciò che voi avete fatto, il domani appartiene a loro. Non dobbiamo lasciarli in preda della politica di estremismo e disperazione, preda di coloro che vogliono far fallire questo processo perché non riescono a vincere le paure e i rancori del passato....Insieme, oggi, con tutti i nostri cuori e le nostre anime, noi auguriamo loro Shalom, Salam, Pace». li presidente Clinton