Prova generale del Tg unificato di Curzio Maltese

Prova generale del Tg unificato Prova generale del Tg unificato Pareva la radio: tutti parlavano, nessuna immagine LA TRIMURTI DEI LOTTIZZATI La diretta Rai da Washington a reti e tg unificati «per la prima volta» - ma non sono unificati da sempre? - era stata presentata come un «evento» anche per la nostra riformanda televisione di Stalo. Una «prova tecnica di trasmissione» del futuro Tg Unico, che nei piani di Demattè e Locatelli dovrebbe sostituire, prima o poi, l'attuale trimurti dei notiziari di partito (Tgl-dc, Tg2-psi, Tg3-pds). Un evento, va da sé, «storico». Che ricorda un po' il compromesso storico. E si è risolta in uno storico papocchio. Da tempo infatti non si ricordava in tv tanta triplice chiacchiera, tanta trina retorica, tanta noia al cubo. Eppoi dice che tre è il numero perfetto. Metteva già tristezza quella moltiplicazione per tre dei conduttori da studio. L'into illimano Moretti, in rappresentanza della sinistra curzista; il piacente Cucuzza del Tg2; e l'Arrigo Levi, opinionista-ambasciatore del centrista Tgl, che ha ricordato ancora una volta quando nel '47 era soldato israeliano. Insomma, un parlamentino. Lo studio da «arco costituzionale». Ma l'aspetto più grottesco della vicenda è che anche i collegamenti erano concepiti col criterio della santissima trinità. C'erano tre inviati in America, tre in Israele, tre a Roma. L'imparziale Moretti dava la linea per un minuto e mezzo a ogni giro. E i tre, ciascuno con la sua faccetta da Tgl, Tg2 e Tg3, hanno ripetuto per circa due ore la stessa frase, una sola: «Abbiamo assistito a scene incredibili». «Ho assistito a scene incredibili» informava il collega Caprarica da Gerico. Ma anche Eliana Terzigni da Gerusalemme aveva assistito a scene «incredibili e indimenticabili». E così pure Garribba da Tel Aviv, Di B^Ma da Brooklyn, Lugato dalla Casa Bianca e l'inviato alla Sinanoga di Roma. Certo, avrebbero anche potuto farcele vedere, queste scene incredibili. Altrimenti, a che diavolo serve la tele visione? A vedere le facce dei giornalisti, sia pure tre al prezzo di una? Dev'essere così. In due ore e mezzo di trasmissione, grazie ai «potenti mezzi della Rai» e allo sforzo di cotanti maestri di giornalismo furiosamente intervistati dalla stampa in questi mesi, non si è vista infatti una immagine dai territori occupati. Non si è sentito parlare un colono israeliano, un ragazzo palestinese del- l'Intifada. Non è stata neppure mostrata una cartina, visto che non tutti sono tenuti a sapere dove sono Gaza o le alture del Golan. In compenso, abbiamo sentito le agiografie dei signori della guerra Rabin e Arafat, aspiranti al prossimo Nobel per la Pace, come Sadat e Begin nel '78. Lugato ci ha spiegato che sul prato della Casa Bianca «in attesa dei dignitari» (sic) c'era «tutta la Washington che conta» perché «si è trattato dell'invito più ricercato ed esclusivo degli ultimi anni», neanche si fosse trattato del gran ballo delle debuttanti. Abbiamo assistito da Gerico all'ennesima intervista di un giornalista (Caprarica, tu quoque?) a un altro giornalista, palestinese. E infine ci è toccato il solito conflitto di narcisi. Il fremente Cucuzza, «impallato» per due ore dall'astuto andino, ha recuperato la scena in zona Cesarmi invitando gli ospiti israeliano e palestinese a stringersi la mano in diretta, in perfetto stile Biscardi. Questa è la rivoluzione Rai. Invece di tre tg (uno de, uno psi e uno pds), un tg unico che si collega con tre corrispondenti (uno de...). E' un'idea. Un'altra idea è mandare a casa i tre con tessera e sostituirli con uno solo, bravo. Pazzesco, vero? Curzio Maltese I potenti mezzi Rai in versione riforma non hanno offerto un reportage decente Il giornalista del Tg 2 Michele Cucuzza