Matarrese «Casarin va aiutato» di F. Bad.
Venti di pace COVERCIANO Venti di pace Matarrese «Casarin va aiutato» FIRENZE. Due settimane fa Antonio Matarrese, presidente della Federcalcio, si catapultò a Coverciano per il saluto agli arbitri di A e B armato di frusta: deplorò quei presidenti di società che si vantavano di aver attuato l'austerity quando invece questa era stata «suggerita» da precise direttive federali; condannò Campana che gli aveva montato contro la protesta dei calciatori di A accusandolo di essersi fatto scavalcare; si disse turbato dagli scandali arbitrali e dal protagonismo di Casarin al quale (come a Sacchi) consigliò di parlare di meno. Ieri Matarrese è planato a Coverciano per il saluto agli arbitri di C e ha usato toni più soft. Due settimane di riflessione, di voluto (e forzato, dai fatti) isolamento, gli hanno restituito l'ottimismo, sono servite a riportarlo sulla strada del dialogo, di un italianissimo stiamo uniti e volemose bene. «Siamo pronti ad accettare ogni critica, purché costruttiva - ha detto rivolto agli arbitri, sottolineando il ruolo della stampa - perché il Paese ha bisogno del calcio. Quando dico che voglio andare in Usa, non lo dico per me, anche se io pagherei per andarci, ma so che l'Italia intera vuole raggiungere questo traguardo. E anche in C c'è nuovo entusiasmo. Spiace per chi, come in Sicilia, si è visto cancellato dal movimento, ma esistono precise norme federali. E' tempo di lavorare in pace dimostrando che la nostra organizzazione non è marcia, abbiamo solo dovuto rallentare il passo per prendere decisioni (caso Senzacqua ndr) necessarie a difenderci. Perché chi non è nel calcio aspetta che uno cada per attaccare tutti quanti». Quindi, salutando Grosso, inviato di Campana per l'Aie: «Sono contento di questa presenza, è basilare che nessuno, al nostro interno, rompa quello che è stato creato. Se uno solo lo fa, il nostro impegno è inutile». Poi, rivolto a Casarin che, «toccato» dalla frecciata di Matarrese rispose due settimane fa con un «Io parlo perché questo è ifmio ruolo» che non lasciava presagire nulla di buono sui rapporti futuri, il presidente federale ha infine chiarito, tendendo la mano: «Nessuno può entrare o uscire dalla struttura a piacimento. E' la struttura che ci ha chiamati, non il contrario. Ma proprio per questo il lavoro di Casarin è delicato, va sostenuto da tutti». [f. bad.]
Persone citate: Antonio Matarrese, Casarin, Matarrese, Sacchi, Senzacqua
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