Rabin: basta col sangue

DOCUMENTO. I discorsi dei tre leader alla Gasa Bianca DOCUMENTO. I discorsi dei tre leader alla Gasa Bianca Robin: basta col sangue «Siamo destinati a vivere insieme» «La firma della dichiarazione di principi israelo-palestinese, qui oggi, non è così facile, né per me, quale soldato d'Israele in tempo di guerra, né per il popolo d'Israele, né per il popolo ebraico della Diaspora, che ci guarda con grande speranza, mista a apprensione». «Non è certamente facile per le famiglie delle vittime della guerra, della violenza, del terrore, il cui dolore non scomparirà mai; per le molte migliaia che hanno difeso la nostra vita... e che hanno persino sacrificato la loro vita per la nostra: per loro questa cerimonia è arrivata troppo tardi». «Oggi, alla vigilia di un'opportunità, un'opportunità di pace, e forse della fine della violenza e delle guerre, ricordiamo ciascuno e tutti loro con amore infinito. Siamo venuti da Gerusalemme, la vecchia e eterna capitale del popolo ebraico. Siamo venuti da una terra tormentata e addolorata». «Siamo venuti da un popolo, una casa, una famiglia che non ha conosciuto un solo anno, un solo mese, in cui le madri non abbiano pianto i loro figli. Siamo venuti per cercare di mette- re fine alle ostilità in modo che i nostri figli, i figli dei nostri figli, non conoscano più l'esperienza dolorosa della guerra, della violenza e del terrore. Siamo venuti per tutelare le loro vite e alleviare il cordoglio e i ricordi dolorosi del passato, per sperare e pregare per la pace». «Consentitemi di dirvi, Palestinesi, che siamo destinati a vivere insieme sullo stesso suolo, sulla stessa terra. Noi, soldati che siamo tornati dalle battaglie segnate dal sangue; noi, che abbiamo visto i nostri parenti e amici uccisi davanti ai nostri occhi; noi, che abbiamo partecipato ai loro funerali e non possiamo guardare negli occhi i loro familiari; noi, che siamo venuti da una terra dove i genitori seppelliscono i figli; noi, che abbiamo combattuto contro di voi. Palestinesi, noi vi diciamo oggi a voce alta e chiara: basta col sangue e le lacrime. Basta». «Non abbiamo desideri di vendetta... non nutriamo odio nei vostri confronti. Noi, come voi, siamo gente... che vuole costruire una casa, piantare un albero, amare, vivere al vostro fianco con dignità, in affinità, come esseri umani, come uomini liberi». ' «Noi diamo oggi una occasione alla pace, e vi diciamo ancora basta. Preghiamo che arrivi il giorno in cui noi tutti diremo addio alle armi. Desideriamo aprire un nuovo capitolo nel libro triste della nostra vita insieme, un capitolo di riconoscimento reciproco, di buon vicinato, di reciproco rispetto e comprensione. Noi speriamo di entrare in una nuova era nella storia del Medio Oriente». «Oggi, qui, a Washington, alla Casa Bianca, iniziamo un nuovo risveglio nelle relazioni fra i popoli, fra i genitori stanchi della guerra, fra i bambini che non conosceranno la guerra». «Presidente degli Stati Uniti, signore e signori, la nostra forza interiore, i nostri alti valori morali sono derivati per migliaia di anni dal Libro dei Libri, in uno dei quali, il Koheleth, leggiamo: "Per ogni cosa c'è una stagione e un tempo per ogni scopo sotto il cielo. Un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace". Signore e signori, è arrivato il momento della pace». Fra due giorni, il popolo ebraico celebrerà l'inizio dell'anno nuovo. Io credo, spero, prego che l'anno nuovo porti un messaggio di redenzione a tutti i popoli; buon anno a voi, a tutti voi; buon anno agli Israeliani e ai Palestinesi; buon anno a tutti i popoli del Medio Oriente; buon anno agli amici Americani che desiderano tanto la pace e si adoperano per la sua acquisizione». «Per i presidenti e i membri delle precedenti amministrazioni, specie per lei presidente Clinton, e i suoi collaboratori, per tutti i cittadini della terra: possa la pace entrare in tutte le vostre case. Nella tradizione ebraica, è consuetudine concludere le nostre preghiere con la parola "Amen"... Col vostro permesso, uomini di pace, concluderò con le parole attinte alla preghiera che viene recitata ogni giorno dagli ebrei, e chiederò a tutti i presenti di unirsi a me nel dire "amen". Amen». «Palestinesi, noi non nutriamo odio nei vostri confronti vogliamo vivere al vostro fianco come esseri umani come uomini liberi» Ecco i testi dei discorsi pronunciati dal primo ministro israeliano Rabin, dal leader dell'Olp Yasser Arafat e dal presidente americano Clinton in occasione della firma per l'accordo israelo-palestinese. Il primo ministro israeliano Rabin al suo arrivo alla Casa Bianca

Persone citate: Clinton, Rabin, Yasser Arafat

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Medio Oriente, Stati Uniti, Washington