Zenga: sono senza difetti di Claudio Giacchino

Il portierone festeggia domani 10 anni in A e 300 partite in nerazzurro Il portierone festeggia domani 10 anni in A e 300 partite in nerazzurro Zengq; sono sema difetti «Ricordi bellissimi in azzurro» MILANO DAL NOSTRO INVIATO Se, come dice la psicologia, l'iperattivismo è la maschera dell'insicurezza, dell'inquietudine interiore, allora il Walter Zenga spigliato, polemico, gentile, teatrante, sarcastico, sentimentale, arcigno, volubile, è un grande Insicuro, un grande Inquieto: non sta mai fermo, mai lascia riposare mani e sguardo, sempre fa due, tre cose insieme. Annunciato dal rombo della sua lussuosa auto arriva ad Appiano Gentile mezz'ora prima dell'allenamento. Parcheggia con quattro disinvolte manovre, corre negli spogliatoi. Ne esce subito, dà una pacca sulla spalla al magazziniere, firma un autografo, congeda un giovanotto mostrantegli una cartolina e sollecitante un colloquio, saluta i cronisti, irrompe a passo di carica nel bar, scosta con una manata il cameriere «Aria, Cucciolo», si serve una menta, indica un tavolino: «Possiamo parlare lì», scherza con un operatore tv. Prima di sedersi, prende un quotidiano aperto sul bancone, ne informa il proprietario: «Lo leggo mentre parlo con il signore». Ragione dell'intervista: il trentatreenne portiere dell'Inter compie oggi 10 anni di serie A (esordì l'I 1 settembre 1983, perdendo a S. Siro con la Sampdoria 1 -2) e domani, a Cagliari, diventa tricentenario: 300 partite di campionato, tutte in nerazzurro. Sapeva della duplice ricorrenza? La risposta copre il fruscio delle pagine sfogliate: «Eccome se lo so, non dimentico niente io. Quella domenica di 10 anni fa è tutta qua (l'indice della mano destra picchietta la fronte): cominciai con una sconfìtta, ma non patii. L'importante era, per l'appunto, cominciare in A». Duecentonovantanove partite. La peggiore? La più bella? «Magnifiche tutte, malgrado i 284 gol subiti. Non è retorica, sono sincero». Vabbè: chi è la sua bestia nera? Ci sarà un attaccante che l'ha fatta dannare. «Non ho nessuna bestia nera». Abbiamo detto che l'iperattivo Zenga è anche volubile: infatti, dalla reticenza s'apre improvvisamente al confidenziale, rivela di patire i tormenti di una coscienza critica fino all'eccesso. «Ho avuto sinora una carriera felice, non credo di avere difetti, come calciatore, intendo. Sono arcicontento dei regali di mamma natura, eppure non sono mai soddisfatto di me. Anche quando tutto va bene, una vocina che viene dal cuore mi flagella pungendomi con il dubbio». Povero lei, chissà allora come e quanto s'è macerato per il gol di Caniggia a Italia '90. Il portiere molla il giornale, sospira: «Caniggia? Un episodio della vita», approda alla polemica, intrisa di sarcasmo e rivalsa: «Possibile che ricordiate tutti solo di quella rete, come mai non m'interrogate mai sui 571 minuti che ho giocato senza prendere gol? 571 minuti d'imbattibilità nel corso di partite valide per il Mondiale sono un record. Eppure ve lo siete scordato, sento sempre e solo critiche, o spiritosaggini, sul gol di Caniggia. Comunque il rimorso per non aver vinto il Mondiale c'è e non mi lascerà mai». Che Zenga si sia adombrato? No, l'intervista rimane sul personale: «Altroché se sono fortunato, faccio una vita dorata, di sogno». Parla del fratello che ha 27 anni e campa «da padroncino, lavorando con un furgone». Rispetto a lei, la sorte gli è stata meno amica. «Perché? E' feli- cissimo. Ha una famiglia unita». Frase comprensibile se si tien conto che Walter è cresciuto con i genitori divisi e che lui stesso ha alle spalle un matrimonio fallito. Quindi, non è retorica la spiegazione: «Il mio hobby è la famiglia (la sua compagna sta per renderlo papà, ndr)». Tornando al calcio, sulla Nazionale perduta con l'avvento dell'era sacchiana, Zenga dice: «Quando rappresenti l'Italia nel mondo sperimenti sensazioni enormi. Se non potrò ancora gioire di esse, non saranno né pianti né isterismi». Già, ma con la vocina flagellante della coscienza chissà come la metterà il portiere. Walter conclude l'iìi- tervista con uno sbuffante «La crisi del calcio? Sono 10 anni che sento questa storiella» e lo scontato «L'Inter è una buona squadra, malgrado la perdita di Berti possiamo stare con i primi». S'alza, sfotte Sosa, fa le boccacce al medico Guarino che, serio serio, davanti a un'altra telecamera, spiega l'infortunio di Berti: «Speriamo non ne succedano altri così gravi» e, dopo aver commentato le parole del dottore con gesti scaramantici, nell'ilarità generale scompare. Auguri, tricentenario portiere, continui a parare così i palloni tirati dalla coscienza. Claudio Giacchino «Che rimorso quel gol di Caniggia che ci costò il Mondiale» Zenga, 33 anni, esordì a San Siro perdendo 2- i contro la Sampdoria

Persone citate: Caniggia, Sosa, Walter Zenga, Zenga

Luoghi citati: Appiano Gentile, Cagliari, Italia, Milano