«Una campagna di falsità Ci aspettiamo di tutto» di Maurizio Tropeano

«Una campagna di falsità Ci aspettiamo di tutto» «Una campagna di falsità Ci aspettiamo di tutto» LA PROCURA DI PALERMO SIAMO consapevoli del fatto che in questo momento ci possiamo aspettare di tutto, non soltanto in merito a quest'inchiesta ma per tutti i procedimenti a cui stiamo lavorando». Parla così Guido Lo Forte, procuratore aggiunto della Procura di Palermo. Quel memoriale preparato dal difensore americano di Giulio Andreotti non è arrivato inaspettato. I giudici guidati da Giancarlo Caselli in qualche modo si aspettavano qualcosa di simile: «E' un'ulteriore fase della programmata campagna di delegittimazione dei pentiti che per altro loro stessi, avevano annunciato in tempi non sospetti», spiega Gioachino Natoli, sostituto procuratore. C'è uniformità di vedute tra i giudici palermitani. Così le parole che il capo della Procura ha pronunciato ieri nella lontanissima Sariana, cittadina in provincia di Rovigo, sembrano acquistare maggior forza. Secondo Caselli, infatti, è finita l'epoca del «palazzo dei veleni» e «la Procura sta registrando una voglia di lavorare nuova, diversa. Il segnale più importante è quello della partecipa- zione della gente, della voglia di scendere in piazza per dire no alla mafia». E Caselli ha ribadito che ci sono la falsità di alcune indicazioni contenute nel memoriale. Lo Forte aggiunge: «Il procuratore capo Caselli allo stato attuale ha riassunto il nostro pensiero. Certo che il problema dovrà essere esaminato nelle sedi competenti e cioè gli organi governativi visto che nel memoriale si mette in discussione il trattato tra Italia e Usa per la gestione dei pentiti». Per il procuratore aggiunto «emerge in quelle pagine un travisamento dei fatti perché si tende a far credere che c'è stata una violazione delle norme che in realtà non è mai avvenuta». E nel memoriale ci sono delle informazioni che «non possono essere frutto di ingenuità». Ad esempio «alcuni comportamenti che sono obbligatori per la legge italiana, in quel memoriale vengono prospettati come irregolari dicendo così una cosa non vera. E' il caso della ri¬ chiesta d'autorizzazione a procedere che non può essere segreta». «In quel memoriale ci sono notizie infondate e inesatte. Così vogliono delegittimare i pentiti - aggiunge Natoli -. In tempi non sospetti questa operazione era già stata annunciata prima da Tommaso Buscetta, poi da Mannoia e infine da Mutolo». Un'operazione di delegittimazione che secondo Natoli è entrata in una seconda fase: «Ci provarono tempo fa all'epoca del processo ai frateli Gambino negli Stati Uniti. Ci fu il tentativo di far passare una sentenza tecnica come una sentenza che delegittimava i pentiti». Per il sostituto procuratore questi tentativi di inquinamento andranno avanti, ma dalla trincea di Palermo l'intervento del Presidente della Repubblica è stato accolto come un invito a proseguire senza guardare in faccia a nessuno: «Scalfaro ha dimostrato una grandissima sensibilità istituzionale dice ancora Natoli - e una grande attenzione ai problemi della giustizia». Maurizio Tropeano Natoli: «Un attacco ai pentiti». Lo Forte: «Il caso investe gli organi di governo» Ì^iÌSll»IIÌ*IIIII^ Guido Lo Forte, procuratore aggiunto a Palermo

Luoghi citati: Italia, Palermo, Rovigo, Stati Uniti, Usa