L'Italia alza il muro per salire sull'Europa

Volley: Germania ko, oggi l'Olanda per l'oro Volley: Germania ko, oggi l'Olanda per l'oro L'Italia alza il muro per salire sull'Europa TURKU DAL NOSTRO INVIATO Poco più di un'ora è bastata all'Italvolley per strapazzare la Germania, concedendole appena 18 punti in tre set, e conquistare la terza finale consecutiva degli Europei. Oggi per il titolo gli azzurri ritroveranno quell'Olanda già superata (3-1) nella fase eliminatoria a Oulu per vendicare il ko di Barcellona olimpica, e ieri capace di imporsi nell'altra semifinale con un secco 3-0 a un'inguardabile Russia. I presupposti per gli italiani sono più che confortanti: se infatti alla vigilia già si sapeva che la Germania sarebbe stata avversaria forte (come deve esserlo una squadra che arriva tra le prime quattro a un campionato continentale) ma non trascendentale, la squadra di Velasco ha pensato bene di annichilire le ambizioni dei tedeschi con un avvio super. Dopo aver concesso agli avversari il primo vantaggio (errore in ricezione di Cantagalli su battuta di Dornheim), gli azzurri hanno infatti infilato 18 punti consecutivi, avviando la serie con ben cinque muri, ovvero con l'arma fin qui dimostratasi più efficace e sempre all'altezza. E a firmarli sono stati cinque giocatori differenti, nell'ordine Cardini, Cantagalli, Pasinato, Giani e Bracci. Concentratissima, l'Italia ha proseguito nella sua opera di demolizione con battute di grande incisività. E chiuso il primo set, ha continuato nel secondo. Poi è venuto un leggero rilassamento, più che accettabile («La perfezione non esiste - ribadisce Velasco - e chi la chiede ai propri giocatori crea i presupposti di una mentalità perdente: piuttosto bisogna imparare a convivere con i propri difetti»), che ha permesso agli avversari di battersi quasi alla pari nel terzo set. Forse, i tedeschi si sono anche illusi di poter riaprire la partita. Ma sbagliavano, perché la capacità forse più significativa degli azzurri è quella di continuare sempre a lottare per poi stringere i denti nel momento decisivo. «I paragoni con il passato non reggono - spiega Toffoli - ma siamo certo un gruppo molto unito, che gli infortuni toccati a De Giorgi e Bernardi nella fase finale della preparazione hanno cementato ancor di più». E così, lo scarto (0-5) iniziale è progressivamente diminuito, con un ultimo vantaggio per la Germania sul 10-9. Poi un paio di errori tedeschi in attacco e due muri di Pippi, subentrato a Cantagalli, hanno ribaltato in maniera definitiva la situazione a nostro favore. E adesso, dunque, c'è nuovamente un'Olanda che, giustamente, Velasco vedeva alla vigilia tutt'altro che battuta dai russi. «Per un momento - ricorda il et - vorrei che però si festeggiasse questa terza finale consecutiva nei campionati europei. Dimostra continuità e capacità di restare ai vertici, tanto più se pensiamo che anche la nazionale juniores nei giorni scorsi ha conquistato per la terza volta consecutiva il 2° posto ai Mondiali. Un grande risultato perché ha vinto l'argento e non perso l'oro, come si usa purtroppo dire». «L'Olanda non va sottovalutata - prosegue Velasco - perché la storia insegna che molte voltu la squadra battuta nella fase eliminatoria si è vendicata in finale. Riuscì a noi contro i cubani ai Mondiali, è capitato al Brasile contro gli azzurrini nella rassegna iridata juniores». «Mi sarebbe piaciuto maggiormente affrontare i russi - aggiunge Tofoli - ma se la semifinale ha decretato l'Olanda, va bene lo stesso. L'abbiamo battuta tre giorni fa? E chi se ne ricorda. Conta la partita che dobbiamo giocare, non quella che abbiamo già giocata». Però, dietro la barba lunga di alcuni giorni, il regista azzurro si lascia scappare un sorriso: anche nel 1989 in Svezia, quando s'iniziò lo splendido ciclo di questa nazionale della pallavolo, agli azzurri non capitò di affrontare la Russia. E così pure ai Mondiali del '90. E vinsero entrambe le manifestazioni. Giorgio Barberìs Andrea Giani (nella foto) insieme con i compagni Gardini, Cantagalli, Pasinato e Bracci si è reso protagonista di una serie di ben cinque muri che hanno costruito il break decisivo nei confronti della Germania