« No ai caschi blu del Terzo Mondo »

Iclan contro l'avvicendamento Folgore-pakistani « No ai caschi blu del Terzo Mondo » Iclan contro l'avvicendamento Folgore-pakistani MOGADISCIO. I militari italiani che fanno parte delle forze di pace delle Nazioni Unite in Somalia, sono rimasti ieri a controllare i posti di blocco a loro affidati nove mesi fa, perché l'ostilità dimostrata dalla popolazione ha impedito il previsto avvicendamento con caschi blu pachistani in tre località. Gli anziani dei quartieri interessati dai posti di blocco «Teatro nazionale», «Obelisco» e «Banca» hanno chiaramente detto al comando del contingente italiano che essi non vogliono la sostituzione degli ita¬ liani con militari «appartenenti al Terzo Mondo», ma con quelli di altri contingenti europei. Nella mattinata la tensione era già salita al «Teatro» con lanci di pietre ed incendi di copertoni. Il comandante del contingente italiano, gen. Carmine Fiore, ha avuto una serie di incontri con gli «anziani» dei quartieri per convincerli ad accettare l'avvicendamento ai posti di blocco. Un incontro fra il comandante dell'Unosom, il generale turco Cevik Bir e il generale Carmine Fiore, in programma ieri sera, è stato annullato e altri contatti sono previsti per oggi. Nella notte, miliziani somali hanno attaccato con armi leggere l'università ed il complesso di edifici dell'ambasciata statunitense. Caschi blu tunisini, turchi e marocchini hanno risposto al fuoco, ma non vi sono state vittime. Nel frattempo il numero due della rappresentanza diplomatica italiana all'Onu ed attualmente incaricato dal governo italiano per la Somalia, Mario Scialoja, ha smentito categoricamente accuse mosse dal quotidano inglese «The Times» e da quello italiano «Indipendente», secondo le quali gli italiani avrebbero pagato gli uomini di Aidid per tenere il posto di blocco «Pasta», dove il 3 luglio perirono in un agguato tre soldati del contingente italiano ed altri 22 rimasero feriti. Il diplomatico ha detto che gli italiani hanno sempre e solo fornito e continuano a fornire alla popolazione aiuti umanitari. Parlando con i giornalisti e senza fare alcun riferimento all'attuale situazione, il responsabile politico dell'Uno- som, l'ammiraglio statunitense Jonathan Howe, ha detto riguardo alla posizione italiana che «le discussioni ed i dibattiti all'interno di una forza multinazionale vanno molto bene, ma quando bisogna agire ci si deve comportare come un solo uomo». In una intervista concessa alla rete televisiva Cnn, il vice-presidente degli Stati Uniti Al Gore ha difeso ieri le forze americane che operano in Somalia ed ha detto che, nonostante i sanguinosi incidenti dei giorni scorsi, «la loro presenza ha contribuito a migliorare la situazione». Gore ha detto anche che gli Stati Uniti per il momento non intendono richiamare i propri uomini dal Paese africano, anche se al Congresso e tra l'opinione pubblica il partito del ritiro si sta ingrossando di giorno in giorno. [Ansa]

Persone citate: Aidid, Al Gore, Carmine Fiore, Cevik, Jonathan Howe, Mario Scialoja

Luoghi citati: Mogadiscio, Somalia, Stati Uniti